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giovedì 16 novembre 2023

Due pesi e due gaffe

Sul Fatto Quotidiano di ieri, Alessandro Cattelan prende le difese di Francesca Michielin, dopo l'ormai virale gaffe su Ivan Graziani.

Caro Cattelan, te la ricordi Alice Sabatini? La Miss Italia 2015 che, intervistata da Claudio Amendola riguardo a un'epoca in cui le sarebbe piaciuto vivere, rispose: "nel 1942, per vedere realmente la Seconda Guerra Mondiale: tanto sono donna, il militare non l'avrei fatto, sarei stata a casa con la paura"? La ragazza, all'epoca, aveva 18 anni: non ricordo difese da parte tua nei suoi riguardi, quando fu presa a pesci in faccia. Sempre parlando chi "dice una cosa sbagliata e la sua storia viene cancellata completamente", cosa mi racconti di quelle persone, con una carriera a cui ci si può solo inchinare, che per aver pronunciato una frase in contrasto con la propaganda liberal-progressista e guerrafondaia vengono riempite di guano da gente che ha appena finito di ciucciare il latte di mamma? Non ricordo difese di queste persone da parte tua, ma ti capisco: le avessi difese, l'Eurovision Song Contest l'avresti guardato dal divano di casa.

Io non ho mai sentito Francesca Michielin suonare: delle persone che ci hanno avuto a che fare dicono che sia brava. Ma allora perché nella vita non fa questo? Perché vuole fare la direttrice d'orchestra quando è palesemente inadatta? Perché vuole fare la presentatrice infilando una gaffe dietro l'altra? E no, caro Cattelan, le sue gaffe non sono come quelle di Mike Bongiorno, tipo "Paolo sesto? Ahi ahi ahi, amici ascoltatori, la risposta esatta era Paolo Vì!" Mike non sbandierava i suoi titoli - anche perché non ne aveva. Non posso sentir dire da un musicista che Bellissima di Annalisa è una canzone "armonicamente molto complessa"! Se una canzone con i classici quattro accordi è armonicamente molto complessa, una fuga di Bach allora com'è?

Chiunque ha il diritto di commettere errori e anche di fare gaffe. Ma, come dice la saggezza popolare, più alto è il piedistallo sul quale vi ergerete, più vi farete male quando cadrete.

giovedì 10 novembre 2022

Indice e anulare

Una mia ex collega, insegnante di matematica e fisica, aveva avuto il mio stesso professore di Analisi matematica all'università, una quindicina d'anni prima di me; e raccontava che, secondo il detto professore, la matematica fosse "roba da uomini". La cosa non le ha impedito di laurearsi, in ogni caso: e non ricordo troppa vena polemica, nel suo racconto. Giusto un po' di sarcasmo.

Da diversi anni nelle università, sulle riviste di divulgazione scientifica nonché sulle "terze pagine" dei quotidiani imperversano iniziative per incentivare le studentesse ad iscriversi alle cosiddette facoltà STEM (science, technology, engineering, mathematics), a quanto pare ancora feudo maschile. Addirittura erano stati stanziati fondi dal ministero dell'istruzione, qualche anno fa, a tale scopo. Come mai nessuno pensi a incentivare gli uomini a iscriversi a lettere, psicologia o scienza della formazione primaria non è dato sapere, ma va be'.

Le riviste di divulgazione scientifica ho smesso di leggerle appena mi sono iscritto all'università; ma le pagine culturali dei quotidiani, che al contrario a lungo avevo continuato a leggere, da qualche anno non le reggo più. Non c'è numero dove non ci sia il piagnisteo della donna che, da piccola, veniva bullizzata perché le piaceva la matematica piuttosto che i romanzi rosa; o il calcio piuttosto che le bambole. Io preferivo le bambole al calcio, da piccolo, e mi è stato fatto pesare parecchio; ma va be'. (Giocavo anche con le macchinine: ecco perché su di me non si scrivono articoloni.)

