mercoledì 29 novembre 2006

Un corridore dal volto triste, taciturno e schivo

Da bambini, o da adolescenti, tante sono le cose che si imparano a memoria.
Le tabelline; la poesia di Natale da declamare alla recita scolastica o al cenone davanti al parentado in estasi; la filastrocca per ricordare i nomi delle Alpi (ma con gran pena le reca giù) o quella per ricordare i verbi irregolari latini (dic, duc, fac, fer presero un martel, e se non fosse stato per volo, vis avrebbero ucciso fio, fis!); oppure le battute più belle dei film cult (... potrebbe provocare un paradosso temporale del continuum tempo-spazio distruggendo l'intero universo!). Ognuno ha le sue, insomma.
Detto ciò, non vi sorprenderete se io, malato di ciclismo e irrimediabilmente innamorato della Francia, a 15 anni mi ero imparato a memoria un servizio di Enzo Barlocco su Laurent Jalabert, all'indomani della vittoria nella Milano-Sanremo del '95, sulla mitica TMC.
Gli amici della casa di Corvonero lo conoscono fin troppo bene (con una, in particolare, è diventato la nostra parola d'ordine!), ma domani è il suo compleanno, quindi è giunto il momento di declamarlo pubblicamente.
Atmosfera: Et maintenant que vais-je faire de tout ce temps, que sera ma vie...
Un corridore dal volto triste, taciturno e schivo non sprizza certo sicurezza; tutto l'opposto dell'immagine del velocista consacrata dalle cronache: Laurent Jalabert, nato a Mazamet il 30 novembre 1968, almeno fino alla vittoria nella recente Milano-Sanremo è sembrato l'emblema vivente della contraddizione. Al punto da soffrire nelle volate di gruppo per poi andare a vincere, lui velocista, una tappa di montagna alla Vuelta: Lagos de Covadonga, arrivo classico da scalatore.

Irrimediabilmente condannato ad allungare il nutrito elenco dei talenti francesi mai completamente espressi, come Jean-François Bernard, partito come delfino di Hinault, ritrovatosi lo scorso anno a fare il gregario di Indurain, o come Gilles Delion: grandi promesse non mantenute.

È vero che Jaja, come lo chiamano in Francia, ha nel suo palmarès 51 vittorie, ma poche nelle corse veramente importanti: piuttosto, la sua carriera è costellata da una serie incredibile di piazzamenti d'onore ai grossi appuntamenti. Secondo nel '92 al mondiale di Benidorm dietro Bugno, secondo l'anno prima in coppa del mondo dietro Fondriest: in poche parole, un buon corridore ma non un campione.

Lo scorso anno, per la verità, sembrava finalmente l'anno buono: 7 vittorie alla Vuelta e primo nella classifica a punti, si accingeva a disputare il Tour da protagonista per le vittorie di tappa e per la maglia verde, da lui già vinta nel '92. La sfortuna lo eliminò brutalmente dalla corsa ad Armentières, a seguito di una rovinosa caduta causata da un gendarme fotografo, che coinvolse tra gli altri Nelissen e Fontanelli. Un incidente pauroso, che poteva compromettergli la carriera: diverse fratture al volto, quattro denti lasciati sull'asfalto.

Ma forse proprio da questa avventura è nato il nuovo Jalabert, anche se i 6 secondi posti e i 2 terzi del '95 sembravano ricalcare i comportamenti degli anni scorsi. Poi, però, è venuta la Parigi-Nizza vinta in maniera netta, prologo ad una trionfale Milano-Sanremo.
Ora probabilmente Laurent Jalabert ha finalmente risolto le sue contraddizioni: i francesi esultano, ma lui, fedele a se stesso, è ritornato alla vita di sempre, riservata, da tranquillo casalingo, nella sua Mazamet, nel sud della Francia, in attesa di ricaricarsi per nuovi trionfi.
... Je n'ai vraiment plus rien à faire, je n'ai vraiment plus rien...
Non lo nascondo: mentre lo scrivevo, avevo i brividi, così come ogni volta che sento la canzone di Gilbert Bécaud - anzi, lì piango come una fontana. Dottore, c'è una cura?
Non importa: anche se c'è, non la voglio.

domenica 26 novembre 2006

Rassegna stampa di domani

Libero: Comunisti, per un attimo ci avete creduto, eh? (Vittorio Feltri)

il Giornale: Gesù ha impiegato tre giorni per risorgere, a Silvio bastano pochi minuti. (Gianni Baget Bozzo)

sabato 25 novembre 2006

In spiaggia all'alba (5)

Letteralmente.

