martedì 31 marzo 2009

Kairòs a Motta di Livenza

Festa dei giovani 2009

Ma chissà perché ho l'impressione che sabato 4 aprile io sarò lì... :-)

Canzone del giorno: Green Day - Boulevard Of Broken Dreams.

lunedì 30 marzo 2009

L'invidia è una brutta bestia...

Dal gruppo Secchioni su Facebook:
SECCHIONI DI MERDA VI AMMAZZEREMO TUTTI GIUROOOOOOOOOO

A MORTE I SECCHIONIIIIIII

SPERIAMO ANNIENTINO LA VOSTRA STUPIDA RAZZA
DAI VAI A GUARDARE DISCOVERY CHANNEL MENTRE TI LEGGI UN LIBRO E FAI I COMPITI RIDICOLI FROCI

HO NOTATE CHE TUTTI I SECCHIONI/E SONO TUTTI COZZI/E

AH ECCO PERCHE' NESSUNO VI VUOLE!!
Caro "Pasky Capo" , mi dispiace deluderti: siamo molti più che nel peggiore dei tuoi incubi. Ma non perderti d'animo: sei sempre in tempo per avere anche tu gli amici più belli del mondo.

Canzone del giorno: Roxette - Listen To Your Heart.

sabato 28 marzo 2009

Ore 4.20 am

Non ci posso credere... esiste ancora?

monoscopio


Canzone del giorno: Katy Perry - Hot 'n' Cold.

giovedì 26 marzo 2009

Lode a Gnuplot

Una delle cose che non sarò mai in grado di fare è prendermi per tempo.
Seppi la scadenza per la consegna della tesi (2 marzo) a una settimana dalle vacanze di Natale, e praticamente l'unica cosa che avevo in mano era il programma di simulazione, finalmente funzionante.
Da quel momento il calcolatore lavorò a pieno regime e, sul fronte "testo" , alla stesura si affiancò l'inserimento dei primi grafici.

mappa potenziale canali paraboliciPer questi ultimi, sapevo che è molto quotato Grace; fino ad allora, per controllare i risultati, avevo usato Gnuplot, del quale proprio in quel momento stavo scoprendo alcune potenzialità più avanzate, dovendo visualizzare il risultato del calcolo di un potenziale dipendente da due coordinate (isocline + mappa a colori).
Dal momento, perciò, che già avevo un po' di confidenza e il tempo stringeva, decisi di lasciar perdere Grace e usare esclusivamente Gnuplot: non ebbi più dubbi quando lessi che si può impostare la virgola (convenzione europea), anziché il punto (convenzione anglosassone), come separatore decimale (comando: set decimalsign ',').

Non è certamente un programma perfetto, ma ho buoni motivi per consigliarlo, quantomeno a coloro che non spaventa l'idea di dover digitare i comandi da tastiera:
  • è gratuito e occupa poca memoria;
  • le tabelle dei dati sono contenute in file di testo; le colonne sono separate da spazi o tabulazioni, e con un solo comando si possono selezionare le colonne da usare: p. es. plot 'risultati.dat' u 4:3 w p fa comparire i punti (w p è forma abbreviata per with points) le cui ascisse stanno nella 4ª colonna e le ordinate nella 3ª (u = using); le snervanti selezioni col mouse di Excel sono un lontanissimo ricordo;
  • come valori, si possono impostare funzioni dei dati del file di input, e loro combinazioni: p. es. il comando plot 'risultati.dat' u (log($1)+$2):3 mette, in ascissa, la somma del logaritmo del valore della 1ª colonna e del valore della 2ª, e in ordinata il valore della 3ª;
  • fa le barre di errore, lungo x e y;
  • i grafici sono salvati come immagini (PostScript, png...) e non come parti di un foglio elettronico, e possono essere a colori o in bianco e nero;
  • se si devono usare le stesse impostazioni per più grafici, si possono inserire i comandi corrispondenti in un file di testo, richiamabile con load 'impostazioniGrafico' ;
  • si possono calcolare rette o curve di regressione;
  • ... e molte cose ancora.
Per andare oltre le funzionalità base, occorre conoscere i comandi e la loro sintassi, ma fortunatamente il manuale ufficiale (in inglese) è chiaro e contiene molti esempi.
Buon divertimento :-)

Canzone del giorno: Amy Macdonald - This Is The Life.

mercoledì 25 marzo 2009

Circoli chiusi

Almeno due cicli si sono chiusi nel periodo della mia tesi.