Insomma, il mantra è: non esistono giochi da maschi o da femmine; non esistono materie da maschi o da femmine; non esistono mestieri da maschi o da femmine. E chi sostiene che le donne siano più predisposte per i lavori di educazione, di cura, di relazione... è un sessista e un fascista.

A parte il fascismo, che ormai si invoca anche quando qualcuno parla male dei Måneskin, io potrei anche essere d'accordo, e mi spingo oltre: io detesto l'espressione essere portato per... Quando un mio allievo mi dice di non riuscire in matematica perché non è portato, io gli rispondo: smettila di dire boiate e fila a studiare. Com'è che spesso i musicisti provengono da famiglie di musicisti? Perché hanno ereditato il gene del talento musicale, o magari perché fin da piccoli hanno sentito suonare in casa? Rasoio di Ockham in azione: la risposta esatta è la seconda.

Ieri sera, tuttavia, all'Eredità, a un certo punto compare una curiosa domanda:

Faccio una rapida ricerca, e a quanto pare uno studio esiste. L'ha condotto Mark J. Brosnan, dell'università di Bath, ancora nel 2010. Il testosterone e gli estrogeni, durante la gravidanza, sarebbero responsabili della lunghezza delle dita, e una maggiore quantità di testosterone promuoverebbe le aree del cervello dedicate al calcolo e alla misura, mentre una maggiore quantità di estrogeni svilupperebbe le attività verbali e la comunicazione.

Lo studio sarebbe stato condotto su un campione di studenti universitari. No sex differences are found, è scritto nel sommario, ma sbaglio o il testosterone è l'ormone maschile e gli estrogeni sono femminili? Ahi ahi ahi...

Canzone del giorno: Sugarstone - Heart Palpitations.

domenica 11 settembre 2022

Io non mi pento

Teresa De Sio è uno di quei personaggi della musica italiana di cui conosco praticamente solo il nome: come di Claudio Villa, Oscar Carboni o Carla Boni. O no: in realtà c'è una sua canzone che conosco, ed è quella che dà il titolo a questo post.

Riaprendo la casa dove ho vissuto per tanti anni, e poi rimasta disabitata per altrettanti (v. post precedente), di sicuro trovo i dischi ascoltati e riascoltati. E, scorrendoli, perdo il conto degli oh mamma! davvero sono stato capace di comprare questa roba?

Certo che ne sono stato capace. E non so mentire: me li ricordavo tutti, quei dischi, uno per uno.

Ma, come dice la canzone sopra citata, non è giusto pentirsi di ciò che si è amato. Può darsi che quel gruppo adesso sia inascoltabile ma, molti anni fa, fosse davvero valido: un esempio a caso, i Coldplay. Oppure era fuffa fin dall'inizio ma, all'età che avevo, non me ne rendevo conto (e con me un mucchio di gente): che so, gli Europe. Magari era ciò di cui avevo esattamente bisogno a quell'età.

La cosa non vale solo per i gruppi musicali. Vale anche per gli scrittori; in particolare per i giornalisti; parlando di me, nella fattispecie, per Beppe Severgnini.

Lo trovo più simile agli Europe che ai Coldplay: fuffa fin dall'inizio. Eppure l'ho amato. Ne avevo una stima quasi incondizionata, e lo scrivevo anche qui. Ogni giorno seguivo la sua rubrica sul sito del Corriere della Sera dove pubblica, a volte rispondendo, messaggi dei lettori e mi è capitato, qui, di commentare qualcosa. Lo trovavo giustamente moderato - molti lettori di sinistra gli davano del berlusconiano - e ironico. Piaceva a mio padre, insegnante di inglese e affezionatissimo lettore del Corriere, in quanto conoscitore della lingua inglese e del mondo anglosassone; così avevo cominciato a leggerlo e a seguirlo. Andai pure ad ascoltarlo, due volte: a Milano, quando condusse la presentazione di Lunar Park di Bret Easton Ellis - e quando uno spettatore si rivolse allo scrittore californiano dicendogli "io sono gay, e la amo! Anche lei è gay e mi ama?" - e a Padova, quando presentò il suo L'italiano, lezioni semiserie.