Ferragosto alle 7 di mattina 1
Ferragosto alle 7 di mattina 2
Ferragosto alle 7 di mattina 3
Ferragosto alle 7 di mattina 4


Canzoni: Bebe - Malo; Rihanna - S.O.S.; Coldplay - The Hardest Part.

Quanta droga tra noi!

Dall'ultimo numero dell'Azione, settimanale della diocesi di Vittorio Veneto:
Ha ragione Michela Frezza (responsabile del Sert locale, ndr) quando dice che nella nostra società si fa tutto più in fretta, presi come siamo dalla smania di bruciare le tappe. Succede anche per il primo contatto con alcol e droghe, spesso combinati insieme: [nel Veneto] a 15 anni il 27 per cento dei maschi e il 18 per cento delle femmine ha già consumato droghe (il 2% anche pesanti!), e a 11 anni il 12% beve alcolici almeno una volta alla settimana.
Quanta droga tra noi: questo è il titolo dell'articolo. Giusto osservarlo, come è giusto chiedersi a che età abbia fumato la prima sigaretta Michela Frezza, tabagista confessa. Cui magari viene la lacrimuccia pensando a quei giorni, quando, adulescentula, si offriva di andare lei a comprare il latte, così da poter incontrare il suo morosetto (Gianni Morandi ha fatto miracoli) e con lui, per pochi minuti, succhiare il ciuccio dei grandi.

Che vogliono da noi questi rompipalle? il tabacco è un piacere, mica una droga; e posso smettere quando voglio. Intanto, solo in Italia ogni anno le sigarette uccidono 90 mila persone; gli incidenti stradali, meno di un decimo; la dipendenza da eroina, quella che si cura nei Sert, meno di un centesimo. L'obbligo di indossare le cinture di sicurezza in automobile porta la data del 1989; il divieto di fumare nei luoghi pubblici, quella di 17 anni dopo.

Canzone del giorno: Modern Talking - Brother Louie.

domenica 19 novembre 2006

Prima del silenzio

Mancano due settimane all'Avvento. Ogni anno mi riprometto di viverlo come si deve, e puntualmente ciò rimane un buon proposito.
Dopo essere riuscito, tuttavia, la scorsa estate, a non litigare mai con un certo mio zio, la fiducia nella capacità di mantenerlo, stavolta, è decisamente aumentata.
Unendomi, perciò, (a mio modo) all'iniziativa di fare silenzio per un giorno lanciata dal blog Tori e toreri, questa è la tabella di marcia per le settimane che verranno:
  • fino al vespero di sabato 2 dicembre: togliermi i sassolini dalle scarpe, badando a non lasciarne dentro nemmeno uno, specialmente per quello che riguarda la questione chiesa/politica;
  • dal vespero del 2 dicembre fino (almeno) a mezzanotte del 6 gennaio: silenzio (attivo), astinenza dalle polemiche e, soprattutto, preghiera.