Al primo semestre del primo anno, quando ero iscritto a Ingegneria delle telecomunicazioni, contrariamente alla quasi totalità dei miei compagni, amavo il corso di Analisi matematica e odiavo quello di Fondamenti di informatica. Non capivo nulla: con la programmazione partivo da meno di zero - non sapevo neanche cosa fosse un array - e il prof dava troppe cose per scontate.
A febbraio avevo studiato per l'esame e avevo anche passato i compitini (che valevano come scritto), ma il giorno della prova pratica di programmazione mi venne l'influenza, e a giugno non sostenni più l'esame perché avevo già deciso di passare a Fisica.

Per iscrivermi a Fisica dovetti integrare Analisi I e Fisica I, e se per la prima non ci furono problemi, la seconda fu un incubo che mi perseguitò per almeno un anno.
Dovevo portare due argomenti: le trasformazioni di Lorentz della relatività ristretta e i fluidi reali. Quest'ultimo, per giunta, l'avevo già studiato per l'esame.
Come prima domanda, il prof mi chiese la tensione superficiale.
Non riuscii nemmeno a finire la prima frase che il prof mi fermò: "Se lei parla così non convince nessuno. Lei non ha messo in relazione la tensione superficiale con la temperatura critica."
Io non capii cosa c'entrasse la temperatura critica e, un po' timidamente, ribattei che così avevo letto nel testo e che mi sembrava chiaro. E lui, che nel frattempo si era acceso una Super senza filtro, sbuffandomi il fumo in faccia: "Se uno mi giustifica una risposta dicendo che è scritta sul testo lo mando via! Qual è la realtà fisica che sta alla base della tensione superficiale?"
Io non sapevo più che dire: per quello che ne sapevo, la tensione superficiale è dovuta alla non simmetria sferica delle forze (legami a idrogeno, forze di van der Waals) cui è soggetta una particella che si trova sulla superficie del liquido, a differenza di quanto accade per una particella che si trova all'interno (in gergo, nel bulk). Non potei far altro che ripetere quanto già avevo detto, non sapendo in che altro modo spiegare il fenomeno. E a lui non andava bene. Dovevo parlare della temperatura critica.
Dopo un po' di tira e molla arrivai a dire che, alla temperatura critica, la tensione superficiale è nulla perché uguali sono le densità di liquido e vapore in regime di coesistenza. Ma ancora la descrizione del fenomeno non lo soddisfaceva.
Esasperato, il professore mi disegnò uno schema in cui c'entrava la "sfera d'azione" di una particella, nonché le possibili forme del menisco che può avere un liquido in un tubo capillare.
Mi salvai, alla fine, rispondendogli bene sulla dimensionalità della tensione superficiale (forza/lunghezza); il prof concluse con: "io la sua integrazione la considero positiva, ma non è così che si studia la fisica! se continua così lei avrà grossi problemi!"

Sia chiaro: quello che ho appena raccontato è sicuramente successo ad ogni studente, il quale probabilmente l'ha liquidato con un "ma chi se ne frega di 'sto vecchio babbione (il prof non era decisamente un giovincello, ndr), intanto ho passato l'esame (e gesto dell'ombrello)!" Però cercate di capirmi: io ero un secchione di prima categoria, avevo superato i primi tre esami senza mai scendere sotto il 30, mai un insegnante mi aveva trattato male senza motivo - la mia prof di italiano delle medie, che pure ho odiato, a suo modo un motivo ce l'aveva - e soprattutto, nonostante fossi uscito dal liceo con la convinzione che avrei spaccato il mondo, non avevo affatto fiducia in me stesso, ed ero di conseguenza estremamente sensibile alle critiche di uno che era, o che io sentivo, superiore a me.