Oggi, mi basta vedere la sua faccia in televisione per cambiare canale in tempo zero. Lo trovo l'esempio perfetto della banderuola furba: la persona che ha sempre le parole giuste per piacere ai benpensanti. A coloro che non mettono mai il naso fuori di casa, e fondano la loro opinione sulla narrazione dei mass media. La sua faccia quando, nel Regno Unito, fu chiara la vittoria del leave al referendum sulla Brexit è qualcosa di indescrivibile. Lui era sicuro che avrebbe vinto il remain: ormai gli inglesi sono cosmopoliti, se sono disoccupati a Exeter non vedono l'ora di andare liberamente a Bonn e fare i disoccupati a Bonn.¹ E invece...

Il motivo, per questo cambio di opinione su Beppe Severgnini? Ce n'è più di uno. Ne cito due, giusto per brevità: l'appoggio, nel 2013, alla decisione del Politecnico di Milano di erogare i corsi di laurea magistrale e di dottorato solo in lingua inglese - stiamo scherzando? un cittadino italiano che non ha il diritto di frequentare, in un'istituzione dello Stato italiano, un corso nella lingua ufficiale dello Stato italiano? - e l'appoggio alla buona scuola di Renzi. A Otto e mezzo pare abbia detto: la buona scuola può non piacere, ma Renzi ci ha provato. Provato a fare cosa, di grazia? I più triti luoghi comuni sugli insegnanti, ha avallato: ecco perché il gradimento di coloro che non mettono mai il naso fuori di casa.

Mentre scrivevo questo post, pensavo: ma se l'ho amato, come mi comporterei con Beppe se me lo trovassi di fronte in questo momento? Cosa vincerebbe, tra la stima del passato - ereditata da mio padre, probabilmente - e la disistima del presente?

Probabilmente, lo guarderei come guarderei Joey Tempest degli Europe: ok, mi hai fatto divertire un po', ma il rock è altra cosa.

¹ Lo so, è una citazione da Beppe Grillo: il Beppomonimo, come lo chiamava lui. Che criticava, quando era di moda portarlo in palma di mano. L'ho fatto apposta!

giovedì 8 settembre 2022

Illustri sconosciuti

Alle Giornate Mondiali della Gioventù del 2016, in Polonia, a un certo punto passammo per Nowa Huta, il quartiere industriale di Cracovia. Magdalena, la volontaria che ci accompagnava, ci raccontò brevemente la storia del quartiere: costruito per volere di Stalin, al suo centro vi era una statua di Lenin, abbattuta dopo la caduta del regime. La piazza centrale, anch'essa dedicata a Lenin, fu poi intitolata a Ronald Reagan. Pensai io a tradurre le parole di Magdalena ai miei compagni pellegrini, i quali, in maggioranza ventenni, mi chiesero "e chi è Ronald Reagan?"

Quando, all'esame di maturità del 2019, i candidati dovettero estrarre a caso una busta con lo "spunto" da cui cominciare il colloquio orale, io, commissario interno, non resistetti alla tentazione di rivolgermi ai miei ormai ex studenti con la voce di Mike Bongiorno: allora, il candidato che busta vuole? la uno, la due o la tre? Allegria! Ma ovviamente a ridere furono solo gli altri commissari... In effetti, sarebbe stato come se a me, da studente, avessero citato Walter Chiari. 

Sempre a proposito di scuola, e di polacchi, io, che di certo non sono esente dal commettere errori, dico sempre ai miei studenti che, con me, valgono le parole di papa Giovanni Paolo II subito dopo la sua elezione: se sbaglio mi corrigerete. E mi fa sempre strano che costoro non abbiano mai conosciuto papa Giovanni Paolo II. D'accordo: quando pronunciò quelle parole neanche io ero ancora nato, ma sono state trasmesse in TV talmente tante volte...