Anche se, per dire la verità, siccome questo fine settimana sono a Milano dai miei zii, l'Avvento per me è già cominciato.

venerdì 17 novembre 2006

La satira secondo Mariano Sabatini

Sul quotidiano gratuito Metro di oggi, l'opinione è quella di Mariano Sabatini, e il titolo del suo editoriale è Nessuno provi a toccare la satira.
Ok che a tenere banco, in questi giorni, è la polemica sollevata dal Vaticano sulle caricature di Benedetto XVI e del suo segretario Georg Gänswein ad opera, rispettivamente, di Maurizio Crozza e di Fiorello. Ma, visto che si parla di satira, mi sarei aspettato quantomeno una menzione, per non dire una parola di solidarietà, verso Daniele Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi e tutti gli altri attori di satira epurati dalla televisione durante il quinquennio berlusconiano - e non ancora reintegrati, per giunta.
E invece nulla. L'unica responsabile della censura, secondo il signor Sabatini, è la Chiesa cattolica. Il vizio della censura ritorna con Potter, aveva titolato il medesimo giornalista l'anno scorso, quando, a due giorni dall'uscita del sesto volume della saga di J. K. Rowling, qualcuno aveva tirato fuori un carteggio, vecchio di due anni, tra l'allora cardinale Ratzinger e la critica letteraria tedesca Gabriele Kuby, autrice di Harry Potter: bene o male? Il futuro Papa approvava la condanna alle "subdole seduzioni" delle storie di magia.
È un'opinione. Che io non condivido. Così come non penso debbano essere posti dei "paletti" alla satira sul Papa o su altre figure religiose. Ma che coloro che sono oggetto di questa satira possano dire la loro, beh, anche questo è un sacrosanto diritto. Altrimenti ditelo chiaro e tondo: la libertà di espressione è ingerenza quando chi la esercita indossa una tonaca.

giovedì 16 novembre 2006

Remix cubani

Da circa una settimana, sulle radio, si parla dell'ultima fatica dei Buena Vista Social Club orfani di Compay Segundo: una compilation di successi pop/rock degli ultimi anni in salsa cubana.
Ho avuto modo di sentire, sulle medesime frequenze, alcune delle canzoni così riproposte: Clocks dei Coldplay, She Will Be Loved dei Maroon 5 e This Fire dei Franz Ferdinand.
Ora, io non sono affatto contrario alle reinterpretazioni, ma qui neanche di reinterpretazione si parla: cambia la base, ma la traccia vocale è proprio quella originale e il risultato fa letteralmente pena, quasi quanto i remix tunzettari. Se vi aspettate qualcosa di simile alle cover di Tori Amos, o a quelle di Paul Anka di qualche anno fa, siete fuori strada.
C'è da scommettere, in ogni caso, che sarà uno dei dischi più regalati per Natale. Ecco, se eravate nel dubbio, ora sapete cosa non mi dovrete regalare.

Canzone del giorno: Phil Collins - Something Happened On The Way To Heaven.

mercoledì 15 novembre 2006

In spiaggia all'alba (4)

(Ossia: quello che avrei dovuto trascrivere due mesi fa.)

24 agosto: tornando a Roma dal Circeo, all'incrocio tra viale Mazzini e viale Angelico, scoprii che un autobus può non partire anche con il motore in funzione. Non si aprivano nemmeno le porte, se non con il comando di emergenza manuale.
L'elettronica è lo specchio del progresso.

26 agosto: io e una mia zia fummo invitati a cena da mia cugina Marta (*) e da suo marito, sposati da poco più di un anno e mezzo.
Quando ci accolsero in casa, avevano appena cominciato ad apparecchiare la tavola. Marta mi chiese di accendere il televisore su un canale di musica: non essendoci Sky (e quindi Mtv Brand:new), senza esitare io misi Flux.tv - non era nemmeno memorizzato.

Mia zia non aveva mai visto la casa per intero: mentre Marta la conduceva nel giro di ricognizione, io andai a dare una mano a Gianluca in cucina.
Aveva appena messo sul fuoco l'acqua per la pasta, e io buttai il sale. Ne misi la quantità che metto solitamente quando cucino io, pur essendo a conoscenza delle fisime di mia cugina: Gianluca in ogni caso non ebbe obiezioni, tutt'altro.

