domenica 30 agosto 2009

Was entfernt sich schneller?

L'anno scorso, nel periodo buio post-fine amore, mi domandavo se sarei stato capace di non escludere del tutto, dalla mia vita, tutto ciò che mi ricordava S. Subito mi risposi che S. sarebbe passata presto; la musica, i film... e soprattutto le stelle, no. E la risposta sarebbe stata confermata dai fatti, salvo alcune eccezioni, l'ultima di un paio di mesi fa: scendendo dal treno a Mestre, la radio che ascoltavo in cuffia trasmetteva She Will Be Loved dei Maroon 5, una delle canzoni preferite di S., e io mi distrassi al punto che, giunto al binario dove avrei atteso il treno per Padova, dovetti tornare di corsa sul treno dal quale ero sceso perché avevo dimenticato, a bordo, il romanzo che stavo leggendo. Falso allarme.

Oggi, sulla Domenica del Sole 24 Ore, Riccardo Chiaberge parla di montagna: "creste di ghiaccio che cedono, pareti che si sgretolano, massi di granito che si staccano." I sindaci sono costretti a vietare le scalate ad alcune cime per pericolo di frane, e le guide - die Bergführer, "come li chiamano (con termine un po' inquietante) nelle valli di lingua tedesca" - diventano inservibili quando "è la topografia, la struttura stessa della montagna che cambia sotto gli scarponi."
Tuttavia anche in pianura, di questi tempi, noi vaghiamo alla cieca: "mancano i segnavia, i punti di riferimento, le guide. Non führer o duci dei quali non sentiamo alcun bisogno, ma leader che ci aiutino a risalire senza mettere il piede in fallo."

Dunque, dottor Chiaberge. In attesa di rileggere qualche articolo intelligente - visto che lei li sa scrivere - prima di tutto le devo fare un ripassino. Qualsiasi studente di tedesco lo impara alla prima lezione, ma forse lei se l'è persa. I sostantivi, in tedesco, vanno sempre con l'iniziale maiuscola. Quindi non führer, bensì Führer.

Ma soprattutto, dottor Chiaberge, le devo un grazie. Per aver dato man forte, nelle quattro colonne del suo Contrappunto, a tutti i caproni che offendono il tedesco e coloro che lo parlano - o che lo studiano, come me - bollandola come la lingua di Hitler. Forse, secondo lei e qualche altro benpensante, la Germania avrebbe dovuto bandire la parola Führer; ma, per suo sommo disappunto, deve prendere atto che significa semplicemente guida, perciò a ragione è usata per identificare le guide per turisti e per alpinisti.

Hitler e il nazismo passano, la lingua tedesca no. O meglio: prima o poi passerà anche lei, ma pur sempre dopo i Chiaberge.

Canzone del giorno: Pussycat Dolls - Hush Hush; Hush Hush.

martedì 11 agosto 2009

Effetto spiaggia

È una tradizione, ormai, l'ascolto di Safari Beach dei Mau Mau il giorno prima di partire per le vacanze.

Venerdì scorso ho conosciuto i Versione acustica, duo vittoriese nato dalle ceneri degli Angels. All'osteria al Ponte hanno proposto versioni acustiche di pezzi vecchi e nuovi, italiani e stranieri - e non dimentichiamo, dedicata a me, la prima strofa, in tedesco, di Durch den Monsun dei Tokio Hotel.

Versione acustica e sessantenne nostalgica

I complimenti a loro li ho già fatti di persona; l'unica cosa che mi sento di dire a Carlo e Simone è: mettete via Celentano, Nomadi, Battisti e tutta la fuffa nazionalpopolare da falò sulla spiaggia. A meno che vi piaccia farvi fregare il microfono dal vecchietto arzillo, dalla papagirl fomentata o dalla sessantenne nostalgica al grido di "questa era la musica dei nostri tempi!" - e risvegliare gli istinti karaokeschi di coloro che, altrimenti, non avrebbero il coraggio di chiedere albechiare, acqueazzurre, piccoligrandiamori e via discorrendo.

Ma ora parlo da ggggiòvane. Talmente ggggiòvane che, a parte gli Who e pochissimi altri, non riesco a sentire musica più vecchia di 15 anni, o giù di lì. Non so spiegare il motivo: forse perché da adolescente anch'io avevo bisogno di certezze, al punto che ho ascoltato i Pink Floyd fino alla nausea. Poi è venuto il tempo del revival anni '80, che se dapprima era prerogativa di gente che gli anni '80 effettivamente li aveva vissuti (e io che facevo a pugni per inserirmi tra loro), presto si è concretizzato nei sedicenni danzanti Maracaibo nei locali.

Ora - non me ne voglia l'interessato che, a scanso di equivoci, trovo molto simpatico - mi fa così strano vedere quel ragazzo del mio quartiere, a Padova, essere così patito degli Oasis. O, quantomeno, fa strano a me, che gli Oasis li ascoltavo al liceo. E non avrei mai pensato di essere sconcertato perfino di fronte a coloro che sono diventati fans dei Muse con Starlight e Supermassive Black Hole e, sempre per ragioni anagrafiche, non avevano avuto modo di conoscerli ai tempi di Sunburn o Plug In Baby.

Ma'. Al concerto di White Lies, Franz Ferdinand e Killers, a Roma il 14 luglio scorso, una fan di Kapranos & C. li ha conosciuti quando aveva la mia età. Ho speranze.

White Lies

giovedì 6 agosto 2009

Palle da 100 e lode

Non so se, con la scusa della privacy, i giornali locali pubblichino ancora, alla fine degli esami di maturità, i voti dei neo-diplomati, con allegate foto di coloro che hanno conseguito il massimo dei voti.

Oggi, sul Corriere, ci sono le storie da 100 e lode: nove ragazzi vivono i loro quindici warholiani minuti di celebrità. Ci sono Silvia e Noemi che dichiarano di non aver incontrato troppe difficoltà, a differenza di Laura, che sui libri ha sudato. C'è Alvise, mio futuro collega; e Andrea, che prima dell'università spera di conquistare un po' di greche citando loro Schopenhauer. Comun denominatore, il desiderio di non dover lasciare le proprie passioni, di non essere etichettati come secchioni, di mostrare che lo studio è importante ma c'è anche molto altro, come lo sport, la musica o il volontariato.

È molto probabile che io, alla loro età, avrei dato risposte molto simili alle loro. Ma ora, che di anni ne ho 10 di più, con tutto il rispetto (e l'ammirazione) per loro, e un bel chissenefrega? Mi sembrano storie di ragazzi normalissimi: qualcuno sembra simpatico, qualcun altro un po' scostante; ad altri ancora sarìa da mandarghe quel del formai'.

Ma soprattutto, perché minimizzare l'essere studiosi? Per allontanare gli invidiosi? Quelli ci saranno sempre, e ci sarebbero anche se foste gli ultimi della classe: invidierebbero altre cose. Perché gli amici non strabuzzino gli occhi se in macchina mettete i Franz Ferdinand invece che Schumann? L'importante è non forzarsi ed essere coerenti.

Meno male che ai 110 e lode all'università i giornalisti non sono così interessati ;-)

Canzone del giorno: The Veils - The Leavers Dance.