Ora ho qualche anno per prepararmi all'incontro con gli studenti che non avranno mai conosciuto la regina Elisabetta II.

mercoledì 29 gennaio 2014

Il momento di dire basta


Si dice che sia difficile cominciare una cosa, ma che sia molto più difficile finirla.
È stato difficile per Paolo Maldini e per Michael Schumacher; è tuttora difficile per Vasco Rossi e per Eugenio Scalfari.
Ed è difficile anche per me, scrivere la parola fine su questo blog.

Quando leggo di blogger che festeggiano il primo, o il secondo compleblog, mi viene da sorridere. Perché quasi otto anni, diconsi otto anni della mia vita sono stati bloggati qui. A fasi alterne, ma qui io ritorno sempre.

Questo blog ha passato periodi belli. Lo chiamai Senza traccia d'istinto: ero fan del telefilm, al tempo, ed era il primo titolo che mi era venuto in mente. C'erano dei giorni in cui passeggiavo, da solo, e mi immaginavo che in sottofondo ci fosse il tema musicale del telefilm. Non la sigla, bensì quelle quattro battute di pianoforte che fanno da leitmotiv, soprattutto nella prima stagione. Era uno stile di vita, per me.

I primi due anni furono bellissimi. Era il periodo in cui presi la patente, e in cui le mie droghe si chiamavano 24, Lost e Harry Potter. L'indirizzo era ***.blogspot.com: ve lo ricordate? Strinsi molte amicizie, alcune delle quali continuarono, altre andarono a morire, assieme ai rispettivi blog.

Nel 2008, poi, cambiai l'indirizzo, che diventò l'attuale. Lo cambiai perché S., la ragazza con cui fino all'agosto di quell'anno fui fidanzato, lo conosceva, e non volevo che leggesse i miei sfoghi.
Ai miei contatti di allora comunicai il nuovo indirizzo, ma è probabile che non tutti abbiano aggiornato la lista dei preferiti.
Un po' per tale ragione, un po' perché fui impegnatissimo con la tesi, alla quale seguì la depressione post lauream, il blog piano piano si arenò.

Risorse un po' tra la seconda metà del 2011 e il 2012, a seguito della morte di mio padre. Tornò ad essere una valvola di sfogo... ma ormai il declino era avviato.

Non dico che sia declinato il suo autore. Ma il blog, pur essendo una mia creatura, ha una sua vita. E oggi la vita di questo blog è simile a quella di un giocatore di Risiko che ha due territori, non riesce a conquistarne nemmeno uno per prendere la carta, spera che un avversario lo uccida per potersi guardare la TV in santa pace nell'altra stanza, ma non muore mai.

Non nego che, alla fine della fiera, ciò che mi fa soffrire in questo momento sia l'avere pochi commenti. Mi si può dire quello che si vuole: che sono incostante e si fa fatica a seguirmi, che a volte parlo di argomenti che non coinvolgono una grande folla; ma la verità è semplice, e ce l'ha insegnata la fine del socialismo. Il mercato è sovrano, e un blog che non ha commenti non è interessante. Punto.

E se penso a quante ore ho perso per scrivere alcuni post, a quanta minuzia metto, a quanto amore spendo per scrivere... mi viene da piangere. In questi giorni la mia mente era un fiume in piena. Vorrei parlare di tante cose, ma poi penso: ma cosa scrivo a fare, ché tanto non interessa a nessuno?

Mi si potrebbe obiettare che misuro la qualità con il numero di mi piace. Giusta obiezione; allo stesso modo non è giusto giudicare le proprie amicizie dal numero di uscite serali ogni settimana. Tuttavia, stare solo, in casa, il sabato sera, quando avrei voglia di uscire, mi deprime: e sfido chiunque a smentirmi.

