sabato 31 ottobre 2009

Filosofia al femminile

Ieri pomeriggio, sala Paladin di Palazzo Moroni a Padova: primo incontro di un ciclo, organizzato dall'associazione οικος-βιος, su psicanalisi, politica, filosofia al femminile; la disfatta del pensiero androcentrico.

Io di filosofia non capisco nulla e, assumendomene tutte le responsabilità, non è una disciplina che mi interessi. Andai alla conferenza solo per sentire una mia amica: la sorella mi aveva detto che avrebbe parlato. Lì, invece, scoprimmo che l'unico intervento sarebbe stato di Paola Zaretti, psicologa e consulente filosofica - ma significa che se sto soffrendo per amore mi legge Schopenhauer?

Alla fine del suo discorso dove in qualche modo c'entrava Hannah Arendt e che era intervallato da letture di altre donne sedute in prima fila, c'era spazio per domande.
Su un'ottantina di persone presenti, gli uomini saranno stati 4, me compreso; e gli unici a prendere la parola furono gli altri 3. Tra ciò che ho capito dopo le domande dei primi due e la successiva replica della relatrice: Leopardi è stato un grandissimo poeta ma era un uomo - ne siamo certi? - la donna dov'era? - a tessere, forse? - le famiglie e le associazioni di volontariato sono portate avanti dalle donne - e io, dopo la mia ultima esperienza, dico: arrangiatevi - pensate a cosa succederebbe se ci fosse uno sciopero generale delle donne - in casa mia, assolutamente niente, visto il sesso dei miei due coinquilini - che però non ci sarà mai, perché le donne non si uniscono, perché non conoscono il potere che hanno - forse perché ce l'hanno solo a 'sti convegni?

Finché il microfono non finì in mano al terzo uomo, evvaiiiiiiiii!!!! Gli slogan del '68, l'utero è mio e me lo gestisco io, gli uomini che per questo motivo si sono allontanati dai legami duraturi, le donne che sculettano davanti alle telecamere. Dopo un po' di vociare tra le donne in sala, ecco la cinquantenne dal lungo abito lilla: voi dovete vergognarvi per quello che avete fatto agli uomini in milioni di anni! voi avete parlato per milioni di anni, è ora di finirla!

Le femministe: se sapessero quanto le amo...

Canzone del giorno: The Killers - Read My Mind.

martedì 27 ottobre 2009

Eleganza casalinga

Dite: la mia maglia...
con la maglia del tour

... fa o non fa pendant con le ciabatte?

ciabatte arancioni


Canzone del giorno: Amorphis - Silent Waters.

martedì 20 ottobre 2009

Niveaustufe A2

Themen 2Oggi mi sono visto con un mio futuro collega, mio compagno l'anno scorso del corso di tedesco - e unico col quale proseguo nella stessa scuola - al quale avevo chiesto di comprare il libro anche per me, poiché ieri, data della prima lezione del corso per il livello A2, dovevo (e avevo il piacere di) essere presente al Gran Gala ciclistico di Conegliano.

Lui non era venuto ad alcuno spritz dove noi aspiranti germanofoni ci eravamo incontrati la scorsa estate; io l'ho aggiornato sugli ormai ex compagni, e lui mi ha brevemente descritto i quattro corsisti nuovi. Tutti sui 25 anni, due ragazzi e due ragazze; tranne una di queste ultime, che l'ha studiato alle medie, tutti hanno cominciato da autodidatti. E l'altra ragazza, stando alle parole del mio futuro collega, è un vocabolario vivente, una della quale ti domandi ma che sta dicendo? dove l'ha pescato 'sto verbo?

Anche una compagna dell'anno scorso dava quest'impressione; una nuova sfida si profila. Di sicuro, ci sarà da divertirsi!

Canzone del giorno: Kasabian - Thick As Thieves.

lunedì 19 ottobre 2009

A 30 anni è ora di crescere

Scambio di sms con il mio amico Valerio, di 22 anni, a inizio settembre:
Cosa concluderesti, se ti dicessi che non riesco a smettere di cantare 21 Guns dei Green Day?
Che hai una regressione adolescenziale!
Mancano ormai meno di due mesi al fatidico cambio di decina, e vi chiedo fin da ora di sostenermi nei giorni che seguiranno - specialmente in gennaio - perché se allo scorso cambio di decina non mi davo pace per la perdita del -teen, figuratevi ora.

