mercoledì 7 settembre 2022

Le fiabe dei grandi

Luca, mio compagno di stanza dei tempi dell'università, si svegliava con qualsiasi rumore - persino il fruscio delle mie lenzuola quando io entravo o uscivo dal mio letto - ma aveva l'abitudine di addormentarsi con il televisore acceso. Una sera d'estate non volle accendere il televisore, per paura che la luminosità dello schermo attraesse frotte di zanzare, e mi chiese di raccontargli la trama dell'ultimo libro che avevo letto. Dopo pochi minuti non faceva più domande né annuiva...

Io, all'epoca, mi addormentavo leggendo. Infatti, oltre all'usare meno autobus e treni, a farmi ridurre i libri letti è stato anche l'aver recepito la raccomandazione dei dentisti di passare ogni giorno il filo interdentale. Non me lo riesco a passare in bagno: troppo tempo perso. Molto più utile passarselo davanti alla TV o a un video su internet. Col libro ho il problema di girare le pagine: vero che c'è il libro elettronico, ma non mi ci sono mai trovato granché. E, tipicamente, una volta finito di passarmi il filo interdentale sono troppo stanco per leggere. A volte non sto crollando, ma siccome ho la pessima abitudine di andare a letto tardi, mi sento in colpa e mi dico "no no, devo dormire, se pure mi metto a leggere finisco per fare un dritto".

Ma se non prendo sonno c'è poco da fare...

Nel qual caso di solito faccio partire un podcast. Come per Luca, sentir parlare mi rilassa e mi addormento. La rosa purpurea, per esempio: il programma di attualità cinematografiche di Radio 24. Oppure il programma di musica antica della radio di Stato spagnola; o una lezione di musica di Radio3. Oppure, su Spotify, Dear Alice o Demoni urbani. Che puntualmente riascolto, da sveglio, il giorno dopo: l'argomento mi interessa e non mi va proprio di essermelo perso perché dormivo.

Canzone del giorno: Glass Tides - Sew Your Mouth Shut.

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