mercoledì 20 giugno 2012

Sei proprio il mio errore di stampa!

Mentre quasi 500 mila penne, stamattina, si affaticano ad immortalare i pensieri forzati di altrettanti diciannovenni, Marco Belpoliti sulla Stampa annuncia l'uscita, in Italia, di un saggio sulla storia dei caratteri tipografici: Just My Type del giornalista britannico Simon Garfield, già pubblicato in patria due anni fa.


Come apertura del suo pezzo, Belpoliti si domanda: sapete in che carattere è scritto l’articolo che ora state leggendo? Probabilmente no. Forse è solo una curiosità, dal momento che nessuno, salvo gli addetti ai lavori, vedono il carattere usato ne La Stampa (il Benton), nel romanzo che state leggendo, sui cartelli stradali o nella pubblicità che avete appena guardato.

Ovviamente, io sono l'eccezione che conferma la regola. Adoro osservare e provare i diversi caratteri tipografici: il mio preferito tra i "con grazie" (serif) è il Baskerville



e tra i "senza grazie" (sans-serif) il Calibri, che ha sostituito lo storico Arial e sta dando qualche colpetto alla corazzata Helvetica. Anche il Droid Sans, il carattere di default sui cellulari Android, mi piace molto, mentre è a sé stante l'Optima, un senza grazie con la grazia di un con grazie.


Detesto, al contrario, il Comic Sans - alla fine degli anni '90 era onnipresente! - e il Computer Modern, il carattere standard di LaTeX, nonostante sia il più ricco e versatile che abbia mai usato. Ma qui c'entra il mio rapporto di amore-odio con LaTeX nonché il suo essere il font in cui è scritta la maggior parte dei manuali scientifici e - soprattutto - le dispense dei professori ;-)

Inutile dire, quindi, che il saggio di Garfield mi interessa moltissimo. Tuttavia, qualcuno mi porti qui Roberta Zuppet, colei che l'ha tradotto in italiano per Ponte alle Grazie.

Il titolo inglese è un bellissimo gioco di parole - just my type, ovvero, proprio il mio tipo (nel senso di persona che ci piace) e proprio il mio carattere tipografico.
Il titolo italiano - Sei proprio il mio typo, ripreso anche da Belpoliti con A ciascuno il suo typo - vorrebbe essere un gioco di parole: peccato, però, che typo in italiano non esista, e che in inglese sia un'abbreviazione per errore tipografico: ossia, sei proprio il mio errore di stampa! Però, chi lo sa, magari se lo dite al vostro prossimo appuntamento galante il vostro typo si eccita e vi propone una notte di fuoco su una rotativa.

Canzone del giorno: Nicki Minaj - Starships.

5 commenti:

  1. Post molto divertente :)

    Comunque anch'io odio il Comics Sans. Credo che tutti l'abbiano amato nei 90's, ma il troppo usarlo l'ha reso irritante :)

    Sul mio blog uso... Oddio, che uso? Ah, credo il Georgia!

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    1. sì, è il Georgia che è anche quello che uso qui ;-) tra l'altro grazie per avermi (involontariamente) fatto notare che stavo usando una dimensione che lo rendeva schifoso xD

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  2. ma questa Zuppet?? l'inglese non e' un'opinione!

    Io, comunque, sono del partito Verdana, piacere.

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    1. Ciao! :-) Il Verdana è bello ma anche lui troppo inflazionato per i miei gusti ;-) piacere mio!

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  3. Non infierite sulla Zuppet. Raramente i traduttori scelgono i titoli dei libri.

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