Insomma, uscii dal dipartimento sentendomi una merda, e l'arroganza di quel professore e la puzza delle sue Super senza filtro mi ossessionarono almeno fino a quando non sostenni Fisica II, prendendo un altro 30, con un professore che aveva proprio l'impostazione che piace a me. Mettiamoci anche il fatto che l'accoglienza, da parte dei miei nuovi compagni, fu la peggiore che potessi immaginare: ad Analisi II fui in difficoltà fin dall'inizio, per la rapidità con cui si susseguivano gli argomenti (e io ho sempre avuto bisogno di tempo per assimilarne uno come si deve) e le mie lacune in algebra lineare. Ma nessuno mi aiutava: agli occhi dei miei compagni io ero l'ennesimo concorrente per i posti da ricercatore, anzi, ero pure colui che aveva fatto il furbo sostenendo gli esami del primo anno in una facoltà facile.
Non ho problemi a ricordare i loro nomi: Luca, Saverio, Anna, Daniele, Filippo... Da un lato non volevo essere come loro, monotematici e supponenti; dall'altro mi rodeva non riuscire ad entrare nella loro cerchia, perché erano maledettamente bravi, e io non ero in grado di tenere il loro passo.

A dieci anni di distanza, sono felice di non esserci entrato. Innanzitutto perché ora so cosa significa conoscere i miei limiti e sapere fin dove posso spingermi oltre. So cosa significa non giudicare un'altra persona perché non arriva dove arrivo io, e non sentirmi giudicato perché io non arrivo a dove arriva lei. E non sono sicuro che lo sappiano anche loro.
E poi, loro non hanno fatto nulla che a me manchi. Non sono poi così scarso, a quanto pare.

Dicevo, in ogni caso, dei cicli conclusisi: non volevo fare informatica, ho fatto la tesi in fisica computazionale e meno male che avevo seguito il corso di Fondamenti di informatica; ora programmare mi piace pure.
E quale sistema fisico ho studiato? Ma un fluido reale, ovviamente; curva di coesistenza, temperatura critica... ecco, la tensione superficiale non l'ho calcolata. Ma posso sempre rimediare.

Canzone del giorno: Marc Lavoine et Bambou - Dis-moi que l'amour.

domenica 22 marzo 2009

La fine di un'epoca

Ho una certa esitazione a riscrivere in questo spazio, dopo più di tre mesi di assenza.

Per non farla lunga: mi sono laureato, e con 110 e lode!!!!!

Ancora non mi sembra vero, dopo anni che inseguivo questo traguardo, sempre più svogliato nel preparare gli ultimi esami, e i mesi della tesi, tra gli yattaaaaa!!!!! urlati quando il programma di simulazione funzionava (e i risultati avevano senso!) e le crisi isteriche quando invece sembrava non funzionare niente, e il tempo stringeva.

Avrei raccontato in diretta il progresso del lavoro, ma non l'ho più fatto un po' per scaramanzia (chi mi segue su Facebook ha saputo anche troppo, nondimeno) e un po' perché veramente non avevo tempo. Non ho letto nemmeno un intero libro in questi mesi: quando tornavo a casa, o dalla facoltà, o dal Deutschkurs, o dal laboratorio teatrale, cenavo e poi a letto riuscivo al massimo a sfogliare una rivista.

Tra lunedì e giovedì sono stati quattro giorni stupendi, forse i più belli della mia vita.

Si è chiusa un'epoca: mi resta solo da ascoltare il consueto concerto op. 3 n. 6 RV 356 di Vivaldi per l'ufficializzazione.
Di solito, passato un esame, la prima cosa che facevo era comprare il libro per l'esame successivo. Che poi ero capace di non aprire per settimane, ma almeno sapevo che compito avevo.
Ora mi sento un po' senza un obiettivo... ma non c'è problema, lo troverò quanto prima.

Canzone del giorno: Damien Rice - Older Chests.