Mi si potrebbe consigliare di non spendere tanto tempo per un post, ché non è un romanzo destinato a vincere il Bancarella. Ma io sono sempre stato perfezionista: le brutte copie dei miei temi di italiano erano piene di cancellature, correzioni, aggiunte. Non sono mai riuscito a scrivere velocemente e bene. Per questo su Twitter sono una frana.

Non credo di non essere capace di scrivere, e nemmeno di non avere alcuna wit, che è la mia parola inglese preferita, e che non è né la brillantezza, né lo spirito, né il mordente. Su Facebook, quantomeno tra coloro che conosco anche di persona, ne ho spesso la conferma. Ma evidentemente la cosa non funziona qui: perlomeno, essendo qui da quasi otto anni. Troppe, probabilmente, sono le contraddizioni nelle quali sono caduto - tante, d'altra parte, sono le volte che ho cambiato opinione - e io mi sento come quando incontro ex compagni di classe, che mi guardano pensando di avere ancora di fronte il ragazzino di un'era geologica fa.

Personalmente, non smetterò di scrivere, e questo blog non sarà cancellato, ma con ogni probabilità questo è il suo ultimo post.

A rileggerci, ragazzi, e buona fortuna.

lunedì 9 dicembre 2013

Ye Olde Starre Inne

Ecco, questo mi sembra assai più utile dell'accapigliarsi su chi perderà le prossime elezioni. (E Jonathan Strange & Mr Norrell è il motivo per cui ho rispolverato il mio account Twitter.)

venerdì 6 dicembre 2013

Alacri castori e maghi teorici

  • Scrivere una mail ai miei allievi, con i quali stiamo studiando la macchina di Turing, chiamandoli alacri castori: fatto;
  • Descrivere, alla classe giunta a visitare il museo di storia della fisica, il mondo degli studiosi prima della rivoluzione scientifica citando Jonathan Strange & Mr Norrell: fatto.
Canzone del giorno: The Doors - People Are Strange.

giovedì 12 settembre 2013

La colonna sonora della vita: autunno 1987

Ho già avuto modo di dire come Loretta Goggi fosse uno dei miei miti televisivi delle elementari. Devo avere ancora, da qualche parte, la foto autografata che lei mi mandò, con la sua esclamazione: "Felicità!"

(Dovevo essere un bambino particolarmente allegro, se un altro dei miei miti era Mike Bongiorno.)

La sigla finale di Ieri, Goggi e Domani, in onda nella stagione 1987/88, a lungo è stata Isolatamente.

Uno dei primi pezzi della premiata ditta Mogol & Gianni Bella: non male, per un bambino di neanche 8 anni, conoscere le parole anelito, asceta e frotta, vero?


Questo post partecipa all'iniziativa di Attimi di Letizia.

venerdì 2 novembre 2012

Foglia sulla neve #24

Festa di Halloween con una suora partoriente e il mio solenne annuncio della canonizzazione di Roberto Giacobbo!



(Prossima missione: il recupero delle mie uniche foto, in possesso di suor Andrea.)

mercoledì 24 ottobre 2012

Foglia sulla neve #17

La foglia di oggi si chiama crostata.

Ieri sera, tornato a casa dopo le prove del coro, ero molto nervoso, a causa di una signora dallo scarso senso dell'umorismo. Avevo in frigo due uova e un panetto di burro accuratamente tirato fuori dal freezer la sera prima, oltre a farina, zucchero, lievito e marmellata.

Ho fatto la frolla, e già questo basta come antistress.

Ne è uscita una crostata spettacolare, paragonabile a quelle che mi faceva la zia Giuliana.

Ti prego, signora permalosa, fammi innervosire ancora. Non troppo però, se no chiedo alla strega di Biancaneve la ricetta della sfoglia col ripieno di mele.


Canzone del giorno: Smoke City - Underwater Love.

lunedì 1 ottobre 2012

FreeFans Forum (powered by Invision Power Board)

Non so quante volte abbiano campeggiato queste parole, sulla barra superiore del mio browser, dal 2005 al 2009. Duemila? Tremila? Cinquemila? Più volte della parola Google, sicuro.

