lunedì 30 maggio 2011

Passeggiata inattesa


Ieri pomeriggio avevo appuntamento con i miei cugini per un aperitivo in un bar a villa Pamphili, a Roma.
Le informazioni a mia disposizione:
  • vicinanza con un campo da bocce dove vanno a giocare gli anziani (tra me e il cugino che mi aveva dato l'informazione ci sono 16 giorni di differenza: cosa voleva insinuare?);
  • vicinanza con l'ingresso dal quale entravamo da bambini (più di 20 anni fa) sull'Olimpica;
  • vicinanza con piazza del Buon Respiro (e qual è?);
  • vicinanza con il capolinea della linea 8, in cima alla Gianicolense.
La mia posizione iniziale: inizio di via di Bravetta.
La linea H parte da via dei Capasso, una delle prime traverse di via di Bravetta, e passa proprio per il capolinea dell'8. Mi ci reco.
Non c'è ancora il mio autobus: ma d'altronde è una bellissima giornata e mi siedo al sole - così, tra le altre cose, mi ricompaiono le lentiggini e, se già la gente mi toglie in media 5 anni, con le lentiggini me ne toglierà almeno 7.
Sono armato: ho con me il testo di Sei gradi di separazione di John Guare; per un laboratorio teatrale, avrei dovuto essere Euripide nelle Θεσμοφοριάζουσαι (Le donne alle Tesmoforie) di Aristofane ma, mancando il mio Mnesiloco, devo reinventarmi figlio di Sidney Poitier.
Come colonna sonora, italo disco anni '80: Happy Children, Tarzan Boy, Self Control... da una festa per bambini in un parco giochi lì di fronte.


Una telefonata e il monologo di Paul sul Giovane Holden, ma l'H ancora non si vede. Mio cugino mi richiama, dicendomi che in una ventina di minuti sarei potuto giungere a piedi al capolinea dell'8, percorrendo interamente via di Bravetta.
Si era dimenticato di precisare, tuttavia, che al bivio con via Silvestri io avrei dovuto imboccare quest'ultima, cosicché io cammino, cammino (e leggo, leggo) finché via di Bravetta diventa via della Casetta Mattei.
In effetti, a un certo punto mi pareva di non riconoscere più la zona, ma io detesto richiamare la gente per le indicazioni stradali, specialmente se le informazioni non le sanno dare e non hanno pazienza con chi non ha senso dell'orientamento.

Volete farmi felice? Regalatemi uno smartphone con Google Maps o GPS integrato e arriverò in men che non si dica. (Se è anche con Android, sarò ancora più felice.)

Alla fine, un altro mio cugino è venuto a prendermi. Forse si aspettava di trovarmi nervoso, ma come potevo essere nervoso con: ancora mezza commedia da leggere, niente di pesante addosso e la temperatura ideale? Chissà se lui saprà mai che, mentre imprecava per la processione in via di Bravetta che bloccava tutto il traffico, io stavo cantando andate per le strade in tutto il mondo...

Canzone del giorno: Interpol - Gavilan.

3 commenti:

  1. Se bastasse uno smartphone per farti arrivare in men che non si dica! Io aggiungerei almeno anche un orologio tarato almeno 20 minuti avanti!

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  2. ..il tuo commento non lo pubblico perchè hai praticamente rubato la seconda lezione...baci ady

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  3. @Barbara: zitta tu! non cercare scuse per non regalarmi lo smartphone (anzi, l'ordiphone, come lo chiamano nel tuo Paese preferito) !!! :p

    @Ady: in questo caso esigo di essere creditato nella seconda lezione!! ;-)

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