sabato 9 dicembre 2006

Paris-Tours no-spoiler

Devo confessare una grave colpa: quando mi ero recato al Gran Galà ciclistico di Conegliano, lo scorso 16 ottobre, non ero a conoscenza del risultato delle ultime due classiche del calendario, ovvero Paris-Tours e Giro di Lombardia. Mi ero stampato le relative "live coverages" di cyclingnews.com prima di prendere il treno, ma durante il viaggio lessi solo quella della seconda, sicuro com'è vero Dio che era stata vinta da Paolo Bettini - e non mi sbagliavo. Ma soprattutto perché la gara francese l'avevo registrata, e se proprio qualcuno doveva rovinarmi la sorpresa, almeno non volevo essere io.
Alla cerimonia non fu fatto nemmeno un accenno, da cui immaginai che non l'avesse vinta un italiano: l'incertezza era salva.

Del resto, vedere le competizioni sportive in differita è la mia specialità: già da adolescente, quando facevo l'animatore al Grest parrocchiale, registravo la tappa del Tour e me la vedevo una volta tornato a casa, prima di cena - vabbè che in quegli anni le gare ciclistiche le guardavo e le riguardavo fino a impararmele a memoria, ma questa è un'altra storia - poi le Olimpiadi invernali di Nagano, che per l'orario italiano si svolgevano a notte fonda; quelle di Salt Lake City, durante le quali ero impegnato tutti i pomeriggi con il mio compagno a scrivere le relazioni del laboratorio di elettronica; e anche le partite dei Mondiali nippo-coreani.

Sta di fatto che, stavolta, la cassetta rimase al suo posto fino a un'ora fa.
GruppettoMa la magia, quando davanti a me (con o senza uno schermo in mezzo) una strada si riempie di corridori, è sempre la stessa. Anche perché l'unica classica che Eddy Merckx non ha mai vinto è sempre stata prodiga di finali inaspettati e spettacolari.
Spettacolare come la volata della prima edizione che vidi: quella del 1994, la prima grande vittoria per Erik Zabel. Un'edizione che era stata caratterizzata dalla lunghissima fuga di Emmanuel Mallet, ventiquattrenne della Aubervilliers '93-Peugeot.
La fuga, lì neutralizzata, andò invece in porto nel 2002, quando uno stratosferico Richard Virenque arrivò praticamente davanti al gruppo che già pregustava il sapore delle sue carni.
E anche quest'anno la corsa è stata animata fin dall'inizio. A poco meno di 30 km dalla conclusione gli atleti al comando sono cinque: Gasparotto, Moreni, Van Impe, Guesdon e Arvesen. Erano i superstiti di una fuga cominciata dopo appena 33 km. A circa 45" insegue un più numeroso drappello, proveniente anch'esso dalla medesima azione, e a 2' 20" il plotone, che recupera a vista d'occhio. 2' 00", 1' 40", 1' 20" ... dopo pochi chilometri i due gruppi inseguitori si uniscono, e appena prima delle salitelle finali il divario dai battistrada è di poche centinaia di metri.
Una volta erano due gli strappi: il Joue les Tours e la Côte du Petit Pas d'Âne. Quest'ultima c'è ancora, ma prima di essa vengono la Côte de l'Épan e la Côte du Pont Volant: sulla prima scatta Frédéric Guesdon, raggiunto nella successiva discesa da Kurt-Asle Arvesen. Io tifo spudoratamente per il transalpino, che dopo l'exploit alla Roubaix di nove anni fa è sempre rimasto in un quasi anonimato. Ho un bellissimo ricordo di quella Roubaix: era il mio ultimo anno di scuola, la foto di Guesdon campeggiò sul mio diario, e il suo nome in matita - non sono un vandalo, io! - sul mio banco; una ragazza di un'altra classe, che per un'ora usò la nostra aula, un giorno lo decorò... chissà chi era, e cosa pensò di colui che l'aveva scritto!
Per non parlare del fatto che appena due giorni prima di quella Roubaix ebbe inizio una saga che mi vide protagonista per quasi due anni; vittoriesi, su ché ve la ricordate di sicuro: madre e figlia, tentativo di fidanzamento combinato, Cansiglio...

Ma torniamo a noi. Il plotone ha un momento di incertezza, e il vantaggio della coppia, inizialmente di una dozzina di secondi, aumenta leggermente. Quello che basta per permettere loro di giocarsi la vittoria sulla mitica Avenue de Grammont.

Guesdon

Sotto la flamme rouge dell'ultimo chilometro è Arvesen davanti. Si ferma, vuole che passi Guesdon, ma il francese non cade nella trappola. A 250 m dall'arrivo Guesdon parte. Il norvegese, ex campione del mondo under 23, non lo raggiunge. Guesdon vince!!!!

Ecco. Avete visto? Come fosse stato in diretta.

Canzone del giorno: Atomship - Mothra.

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