FreeFans fu la mia casa virtuale, in quegli anni. Ci giunsi cercando cose su CSI e mi parve il paradiso: centinaia di ragazzi appassionati dei telefilm che seguivo! Non che i telefilm siano roba di nicchia, però non è così semplice trovare chi segue proprio ciò che segui tu.

Feci amicizia con un po' di fans di 24, la mia fissazione del momento; Anna (che feci appassionare io a Jack Bauer!) divenne presto la mia drug-mate - perché 24 era la nostra droga e guardavamo le puntate insieme, connessi via msn.
E un'amica, ovviamente, oltre che drug-mate.


Con FreeFans non solo conobbi moltissimi nuovi telefilm - Lost e Prison Break su tutti, ma anche Ugly Betty, Jericho, Six Degrees, October Road, Criminal Minds... - ma anche quelli che già seguivo ebbero tutt'altro sapore. Durante le feste di Natale del 2006, su Raidue replicavano Cold Case, e ogni sera con Domenica (smokeless-mate, mi manchi!) commentavamo l'episodio.

Non si parlava solo di telefilm su FreeFans: la sezione dedicata a Harry Potter era attivissima, e io divenni il Boss della Sala Comune dei Corvonero - fui insignito di questo titolo da Fabio, e ovviamente rimase per sempre. Colei che sarebbe diventata la mia migliore amica, Cinzia, la conobbi lì.

Il prossimo predicatore della falsità dei rapporti nati in rete provi a togliermi Cinzia. Non credo farebbe una bella fine.


Mi perdonino Marta, Lorenza, Karin, Eloisa (nuapurista kuulu se polokan tahti), Annapia, Kate, Daniela, Alessia, Valentina, Antonella, Carolina (whispers in the dark!), Emanuela... e sì, anche Lucia ;-) se non parlo altrettanto diffusamente di voi, ma non basterebbe l'intero spazio che una volta fu di FreeFans per dirvi quanto bene vi voglio.

E non si ingelosisca qualcun altro: FreeFans era più femminile di una facoltà di psicologia! ;-)

Comunque: perché ho parlato dello spazio che una volta fu di FreeFans?

Be', perché da oggi FreeFans non esiste più.
E avevo digitato l'indirizzo giusto ieri, per vedere come fosse la situazione.

È vero che non scrivevo da anni, un po' perché avevo meno tempo per seguire i telefilm, un po' perché tutta una serie di casini - FreeFans sembrava il paradiso, ma non era il paradiso - mi avevano fatto passare la voglia di partecipare.

È vero pure che gli ultimi post, in alcune sezioni, erano datati marzo o aprile. Non ero stato l'unico ad allontanarsi, e forse non solo a causa dei litigi. Non so se ci sia spazio per un forum, nell'anno del Signore 2012. Il bello del forum era la possibilità di commentare anche con giorni o settimane di ritardo, perché l'interesse era sempre vivo. Oggi, al tempo dei social network, o stai sul pezzo o è già roba vecchia.

È vero che, con gli amici del forum, sono pienamente in contatto tramite Facebook.

Ma... insomma, ci siamo capiti, no?

Canzone del giorno: The Who - Who Are You? (in onore di FreeFans)

mercoledì 19 settembre 2012

Il mio uragano

Mon ouragan di Moussu T e lei Jovents, intermezzo della storia di Francesca, raccontata oggi pomeriggio da Matteo Caccia a Voi siete qui:


Poiché il primo amore non si scorda mai, quando sento cantare - se non anche solo parlare - in francese, la differenza tra me e Gomez Addams diventa trascurabile.


