mercoledì 5 dicembre 2007

Blind Justice

Poco più di un anno fa, incuriosito da una recensione su Series, lessi Death By Hollywood, primo e per ora unico romanzo di Steven Bochco, produttore, tra le altre cose, di Hill Street Blues e Murder One.

Il protagonista è Bobby Newman, sceneggiatore in preda al "blocco dello scrittore" , e una delle numerose idee che non riesce a concretizzare riguarda un detective che, colpito durante una sparatoria, rimane cieco; nondimeno mantiene la sua abilità nel risolvere i casi. Il titolo dello show sarebbe Blind Justice.

Ed esiste davvero una serie intitolata Blind Justice, prodotta - ma va'! - da Bochco (*); è attualmente in onda (in replica; la prima visione italiana risale all'estate 2006) ogni lunedì su Raitre in terza serata: il 10 dicembre è previsto il terzo dei 13 episodi.

A parte la garanzia che il nome Bochco (così come il nome Bruckheimer) dà, mi sarebbe bastato il tema di Mike Post - l'autore, per intenderci, dell'inconfondibile sigla di Law & Order - per farmici innamorare.
Il pilot inizia con la sparatoria in cui il detective Jim Dunbar (Ron Eldard) viene colpito in faccia; subito dopo, guidato dal suo cane Hank, si prepara per il colloquio con il tenente Gary Fisk (Michael Gaston) per poter tornare al suo lavoro.
Nei due episodi che ho visto - il primo specialmente - l'attenzione non è concentrata troppo sui casi. Ben più approfondito è il rapporto tra Jim e la sua ex squadra, in particolare con l'ambizioso collega Marty Russo (Frank Grillo), la sua nuova partner Karen Bettancourt (Marisol Nichols) e la moglie Christie (Rena Sofer). Quest'ultima, aspirante scrittrice, è visibilmente frustrata dal desiderio di Jim di non avere bisogno di aiuto, da una parte, e dalla difficoltà, per la coppia, di condurre una normale vita sociale. Ma, nella sua scontrosità - bloccato in mezzo a un passaggio pedonale poiché aveva perso Hank, una volta che questi torna da lui allontana in malo modo un passante che si era offerto di accompagnarlo fino al marciapiede - è tanto tenero Jim quando fa il geloso con l'editore di Christie, che apparentemente flirtava con lei!

Povero Michael Gaston che finisce sistematicamente per fare la parte dell'antipatico - v. Jericho (è Gray Anderson, colui che aspira, riuscendoci, a scalzare Johnston Green dallo scranno municipale della cittadina), Prison Break e il film Lontano dal paradiso!

Una cosa però lo sceneggiatore Nicholas Wootton - e molti suoi colleghi che sfruttano tale metafora - me la deve spiegare. Se, quando diluvia, sono senza ombrello o cappuccio, i miei capelli fanno pietà. E non vado a fare passeggiate. Com'è che Jim, appena lasciato dalla moglie, sotto una pioggia battente va a passeggiare nel parco senza ombrello né cappuccio, si siede pure su una panchina e i suoi capelli rimangono perfetti - e pure quelli della moglie che, pentita, va a sederglisi accanto?

(*) Ma il romanzo non è autocelebrativo: porta la data del 2003, mentre il primo episodio del vero Blind Justice negli USA è andato in onda l'8 marzo di due anni dopo.

Canzone del giorno: Eurythmics - Sweet Dreams.

3 commenti:

  1. Sì, mi sa che è proprio quello il libretto! Speriamo che continuino a stamparlo anche se adesso don Oreste è in cielo. Chissà cosa ci scriveranno sopra però...
    Buona giornata!
    Elisabetta

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  2. Semplice.I tuoi capelli fanno schifo!

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  3. Scherzavo!era ironico!Comunque è vero,i telefilm sono di un inverosimile tremendo.

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