domenica 30 dicembre 2012

Ironizzare

Anni di risvegli con Prima pagina di Radiotre causano almeno due magagne:

Oggi, sulla metropolitana, leggevo il quinto capitolo della Ricerca della lingua perfetta (nella cultura europea), nel quale Umberto Eco descrive l'ipotesi monogenetica, ovvero la derivazione di tutte le lingue da una sola.

Tradizionalmente, il ruolo di lingua madre spettava all'ebraico, ma non sono mancate tesi fantasiose, come quella che da Anversa sostenne Giovanni Goropio Becano (Jan van Gorp). Secondo costui, i Cimbri, antenati dei suoi concittadini, discendono direttamente dai figli di Iafet e non erano presenti sotto la torre di Babele, perciò furono risparmiati dalla confusio linguarum e conservarono la lingua primigenia, trasmessa da Dio a Adamo.

Su queste pretese - si legge nel saggio di Eco - ironizza Giambattista Vico.

Ora, parliamone.
La ricerca della lingua perfetta è datato 1993. Nonostante i risvegli - nonché i pranzi e le cene - all'insegna dell'informazione, i miei ricordi delle parole in voga in quegli anni non vanno oltre tangentopoli, Mani pulite, concussione, strage, aula bunker, minimum tax, serpentone monetario.
Non so, in altri termini, se fosse già pratica usuale, nei telegiornali, il pastone politico. Ve lo ricordate, Francesco Pionati ogni sera al TG1? Quel servizio in cui un ministro annuncia un provvedimento, ed è rapido il botta e risposta tra il governo e l'opposizione; i centristi aprono al dialogo mentre è secco l'intervento del sottosegretario.

E che fa il sottosegretario? Ironizza. La CEI critica Berlusconi per la sua politica sull'immigrazione? Maroni ironizza. Giuliano Pisapia diventa sindaco di Milano? Formigoni ironizza. Berlusconi si ricandida alla presidenza del Consiglio? Fini ironizza. Ora, non mi sono andato a rivedere tutti i pastoni delle giornate in questione, ma non passa giorno senza che qualcuno ironizzi. Faccio una proposta ai giornalisti dei tg: prendete cento persone a caso, al mercato della frutta, e leggete loro le dichiarazioni di Maroni, Formigoni e Fini. Se anche uno solo - che non sia Gasparri o Schifani travestito - assorda venditori e acquirenti con una fragorosa risata, siete autorizzati a dire che Maroni, Formigoni e Fini hanno ironizzato.

(Volevo mettere anche Bersani, ma magari qualcuno lo scambia per Crozza.)

Quindi, caro Umberto Eco: se nel 1993 non avevamo così tanti umoristi in Parlamento, fa' finta che non ti abbia detto niente. In caso contrario, tuttavia, non mi puoi mettere Giambattista Vico ai microfoni del TG1 in mezzo a Cossutta, Occhetto e De Mita. Anche perché in seguito potrebbe provare una singolare attrazione per un salotto dalle poltrone bianche e per un anfitrione dal viso maculato, e discettare di corsi e ricorsi su un'isola dei Caraibi.

Canzone del giorno: The Bravery - An Honest Mistake.

venerdì 28 dicembre 2012

Rorate cœli desuper

Uno dei propositi per il 2013 l'ho già fatto: costruire una corona d'Avvento. Una corona canonica, con tre candele viola e una rosa, quest'ultima da accendere alla terza domenica (Gaudete in Domino semper).
E me lo sono segnato in agenda per settembre/ottobre: quando arriva novembre, è già tardi.

Tanto bello è per me l'Avvento quando inizia, quanto veloci sono ad arrivare le feste. Ogni volta mi riprometto di fare tante cose, e puntualmente non le faccio. Per questo mi sono segnato settembre/ottobre in agenda. Sarà un'alternativa alle foglie sulla neve, l'anno prossimo.

Lavoro a parte, dopo i Santi e i Defunti cominciano le gite con destinazione i mercatini di Natale: gli oggetti in vendita sono sempre gli stessi, però che belle le strade illuminate e i giganteschi alberi nelle piazze... e il vin brulè, e i biscotti, e le canzoni in tutte le lingue - almeno per chi ha la fortuna di avere amici stranieri!

Il turno dei panettoni inizia più avanti, alle varie cene: con i colleghi, con gli amici di una comitiva, con gli amici dell'altra comitiva... e non è ancora il tempo dei raduni familiari.

Due sono state le parole d'ordine del mio Avvento. La prima è libri: per il terzo anno consecutivo, sono stato uno dei volontari che fanno i pacchetti regalo per i clienti della Feltrinelli. Nonostante i commessi mi abbiano garantito che non c'è stato un calo di vendite rispetto agli scorsi anni, stavolta ho incartato quasi per metà libri per bambini - normalmente erano circa uno su quattro. Il più regalato, tra i libri "per adulti", è stato quello di Luciana Littizzetto.

La seconda parola d'ordine è stata canto. Ho tirato fuori il mio vestito della laurea all'elevazione musicale nel duomo di Padova, la sera dell'11 dicembre, per poi attendere la mezzanotte e festeggiare il mio compleanno con gli amici. Avevo preparato i brezel per l'occasione, che ebbero successo quasi quanto la mia cravatta arancione.