No, Matteo, tranquillo: non divento gay per te. Ho già Kurt Hummel che mi tenta. Puoi venire tranquillo il 2 ottobre a Padova.

martedì 14 agosto 2012

In spiaggia all'alba (6) - Cuore vintage su due ruote



Se gli scrittori romantici, orfani dello stato di natura, fuggivano dal caos cittadino, io, orfano delle Olimpiadi, fuggo dal prepotente ritorno del calcio. E se i primi trovavano sollievo nella contemplazione della natura e nelle sensazioni primitive, io lo trovo nelle Perle di sport su Rai Sport 2.

La Rieti-Roccaraso del Giro d'Italia 1987 non è stata una tappa decisiva per la classifica. Una frazione per attaccanti: come Moreno Argentin, allora campione del mondo, che la vinse.

Non dico mi sia venuto un tuffo al cuore, risentendo Adriano De Zan salutare gli appassionati davanti allo schermo: Gentili signore e signori, buongiorno! Anche se ha tenuto compagnia a me e a zia Giuliana nei casalinghi pomeriggi delle elementari, seminando la mia passione per il ciclismo. Quando ho avuto la possibilità di scegliere (i bei tempi di Telemontecarlo!), ho sempre preferito il figlio Davide, con Franco Cribiori al commento tecnico.

Nel 1987 la regia televisiva non era peggiore di oggi. L'audio dalla corsa era ridotto al minimo: non si sentivano le urla dei tifosi o il rombo dell'elicottero. Le sovraimpressioni erano essenziali: più grandi e tutte in maiuscolo; i corridori ormai tagliati fuori dalla lotta per il successo di tappa erano chiamati, espressamente, ritardatari; degli atleti c'era solo il cognome e il numero di gara; durante i replay compariva la scritta replay in alto a sinistra. Maurizio Fondriest era un giovane particolarmente in vista, e di lì a pochi mesi avrebbe strappato la maglia iridata al suo connazionale. Franco Vona, Alberto Volpi e Marco Saligari, futuri protagonisti dei primi anni '90, erano neoprofessionisti. C'era un Bauer, ma non era omonimo dell'eroe di 24: si chiamava Steve ed era canadese. C'era Juan Fernandez, futuro direttore sportivo della Mapei-GB.

E oggi c'è la classica di San Sebastian. Dove le sovraimpressioni sono rigorosamente in basco; ed è la prima corsa, che io ricordi, dove i distacchi sono stati calcolati in tempo reale grazie al GPS. Era il 1994, subito dopo il quarto Tour di Miguel Indurain. Vinse Armand De Las Cuevas, ex gregario del navarro. Un corridore che mi piaceva moltissimo, che un annetto più tardi fuggì in Guadalupa: una fuga d'amore, si disse. Se la prossima Perla di sport fosse proprio quell'edizione, sì: potrei non trattenermi.

L'atmosfera di San Sebastian è sempre un po' surreale e malinconica. Tour e Olimpiadi sono alle spalle, i Mondiali sono ancora lontani: i bilanci di medio termine dominano sulle considerazioni di giornata. Non sono mancate le sorprese, come la vittoria di Xavier Florencio o Miguel Ángel Martín Perdiguero che beffa, sul traguardo, Paolo Bettini.

Mi ha sempre preso un po' la malinconia, in agosto. Come quando andavo a scuola. Ma quanto vorrei che, oggi, la malinconia nascesse solo dal dover tornare a scuola.

Canzone del giorno: Biagio Antonacci - Non vivo più senza te.

lunedì 6 agosto 2012

In spiaggia all'alba (3) ... e il caldo alla testa



Turno eliminatorio del lancio del disco: in pedana il polacco Przemysław Czajkowski.

Franco Bragagna, al microfono di Raidue: Be', qui sarebbe bello sentire una sinfonia!

Canzone del pomeriggio: Darude - Sandstorm.

giovedì 2 agosto 2012

Strano mondo



Io, 33 anni il prossimo dicembre, ho saltato a pié pari Beverly Hills, e forse non è stato del tutto un bene, visto che così facendo sono giunto a Capeside senza alcuna difesa.

Mio cugino, che per pochi mesi la prossima primavera non potrà votare, ha saltato Beverly Hills per ovvi motivi, e ora sta in fissa con 90210.

