venerdì 9 dicembre 2022

Meno male che c'è Maître Gims

Sì, lo so che Simone Cristicchi preferiva Carla Bruni, e infatti mi compare su Spotify, tra le nuove uscite, una canzone dove c'è Carla Bruni.

Mi compare perché è ospite di un singolo di GIMS, che seguo: Demain.

Va be', devo proprio ascoltarla?, mi chiedo. Ma sì, a Natale siamo tutti più buoni...

Tout est devenu clair le jour où tu m'as pris la main
Montré le chemin
Alors j'ai regardé l'univers me sourire
Me dire que tout ira mieux demain

Je serai, je serai là si tu tombes
Je serai, je serai là pour t'attendre
Je serai, je serai là si tu tombes
Je serai là pour t'attendre

Intanto seguo il testo, e penso che non desidererei altro che qualcuna a cui dire parole come queste... Va be', si tratta di fantascienza.

Però con Elisa no, non ce la faccio. Neanche se canta coi Muse.

giovedì 8 dicembre 2022

Come apprendono i nativi digitali? (1)

(In questo post ripeterò un po' di cose già scritte in Riquadri e pillole; e infatti tale post era ispirato all'esperienza che sto per raccontare.)

All'inizio di quest'anno scolastico, il corpo docente della scuola dove lavoro è stato obbligato a partecipare ad un seminario, dal titolo Come apprendono i nativi digitali?, curato da due giovani psicologhe.

Il mio non è un rimprovero verso chi ha organizzato questa attività. Sono certo che la persona in questione era animata dalle migliori intenzioni. 

Ma la prima cosa da dire è che nativi digitali è un'espressione del marketing, che non ha alcun riscontro nella realtà. A inizio carriera ho insegnato informatica per quattro anni, nel liceo delle scienze applicate (e anche in un istituto professionale): molti studenti restavano delusi, perché erano convinti che, essendo bravi a smanettare col cellulare o coi videogiochi, avrebbero preso ottimi voti senza studiare. Ma soprattutto molti studenti erano totalmente incapaci di utilizzare le più elementari funzioni di un editor di testi: già solo per muoversi all'interno del testo usavano esclusivamente il mouse, con perdite di tempo incalcolabili. Proprio come gli "utonti" più anziani.

Venendo al contenuto del seminario, non c'era assolutamente nulla di nuovo rispetto a ciò che sentivo dire da 25 anni, tanto è il tempo trascorso da quando ho cominciato a leggere materiale sull'insegnamento. Cioè, in sintesi:

  • i ragazzi di oggi sanno molte più cose dei loro genitori, ma la loro conoscenza è più frammentaria: vengono a contatto con molte curiosità, dai video sui social media;
  • complici i soliti cellulari, i ragazzi di oggi tendono a fare tante cose insieme: sono multitasking; pertanto è difficile per loro concentrarsi a lungo su un unico task;
  • la conoscenza frammentaria non costituisce vera e propria cultura; occorre "incasellare" tali frammenti in modo da costruire un tutto organico;
  • la scuola deve assolvere a questo compito: pertanto, l'insegnamento basato sulla lezione frontale è superato; l'insegnante deve essere più che altro un facilitatore.

La battuta più scontata è: care psicologhe, ci dite che dobbiamo smetterla con la lezione frontale, ma quello che ci state facendo in questo momento è una lezione frontale. Più o meno come scrivere su un social che non si deve trascorrere troppo tempo sui social.

25 anni fa non c'erano i furbofoni (termine mutuato da Un uomo in cammino) né i popularia media (una delle due parole era già in latino: ho dovuto fare solo metà lavoro); ma dei ragazzi di allora, cioè di me, si dicevano esattamente le stesse cose. Le cause: i quiz in televisione; le interruzioni pubblicitarie; le riviste per ragazzi con gli angoli delle curiosità; i riquadri colorati sui manuali.

All'epoca, oltretutto, io frequentavo un newsgroup sulla scuola - mamma mia, ancora un po' e si scriveva ancora con la Lettera 22! - e, anzi, mi infervoravo su questi argomenti. Ce l'avevo a morte con la "scuola tradizionale": con gli insegnanti che non valorizzavano le iniziative spontanee degli studenti; la scuola dove se uno studente, in una verifica, diceva qualcosa che aveva imparato in modo "informale", che aveva letto di sua iniziativa... veniva a volte rimproverato dall'insegnante, solerte nel riportarlo sui binari.

In effetti, due episodi della mia carriera scolastica ancora mi pesavano:

  • la mia maestra delle elementari che ci aveva assegnato un problema su un triangolo rettangolo che non era risolvibile senza il teorema di Pitagora, che non avevamo ancora visto. Io lo portai a scuola risolto, e non avevo usato il teorema di Pitagora: poiché le lunghezze dei cateti del triangolo erano date, e non erano maggiori delle dimensioni di un foglio A3, ero stato in grado di disegnarlo in scala 1:1, e avevo poi usato il righello e il goniometro. Mi sarei aspettato un apprezzamento dalla maestra, e invece mi giunse un rimprovero: prima ancora che dicessi come avevo fatto, lei partì in quarta. Certo che l'hai risolto, perché a te hanno già spiegato il teorema di Pitagora! Perché devi sempre metterti in mostra? 
  • il mio insegnante di italiano in quarta liceo, mentre studiavamo la Gerusalemme liberata di Tasso. Avevamo letto il primo e il terzo canto; e io, di mia iniziativa, avevo letto il secondo, quasi come volendo "colmare il buco" - non ho mai amato le "selezioni", neanche se il loro nome vuol dire "raccolta di fiori". Lo nominai, in classe, in un mio intervento dal posto, e fui zittito.
    Non avrei più colmato i buchi. E quando l'insegnante, l'anno dopo, chiese a un volontario di leggere un saggio di Henry Boyd, col cavolo che mi offrii. Volontario, certo: nel senso che fa la volontà dell'insegnante!

E non capivo come mai, su quel newsgroup, i futuri colleghi fossero infastiditi dalle mie parole e rispondessero con sarcasmo.

(continua)

Canzone del giorno: Vistas - My Head Feels Strange.

martedì 6 dicembre 2022

Leo Gassmann

Disclaimer per i miei nuovi lettori: io non perdo un'edizione del Festival di Sanremo dal 1986. Col mio conquilino storico, la settimana precedente la rassegna, prendiamo TV Sorrisi e Canzoni e facciamo l'esegesi dei testi. Quindi, se volete convincermi a non seguire la prossima edizione, io vi convinco a leggere qualcosa che non sia questo post 😁

Il primo nome che mi è saltato all'occhio, quando ho letto la lista dei partecipanti a Sanremo 2023 - cui, lunedì prossimo, si aggiungeranno altri sei nomi da Sanremo Giovani - è quello di Leo Gassmann.

Leo Gassmann è il candidato perfetto ad essere la nuova Anna Tatangelo. Dopo un'edizione vinta tra le nuove proposte (Leo Gassmann nel 2020, Anna Tatangelo nel 2002), è il nome che ad ogni edizione di Sanremo deve piacere a forza sia alle nuove che alle vecchie generazioni. E che puntualmente scompare dopo la finale. Non ho mai capito perché su Anna Tatangelo si sia insistito così tanto; su Leo Gassmann la ragione è fin troppo evidente.

Avevo capito l'antifona già al Sanremo Giovani che gli aprì la strada alla vittoria nelle nuove proposte quando, con una lagna mortale, il rampollo batté Thomas, che invece presentava una canzone discreta.

Nel mio piccolo, voglio rendere giustizia al battuto.