Tutti mi dicono che sembro più giovane. Giorgia, l'ultima ragazza con cui sono uscito, il giorno in cui la conobbi e le dissi che ero laureato, credeva avessi appena finito la triennale; alle lezioni di guida, tre anni fa, mi camuffavo tranquillamente con i diciottenni; al corso di tedesco, la scorsa primavera, eine Mitschülerin, die 25 Jahre alt ist, glaubte nicht, dass ich älter als sie bin.

Non è un caso. La cosa non riguarda solo l'aspetto fisico in sé: riguarda il mio modo di essere, il mio modo di vestire, buona parte del mio modo di fare, e le persone che fanno parte della mia comitiva. Sono convinto che, in un contesto diverso, anche la mia apparenza sarebbe diversa. Con la scusa di Valerio, dei telefilm (soprattutto del forum) e della musica, mi sono trovato a frequentare molte persone più giovani di me. È probabile che, avendo vissuto un'adolescenza nella quale mi sentivo diverso dai miei coetanei, ora abbia il desiderio di recuperare. È probabile che, poiché molte delle mie potenzialità le ho scoperte relativamente da poco, viva ora ciò che i miei coetanei hanno vissuto in passato. È probabile anche che, non avendo una relazione fissa, non senta il bisogno di "mettere su casa" e quindi sia meno "maturo" da questo punto di vista. Aveva proprio ragione Giorgia: una storia con me, che non ho un "progetto di vita" - quantomeno, un progetto come lo intende lei - non era possibile.

Ma il nocciolo della questione è che, modestamente, io sono una persona curiosa, e non mi voglio chiudere. Finché non mi stuferò e finché riuscirò ad entusiasmarmi, ai concerti voglio mettermi sotto il palco, e non su una comoda poltrona. Voglio andare alle gare di ciclocross e tornare pieno di vesciche e con gli stivali pieni di fango. Finché avrò la testa, avrò sempre il desiderio di imparare cose nuove - e altre lingue. Per questo dico di non sentire la mia età, e per questo mal sopporto le persone che appaiono "vecchie." E ciò - ormai è chiaro - non ha niente a che vedere con gli anni effettivi.

Canzone del giorno: Laurent Wolf - No Stress.

sabato 17 ottobre 2009

Passare oltre

Mi domando perché non riesca a fregarmene delle persone che mi trattano come un vestito vecchio da buttare. Perché non sia in grado di passare oltre (non sopra, ché è un'altra cosa) e abbia bisogno che costoro riconoscano di avermi fatto male.

Colei che, due post fa, mi ha risposto come un cane rabbioso ad un mio semplice saluto, era una compagna di classe di S. Non ci ho mai avuto troppo a che fare, se non alle feste e in pochissime altre occasioni. L'avevo incontrata la scorsa primavera vicino all'università, a Padova. Non si ricordava chi fossi, ma non mi sembrava ci fossero problemi, tra me e lei. Può darsi che due giorni fa le sia successo veramente qualcosa di brutto, ma io che colpa ne ho? E soprattutto, perché accettare la richiesta di amicizia su Facebook da una persona con cui non vuoi nemmeno scambiare due parole?

Qualcuno mi fa un corso di stronzaggine avanzata? Perché sono sicuro che, in questo caso, col cavolo che la gente si permetterebbe certe cafonaggini...