Canzoni del giorno: Seth Lakeman - King and Country, Mêlée - Built to Last.

mercoledì 1 agosto 2012

In treno all'alba (aspettando la spiaggia)



Ieri sono ufficialmente cominciate le mie vacanze. Su un sedile del notturno Padova-Roma: scelto per risparmiare, con una non trascurabile dose di masochismo.

Dormire lì dentro è un'impresa impossibile, almeno per me. Ma l'Appennino sotto le stelle la vale. Così come la colazione nell'atmosfera surreale della stazione Termini alle 6.10 antimeridiane.

È la terza volta che un treno notturno che prendo arriva in anticipo. Non è che poi Trenitalia si gasa e finisce come la Pellegrini ieri sera?

A tale proposito, con mio cugino sky-munito, ho visto un bel po' di Olimpiadi. E ho goduto, quando miss ghe sboro ha perso. Lei che non ha voluto portare la bandiera (ma gliela offriranno di nuovo, a Rio). Lei che non può stare senza sesso (e senza farcelo sapere). Ho goduto anche se tifavo per Missy Franklin e anche lei è finita fuori dal podio.

Ormai non riesco a vedere un atleta italiano senza pensare all'Isola dei famosi. Vedevo Valerio Aspromonte che si sistemava i capelli tra una stoccata (subita) e l'altra e sentivo la voce di Simona Ventura.

L'immagine del giorno sono però le lacrime di Chad Le Clos. Forse non si è ancora reso conto di aver battuto l'uomo che ha vinto 8 medaglie a Pechino, per non parlare di Atene e Sydney.

Canzone del giorno: Coldplay - Charlie Brown.

lunedì 13 febbraio 2012

domenica 1 gennaio 2012

Das Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker



  • Facendo κουραμπιέδες (biscotti greci con burro - tanto burro! - e mandorle) e la crema al mascarpone con la mia ragazza;
  • onorando la tradizione del concerto di Capodanno a Vienna, con per giunta la Carmen-Quadrille di Eduard Strauss, che non sentivo dai tempi delle medie;
il 2012 non poteva iniziare meglio!

(Se onorerò anche la tradizione del Tour de Ski, prometto che non mi lamenterò fino a... lla Befana! xD)

lunedì 31 ottobre 2011

Cena e colazione

Sabato sera: ero a studiare in ufficio e nel frattempo cercavo di capire se i miei amici avessero intenzione di uscire. Mi ero portato la cena, contando che, o perché fossi rimasto a studiare o fossi uscito, non sarei tornato a casa prima dell'ora di nanna.
Un'amica pugliese, che vive in un collegio qui vicino, mi chiama e mi dice "ho preparato le lasagne, vieni a mangiare con noi?"
E dopo le lasagne, banane con la nutella e biscotti.

Domenica mattina: colazione con un cappuccino fatto da me, un biscottone alla vaniglia del panificio vicino casa, e come sottofondo l'ouverture e il recitativo + aria di Agamennone dall'Ifigenia in Aulide di Gluck, nella prima della Scala del 2002 ritrasmessa da Rai 5.


Prima di una telefonata scassa-gonadi - mi pare giusto, dovendo studiare anche di domenica. Ma se per far andar giù la pillola basta un poco di zucchero, con una dose massiccia è ancora meglio, nevvero?

domenica 16 ottobre 2011

Петрушка

(Questo post voleva essere molto più articolato, ma sto presissimo col lavoro, per cui tutto il resto rimane - per ora - in bozza.)

Consiglio, agli appassionati di musica classica e non solo, che si fossero persi la prima delle 15 puntate in programma di Petruška, dedicata a Pëtr Il'ič Čajkovskij: programmate il videoregistratore, perché sarà replicata stanotte alle 2.45 e - vi fidate di me, vero? - vale davvero la pena vederlo.

Canzone del giorno: Sandry Maestri - Non ci sei più.