Quando cominciammo a mangiare, chiaramente Marta se ne accorse subito, ma non è che la prese troppo sul ridere: il formaggio sulla pasta è già salato, l'organismo non deve assumere più di tot milligrammi di sodio al giorno... Quando la notizia di apertura del tg era la mucca pazza, guai a chi le offriva una bistecca; quando era venuta fuori la sars, guai a salire su un mezzo pubblico; quando i polli si erano presi l'influenza, carne bianca raus! Adesso è il momento del sodio, e se la particella dell'acqua Lete è in ascolto, segua il mio consiglio: segua le luci gialle su una qualsiasi autostrada e non si sentirà più sola. Almeno finché Marta non deciderà che vanno abbattute anche quelle.

Il tavolo da pranzo è un bel mobile in legno massiccio, e per quanto grande sia il salotto, le luci rendono molto intima l'atmosfera. Eppure, dice Marta, Gianluca la "obbliga" ogni sera a mangiare sul tavolino dell'angolo-tv - alto mezzo metro, un portariviste - perché così lui può vedere meglio il televisore, "che ormai fa parte della famiglia."

E a proposito, "ma chi ha messo 'sta musica qua?" chiese, alla fine della cena, Gianluca. "Ah, l'ha scelta Marco," rispose Marta. "Terribile!"

Avete presente quando vedete una persona, o un gruppo di persone, e per quanto affetto proviate per loro pregate Dio affinché non vi faccia diventare così? Ecco, ora sapete cosa mi ha insegnato questa serata.


(*) A scanso di equivoci, nel caso qualcuno della famiglia dovesse passare da queste parti: io voglio molto bene alla mia cugina grande, così come a Gianluca, per quanto sia il parente ignoto. Non scriverei mai un epitalamio a una coppia che non stimi. (Lo riproporrò qui in occasione del 2º anniversario, promesso!) Solo, per la mia futura vita auspico qualcosa di ben diverso. Chiaro?

Canzoni di questi giorni: Gnarls Barkley - Crazy; Paloalto - Throwing Stones; Gianna Nannini - Fotoromanza.

lunedì 13 novembre 2006

Ragazza cinquantenne laica ma romantica

Dalle Questioni di cuore del Venerdì di Repubblica:
Ragazza cinquantenne laica ma romantica, ostica alla chat, che altro posso fare per trovare un uomo?
Ora: io capisco che, con i tempi che corrono, si è adolescenti fino al primo bastone da passeggio; a parte gli scherzi, mi fa un certo effetto essere definito uomo a neanche 27 anni.
Ma da quando una persona laica non è romantica? Certo, pensando alla Bonino...

Canzone del giorno: The Raconteurs - Broken Boy Soldier.

domenica 12 novembre 2006

La protesta di Claudio Lippi

Domani sapremo che esito ha avuto la proposta di Claudio Lippi di spegnere i televisori, per un minuto, alle 5.30 di oggi pomeriggio, in nome di una televisione meno rissosa. Io non ho partecipato, ma per un motivo molto semplice: a quell'ora, di domenica, il mio televisore è sempre spento.

Canzone del giorno: The Killers - Jenny Was A Friend Of Mine.

sabato 11 novembre 2006

Foglie

foglie d'acero
foglie sul cofano

Beatrice Borromeo

Dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti alla valletta di Annozero:

Io ho dubbi sulla mia cultura, il mio talento, la mia umanità.
[...]
[Joseph Ratzinger] Non è un Papa, è un teologo. Non mi piace. Non ha umanità.


Non sapremo mai chi ha definito, a microfono acceso, la giornalista Rula Jebreal "gnocca senza testa." Ma una cosa è certa: se l'avesse detto di Beatrice Borromeo, avrebbe tutta la mia solidarietà.

Canzone del giorno: Muse - Exo-Polotics.

domenica 5 novembre 2006

Scalzista per caso

Due sere fa, poco dopo mezzanotte: rientravo dalla sagra di S. Martino dove suonavano dei miei amici, e attraversando la strada principale incrociai una ragazza che camminava lesta sulla banchina, guardandomi come una bambina che era stata colta con le mani nella marmellata.
Dapprima non capii, poi mi accorsi che era scalza e aveva le scarpe in mano. Dovevano essere efficaci, come strumenti di tortura, visto che non solo l'asfalto della strada principale - con un cantiere aperto, per giunta - non deve essere il massimo per fare barefooting, ma tenendo anche conto che la colonnina di mercurio segnava 0 °C.
Un paio di ballerine nella borsa la prossima volta, mademoiselle?