Di tutti i canti che abbiamo eseguito, il mio preferito è Rorate cœli, introito della quarta domenica di Avvento. Prima nella versione gregoriana - monòdica - poi in una versione a cinque voci, musicata da Salomone Rossi, mantovano, contemporaneo di Claudio Monteverdi. Non era un brano facile: le parti sono tutte sfasate, e trovandomi io vicino ai contralti, quasi lo sbagliavo. Fortuna che mi ero messo accanto a Dario, che è un po' l'appoggio di tutta la sezione.


Ora sto dalla mia famiglia a Roma, e un po' mi dispiace non partecipare a tutte le celebrazioni del Natale. Mi chiedo come ho fatto, a stare quasi dieci anni senza coro.

Canzone del giorno: Popol Vuh - Morgengruß.

sabato 8 dicembre 2012

Neve

Non mentite, gente. A meno che al vostro paese la bevanda standard sia il vin brulè e in garage teniate regolarmente la scorta di legna, anche voi, alla vista del primo oggetto fluttuante di dimensioni inferiori ad un bottoncino della vostra camicia, sognate un bianco Natale, dove le cime degli alberi luccichino e i bambini restino in ascolto per sentire le campanelle delle slitte.

Che una volta si chiamassero mamma, papà o fratellino in cortile, mentre ora si digitano tanti <3 sulla bacheca di Facebook, poco importa. Il paesaggio cambia fisionomia e tutto sembra più pulito, rivestito di un manto di neve fresca.
Dovrebbe scattare automatico il blocco del traffico, in questi casi. Così nessuno invocherebbe la pioggia normalizzatrice. (Tranne Bella Swan.)

Quando c'è neve neanche ti ricordi che tornerai a casa bagnato. Fino a che sei in bicicletta verso casa, e maledici la moda che vuole gli UGG solo per donne.


Ma anche in questo caso, che vuoi che siano 30 secondi per una foto?

Musica del giorno: Jules Mouquet - La flûte de Pan (al concerto di apertura dell'anno accademico del Conservatorio di Padova).

giovedì 6 dicembre 2012

Soldi


Io e mio papà non parlavamo mai di soldi.
Lui aveva sempre voluto non farmi mancare nulla ma, come conseguenza, io non avevo mai saputo nulla della nostra situazione economica.
Se aggiungiamo le mie crescenti preoccupazioni per il mio futuro lavorativo, il risultato fu che quando, per forza di cose, di soldi si parlava, mi montava un'insopportabile nausea. Ogni volta cercavo di sviare il discorso, di rinviarlo a data da destinarsi.

E adesso, quando le scelte sono mie e le preoccupazioni sono decine di volte maggiori, ho decine di volte più la tentazione di fuggire.

Musica del giorno: Salomone Rossi - Rorate caeli desuper.

lunedì 3 dicembre 2012

Ad te levavi

Quest'anno i tradizionali post di ogni domenica d'Avvento verranno chiamati col loro nome, avendo scoperto che ciascuna ne ha uno - che coincide con le prime parole dell'Introito ;-)


Rieccomi qui, ragazzi.
Il primo pensiero di questo Avvento va ovviamente a coloro che hanno animato l'iniziativa delle Foglie sulla neve. Chi con tanti, chi con pochi post... grazie a tutti, non solo per la soddisfazione che ho provato nel vedere questo titolo tante volte in barra, ma soprattutto perché ciascuno di voi le ha dato la sua personale impronta, come una diversa specie arborea.
Sarà un'iniziativa che sicuramente ripeterò l'anno prossimo; magari facendola durare un po' meno, visto che pure a me a un certo punto stava sfuggendo di mano.

Sono già due settimane che Padova è vestita a festa. Io sono del partito pro-Natale, e sto perfino cominciando ad apprezzare le nuove luminarie a LED, decisamente più delicate del blu elettrico in voga qualche anno fa.
Quando passo accanto al grande albero di fronte al Palazzo del Bo, a Padova, non posso non pensare a Ελένη, la mia ex tandem greca, che l'anno scorso volle essere presente all'accensione delle luci. Το χριστουγεννιάτικο δέντρο, così si chiama.

Quest'anno, per la precisione il giorno 11, per la prima volta parteciperò a un'elevazione musicale. Con il coro della cattedrale, con il quale canto da un paio di mesi. Roba seria, si preannuncia: per esempio, un Veni Domine di Felix Mendelssohn, che canteranno le donne. Altro che quella pacchianata della Marcia nuziale...



Passando a brani meno impegnativi, non credevo di poter essere ricordato per un'interpretazione canora, e invece è successo: con la ragazza di un mio ex compagno di teatro, che si ricorda di me ogni volta che sente Il ballo di San Vito, che io manco ricordavo di aver cantato al matrimonio di un nostro amico!


E sempre a proposito di canto, ieri a casa di un mio amico tedesco si è onorata la loro tradizione della prima domenica di Avvento, con Spekulatius, Lebkuchen e Glühwein, e alla fine abbiamo cantato Stille Nacht. È una scemenza, lo so, ma era la prima volta che non ero da solo a cantare l'originale :-)

Canzone del giorno: Gianfranco Manfredi - Ma chi ha detto che non c'è.