domenica 1 settembre 2013

E-mail di un (futuro) professore (str***o)

Su La Lettura del Corriere della Sera, oggi, Beppe Severgnini ha deciso che la Lettera a una professoressa degli allievi della scuola di Barbiana necessita di un'integrazione, di diventare una E-mail a una professoressa.

  • Perla n. 1: La selezione è prerogativa dell’università. Alle elementari e alle medie — inferiori e superiori — bisogna scavare dentro i ragazzi e scovare le loro inclinazioni, correggendo le loro debolezze. Cosa significa che la selezione è prerogativa dell'università? Che la scuola deve promuovere tutti? E come può, un insegnante, scovare le inclinazioni degli studenti, con i curriculum bloccati e i programmi inamovibili, pena i genitori in rivolta?
  • Perla n. 2: La scuola superiore italiana, nel 2012, ha perso il 18 per cento degli iscritti. E sono pure troppo pochi, considerato che in prima liceo arrivano senza nemmeno sapere cos'è un dizionario di italiano, figuriamoci usarlo. (Italiano, Beppe, hai capito? Italiano, non inglese.)
  • Perla n. 3: Ma voi [insegnanti] siete le donne e gli uomini che devono creare gli italiani di domani. Per questo saremo insegnanti sempre domani, pagati semmai nella prossima vita?
  • Perla n. 4: Eppure si deve trovare il modo di utilizzare le scuole al pomeriggio. Lasciarle vuote è uno spreco. Caricare i ragazzi di compiti a casa — com’è ormai la norma, soprattutto nei licei — è un’alternativa crudele. Che crudeltà, eh? Talmente crudeli erano i miei professori che io sono ancora qua. (Eh, già.)

7 commenti:

  1. Tutti devono fare il liceo, tutti devono fare l'università...se uno non ci riesce è colpa dei prof.!!!

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  2. Io sono per la selezione...a monte dei prof..e poi anche degli studenti. Ma non è affatto facile,la vita di chi fa l'insegnante (in ogni ordine e grado).
    Penso che prima dell'università vada insegnato soprattutto che la scuola non è un passatempo,che non possiamo premiare anche chi non lo merita ecc. ecc. Ma è pura utopia in italia.
    Da insegnante so cosa c'è dietro. E per questo mi dico che non cambierà mai nulla.
    I compiti a casa, quando son troppi, non aiutano, ma appesantiscono i bambini e i ragazzi. Si vive con troppa ansia (da programma e programmazione ecc.) e si finisce col pensare che la testa piena sia una testa ben fatta, quando invece..
    Io son convinta che compito dell'insegnante sia scovare le inclinazioni dei bambini/ragazzi..ma che non è assai facile nè proficuo sempre (si impatta con la dura realtà delle aspettative genitoriali..) e che cercare di portare a compimento le potenzialità dei discenti vuol dire proprio questo e non etichettarli (ma certuni non conoscono la differenza).
    La scuola non è un diplomificio e non si misura la qualità dell'istruzione nel numero degli abbandoni..Temerei e molto, la scuola che promuove ad ogni costo,che rimanda l'impatto con la incapacità, la svogliatezza e la mancanza di motivazione dei giovani, al momento del ritiro del diploma di laurea..

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  3. Ele: io pure sarei per la selezione dei prof, ma sta' certa che in Italia finirebbe che diventerebbero prof sempre piu' raccomandati. Cio' che mi fa essere fiducioso sul futuro della scuola e' che, essendo cosi' difficile e frustrante il lavoro di un insegnante a inizio carriera, meno gente scegliera' questo mestiere per ripiego e piu' gente perseverera' perche' veramente lo desidera.

    Anch'io sono contrario a dare troppi compiti per casa, ma non capisco questa nuova moda di denigrarli. Non credo che oggi se ne diano piu' di 20 anni fa, e tutti noi siamo sopravvissuti. Cio' a cui sono contrario, piuttosto, sono i compiti per le vacanze, tranne per chi deve recuperare un'insufficienza: al contrario, si educhino i ragazzi all' "otium", da praticare durante l'estate come durante le altre stagioni.

    Quanto allo scovare le inclinazioni dei bambini/ragazzi, c'e' un'unica considerazione da fare: in barba al Mahatma Gandhi, il lavoro manuale e' considerato inferiore a quello intellettuale, salvo quando ci ritroviamo la casa allagata il venerdi' sera. Questa convinzione e' portata avanti non solo dai mass media, ma dagli insegnanti delle scuole medie per primi: i piu' bravi vanno al liceo (i geni, al classico), quelli un po' meno bravi all'istituto tecnico, le capre all'istituto professionale.