Canzone del giorno: Green Day - Basket Case.

sabato 4 novembre 2006

Scuola guida

Mi vergogno un po' a dirlo.
A quasi 27 anni sto prendendo la patente.

dare precedenza nei sensi unici alternati

Difficile che mi scordi della prima lezione di teoria. Timido come sempre, come il primo giorno di scuola, o come il primo giorno di università.
Aggiungiamoci che la quasi totalità dei miei compagni ha nove anni meno di me, per non parlare di chi fa il patentino per il ciclomotore; e aggiungiamoci che, appena entrato, la prima persona che vidi fu una ragazza alla quale probabilmente ero piaciuto un paio d'anni fa, e che dopo un mese che ci eravamo conosciuti - e che non ci dicevamo più che ciao, come va? in autobus tornando a casa - non mi aveva più salutato... e io un giorno avevo fatto pure una figura da chiodi alla fermata ripetendo due volte ciao, Martina con lei che si voltava infastidita!
Ora è quasi un mese che frequento - le guide ancora non me le fanno fare! - e quando provo i quiz sono sempre sotto i quattro errori; spero che sia così anche all'esame, a casa è sempre più facile.

fermata scuolabus

Questo mi ha fregato. Sono riuscito a dire che è posto in prossimità di giardini pubblici. Ma ora non lo sbaglio più.

Da bambino ero fissato con i segnali stradali. A passeggio, o in macchina, ogni volta chiedevo cosa volessero dire, e presto li imparai tutti. Ricordo difatti dei segnali che erano in uso negli anni '80 e che ora non ci sono più: il divieto di svolta, per esempio (ora si mettono solo le direzioni consentite, come segnale di obbligo), oppure il divieto di inversione a U, o ancora il vecchio stop di forma circolare, con il triangolo inscritto. Avevo anche un gioco con cui si poteva costruire delle strade, mettendo insieme i vari pezzi, con segnali, semafori eccetera; chissà se è ancora in garage o l'ho regalato.
Ora, per le strade, guardo di nuovo i segnali chiedendomi ogni volta cosa significano, se non sono segnali che si incontrano tutti i giorni.

sottovia

Come dire, non è mai troppo tardi per tornare bambini.

Canzone del giorno: Goo Goo Dolls - Better Days.

venerdì 3 novembre 2006

SCLL ad Auronzo (3bis)

Alcune dimenticanze:
  • innanzitutto, da bravi appassionati di Harry Potter, la discussione sulla bontà o meno di Severus Snape: è davvero un Mangiamorte o è sotto copertura? L'uccisione di Dumbledore è stata concordata? Io sono convinto di sì, e anche Lorenza;
  • le oscenità nelle traduzioni dei nomi dei personaggi: Silente è il primo, ma anche Lumacorno - che bello aver letto il 6º libro in inglese, e che perciò venga spontaneo dire Slughorn - oppure Specchio delle Brame (Mirror of Erised);
  • il coro per la tifoseria della squadra di Quidditch di Corvonero: come i NanowaR gridano Power of the power of the power of the power of the power of the power of the Great Sword! noi grideremo Power of the power of the power of the power of the power of the power of Ravenclaw!
E, come da promessa, la nostra foto!

Lory e io

Conegliano, stazione di Conegliano

In attesa del treno per Vittorio Veneto: un tizio dai capelli bianchi, faccia tonda come un pallone da calcio, espressione tipica di chi ha appena perso a poker contro un bluffatore sedicenne, fa a pugni per scendere da un treno particolarmente affollato, e una volta sul marciapiede sbotta: "... impossibile viaggiare... che schifo l'Italia... han voluto i comunisti..."
Ho la soluzione per te, amico: smetti di leggere Libero. Fa bene soprattutto al cervello, fidati.

Canzone del giorno: Michelle Branch - All You Wanted.