giovedì 14 luglio 2011

La strada è (anche) mia

Una delle cose che mi mancherebbero, dovessi un giorno trasferirmi a Roma o più a sud, è la possibilità di usare la bicicletta ogni giorno.

La giungla stradale di Padova non scherza; ma pensando ad altre città italiane, possiamo dire che qui le biciclette riescono a circolare. Se non altro, perché quasi tutti gli studenti universitari ne hanno una, e si impongono per numero.



Non do tutta la colpa agli automobilisti e alla loro fretta: da quando guido l'auto, il mio comportamento sulle due ruote è decisamente migliorato. Ma, sperando che nessuno si offenda, credo che l'ultimo mezzo a trazione muscolare utilizzato da molti automobilisti incazzosi avesse ancora le ruotine.
  • Chiunque abbia inforcato una bicicletta - priva di pedalata assistita - sa che il momento più faticoso è la partenza. Passare da v = 0 a v > 0, in verità, è il momento più faticoso anche per un motore, come ci hanno insegnato alla lezione sull'attrito statico e dinamico. Peccato che i pedali della bicicletta siano ben più duri di quelli del motore: quindi, sebbene ciò non esoneri alcun ciclista dal rispettare le precedenze, non sorprendetevi se costui cerca di evitare l'arresto.
  • Cari automobilisti frettolosi: se arrivate ogni giorno in ritardo al lavoro, svegliatevi un quarto d'ora prima. Il tempo di percorrenza in automobile, lungo un percorso di città, non cambia significativamente tra un guidatore normale e un emulo di Sebastian Vettel. Il vecchietto col cappello occupa tutta la corsia e spesso potete solo pregare che svolti; per superare un ciclista, anche indisciplinato, spesso basta pazientare un centinaio di metri. Per poi ritrovarvelo al semaforo.
  • Cari ciclomotoristi: quella corsia delimitata da una striscia gialla e col disegno anamorfico di un velocipede si chiama pista ciclabile, non pista motociclabile. È inutile che mi insultiate se io mi spavento vedendovi arrivare sparati e comincio ad andare a zig zag: lì non ci potete stare.
  • Se ci sono delle auto parcheggiate sulla destra, ricordatevi che almeno io ho il terrore di finire contro una portiera aperta all'improvviso - un anno fa mi è successo, e fortunatamente me la sono cavata con qualche graffio sul torace. Quindi, rassegnatevi: io sto a distanza di sicurezza.
  • Le viuzze del centro storico: rassegnatevi anche qui. Sono strette e ciottolate: correre non si può. E poi, volete mettere il gusto di snervare un automobilista impaziente che strombazza o sfanala? (Vale anche in autostrada, in corsia di sorpasso.) La soddisfazione è direttamente proporzionale alla cilindrata, con un ulteriore bonus se la vettura è un'Audi o ha la scritta TAXI sul tetto.

Una delle cose più fenomenali è la faccia ebete di quelli che ti spalancano la portiera e anziché chiedere scusa dicono con gli occhi: ma tu che ci fai qui. E che dire dei taxi: un giorno ne presi uno alla stazione di Padova per entrare nelle stradine a traffico limitato, e subito l'autista cominciò a rivendicare il suo spazio accelerando contro le biciclette degli studenti, apposta per spaventarli. "Non ne posso più di loro - disse - occupano tutta la strada, anche contromano". Risposi chiedendogli se aveva un'idea del motivo per cui prendevo il suo taxi. "No", disse. Lo prendo, risposi, perché non ho automobile. E per lo stesso motivo, vede, sono uno che usa la bicicletta. Dunque, conclusi, la mia corsa finisce qui. Uscii a piedi, e lui non osò replicare.
(Paolo Rumiz, L'Italia che pedala pericolosamente, la Repubblica, 7 dicembre 2010.)

Canzone del giorno: The Vaccines - Post Break-Up Sex.

4 commenti:

  1. http://asiatransect.it/percorso

    http://asiatransect.it/

    Ecco il blog di uno a cui piace "pedalare" per il mondo! ;-)

    Io, ormai in bici non vado più . . . ;-)

    Ciao, R

    RispondiElimina
  2. Divertente questo post!

    Io non vado in bici,preferisco andare a piedi (o al massimo in autobus visto che neanche io ho la macchina).
    La mia città (appunto, universitaria) è piena di studenti che si muovono con questo mezzo.

    Credo sia una scelta saggia, salutare ed ecologica. Certo è che ci sono anche molti ciclisti indisciplinati che girano come se la strada fosse tutta loro.

    Però, come si legge dal tuo post, lo stesso si potrebbe dire degli automobilisti e dei pedoni.
    Insomma, ci vorrebbe un po' più di correttezza da parte di tutti!

    RispondiElimina
  3. @Fiordicactus: decisamente più allenato di me! ;-)

    @sulsecondobinario: di sicuro meno stressante di quella dell'automobilista!

    @Chiara: io ho una macchina (ereditata), ma ugualmente per andare a lavoro uso la bici: la benzina ormai costa l'ira di Dio, impiegherei ancora più tempo fra traffico e ricerca del parcheggio, tralasciando che tutti i parcheggi nelle vicinanze sono a pagamento o a tempo.
    L'autobus lo uso solo quando piove o quando devo portare oggetti pesanti; magari dedicherò un post anche a lui ;-)

    RispondiElimina