E poi B., che un tempo era mia amica. Poi, dopo che si fidanzò e lasciò l'università, per cui non ci vedemmo più sul treno, divenne la persona che mi deluse di più, in assoluto. L'estate 2002 è stato il periodo in cui mi sono sentito più solo, in tutta la mia vita: gli unici momenti piacevoli erano gli incontri con i miei due compagni di laboratorio, per scrivere le relazioni di spettroscopia. Per il resto, se volevo un po' di compagnia l'unica via era accendere il televisore.
Chiesi conforto a B., alla quale ero stato vicino qualche mese prima, quando in difficoltà si era trovata lei. Risultato: mai una telefonata, un sms, due righe per posta elettronica. Nella mia casella e-mail, da lei ricevevo solo catene di S. Antonio, barzellette o vignette di pessimo gusto. Un giorno ricevetti da lei un'e-mail, dal titolo ti voglio bene, ed era una catena, una di quelle e-mail che devi mandare a tutti se no arriverà un manipolo di Yakuza a fregarti il portafoglio, la macchina e tutta la tua collezione di porno. Credo di aver pianto davanti allo schermo.
Alle mie richieste di spiegazioni, le giustificazioni di B. erano sempre le stesse: ho sempre problemi col lavoro, mi connetto poco e niente. (Come se non esistesse il telefono.)
Qualche mese dopo, B. si rifece sentire: un'e-mail tutta festosa e piena di buoni propositi. Io, veramente intenzionato a perdonarla, cercai di buttarla sul ridere: quanto impiegherai per sparire, stavolta? Due giorni o due settimane? Ma lei non capì.
E, come volevasi dimostrare, sparì di nuovo, per poi tornare a distanza di mesi, se non di più di un anno. Io non le negai mai una nuova possibilità, ma non sono capace di far tornare le cose come prima se anche l'altra persona non lo vuole. La trattai con molto più distacco - non mi recai volutamente al suo matrimonio, per esempio; ero stato invitato solo alla cerimonia - e quando lei mi chiese il perché di questo distacco, le vomitai addosso tutto. Solo allora le venne il dubbio di avermi ferito nel profondo, nella mia paura più grande, ossia essere abbandonato dalle persone cui voglio bene.
Parlammo al telefono, andai anche a trovarla un anno dopo; la questione sembrava chiarita. Anche dopo di allora ci sentimmo solo sporadicamente, ma avevo accettato la situazione. In fondo anche con altri miei amici non ci sentiamo tutti i giorni, ma quando ci sentiamo è come se non fosse passata neanche un'ora.
Fino a quando B. non se ne uscì di nuovo con una delle sue, stavolta coinvolgendo miei amici.

Perché non riesco a fregarmene? Perché, alla fine della fiera, non posso negare che le voglio bene.

Canzone del giorno: T. I. feat. Justin Timberlake - Dead And Gone.

Bacheca

Ad una fermata della linea 5 di Padova, qualche mese fa:

pannello fermata bussedile fermata bus 1sedile fermata bus 2

Canzone del giorno: Franz Ferdinand - Turn It On.

venerdì 16 ottobre 2009

Dialogo

we
ma insomma si può sapere cosa vuoi dalla mia vita?
non è giornata cazzo!

eh?
ti ripeto che non ci conosciamo
primo: ci conosciamo, te l'ho detto anche l'altra volta
secondo: sarebbe una buona ragione per rispondermi come un cane ad un saluto?

ti avrò salutato due volte
puoi anche rimuovermi dagli amici
ti ho accettato solo per cortesia


Canzone del giorno: Black Eyed Peas - Boom Boom Pow.

martedì 13 ottobre 2009

Lentezza

Io sono una persona lenta. Vado in bestia se, quando c'è tempo, qualcuno mi mette fretta. E ovviamente mi riduco sempre all'ultimo secondo; i miei amici ormai sanno che con me ci sono i 5-10 minuti accademici di ritardo, ma tanto è impossibile non volermi bene.

Sono lento a mangiare, tant'è vero che chi mi invita a pranzo mi chiede sempre se ciò che mi ha offerto non mi piace; ecco, non sono più troppo lento a farmi la doccia. Però sono lentissimo a leggere - mi chiedo come facciano coloro che "divorano" i libri: io se perdo un minimo particolare devo tornare indietro, anche con i dvd! - e a scrivere. Già svolgendo i temi di italiano non ero affatto capace di "buttare giù" tutto nella brutta copia e poi rielaborare nella bella. Le mie brutte copie erano piene di correzioni, perché non proseguivo finché una frase non mi soddisfaceva, in tutti i sensi.

Inutile dire che ciò riguarda anche la scrittura sul web. Anche per scrivere un post su questo blog impiego molto più tempo della media. Non è un caso che con i minifeed di Facebook mi trovi benissimo. Sono iscritto anche a Twitter, ma non lo sto sfruttando: sinceramente non ho capito ancora esattamente come funziona, né mi ispira troppo, mi pare una cosa da fighetti alla Wired (Beppe perdonami!). E, lo so che è paradossale, ma mi sta troppo stretto il limite dei 140 caratteri per post. Ok, direte voi, questo è lo spirito del gioco. Ma forse è proprio perché sono lento che mi piace approfondire, dare respiro alle azioni. È più probabile che mi accinga a leggere un romanzo di 900 pagine piuttosto che un racconto breve, di cui probabilmente non ricorderei nemmeno i nomi dei personaggi.

Tutto questo sproloquio per salutare di nuovo i miei lettori; continuate a volermi bene? :-)

Canzone del giorno: Ensiferum - Tale Of Revenge.