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  4. Pensavo giusto qualche giorno fa, al lavorio dei prof che selezionano alle medie. A me dissero,per la mia scarsa propensione alla matematica,che per me era meglio un istituto professionale (alberghiero e turistico per la precisione) "il liceo?Non ne ha la stoffa". Eppure avevo la media dell'otto..Mi ero rassegnata,ma poi ho fatto il liceo,diplomata col massimo (unica persona in tre istituti retti dallo stesso preside),due lauree ecc. L'ostinazione alle volte..Però ora,col senno di poi, mi dico che forse era meglio fare l'alberghiero perchè di lavoro ce ne sarebbe di più. Io ho scelto l'arte dell'insegnare e di lavoro non ce n'è.
    Come te, ritengo che favorire la cultura dello studio liceale e demonizzando gli istituti professionali,etichettandoli come istruzione di ripiego,per persone di serie b, sia oltre che deleterio,sciocco e anche poco realistico. Sforniamo liceali e laureati per lavori inesistenti.
    Purtroppo di insegnanti che scelgono questa professione come ripiego ne conosco tantissimi. E tantissimi aspiranti me li son ritrovati al concorsone.Ahimè il duro lavoro è solo di alcuni,gli altri, nonostante tutto,lavorano poco e con indifferenza e noncuranza. Continuano,quindi,a occupare cattedre per ripiego e a prendere uno stipendio,senza educare nè traghettare i ragazzi alla vita.
    La selezione a monte delle professionalità nella scuola,in Italia, concordo con te, non si avrà mai. Perchè non abbiam la cultura dell'obiettività (lasciam da parte la questione sindacati), ma quella del "conosco una personcina"..In tutti gli ambienti lavorativi,quel che conta è la conoscenza (politica in primis) che ti raccomanda,altro che merito.E con esempi simili,dovremmo poi stupirci se i giovani crescono con l'idea che la scuola serve solo per avere il pezzo di carta,ma l'istruzione non è un requisito per lavorare?

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  5. @Ele, ti prego, non dirmi cosi' che' io devo ancora iniziare seriamente! (Sono in dottorato: dal dicembre 2011 a oggi ho ricevuto 44 convocazioni e non ho potuto accettarle perche' altrimenti avrei dovuto interrompere il progetto; non dico che in tutte sarei risultato il primo in graduatoria tra coloro che hanno accettato, ma qualche ragione di essere fiducioso ce l'ho, va'!)
    Per quello che riguarda le lauree inutili sono d'accordo con te; e ci sarebbe un sacco di lavoro, in Italia, con tutto il patrimonio culturale che abbiamo, per i laureati in discipline umanistiche, ma qualcuno ha deciso che dobbiamo inseguire la Cina. Sentivo un mio amico che vive a Londra, che ha una figlia ventunenne che studia giornalismo a Brighton e che ancora durante il corso di laurea ha potuto lavorare a Sky a fianco dei pezzi grossi. Qui al massimo ti offrono uno stage, gratis s'intende.
    Ma ad ostacolare, in Italia, la famigerata convergenza istruzione-lavoro non sono solo i professori universitari che ovviamente perderebbero i finanziamenti per i corsi inutili da loro presieduti; ci si mettono anche i cosiddetti intellettuali che strillano "il sapere deve essere disinteressato!" ... ma per loro la crisi e' dover andare al mare in Costa Azzurra anziche' alle Hawaii.

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  6. Ti stimo! Soprattutto per il punto 4!

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  7. Sono d'accordo con le tue osservazioni, e penso anche che Beppe Severgnini sarà anche un bravo giornalista, ma di scuola non ci capisce nulla. E purtroppo sono molti quelli come lui, che pretendono di fare i soloni e insegnare a noi docenti il nostro mestiere; se almeno conoscessero Socrate, forse si ridimensionerebbero un po'.
    Però, caro amico, tu mi hai fatto la morale a proposito del mio post sul declino del Liceo Classico, con la storia del ragazzo che volevo suonare l'oboe invece del pianoforte. Magari torna sul mio blog, perché c'è un altro post sull'argomento, dove ho cercato di spiegare il mio punto di vista. Io non denigro affatto chi non ha frequentato il Liceo Classico, difendo soltanto la cultura umanistica perché ritengo che ancor oggi sia indispensabile.
    Saluti. Prof. Massimo Rossi - Montepulciano - Blog: http://profrossi.wordpress.com

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