giovedì 1 dicembre 2011

Είμαι γκρινιάρης (μα μιλάω Ελληνικά)

Ossia: io sono un piagnone (ma parlo greco) (*) - anzi, forse proprio per questo sono un piagnone.

Questa è la prima parte - per ragioni di lunghezza - della storia della conoscenza tra me e Sabrina. Iniziata il 20 ottobre 2008, terminata esattamente 35 mesi dopo.

La sera di lunedì 20 ottobre 2008 partecipai alla mia prima lezione di tedesco. In quel periodo stavo lavorando alla tesi, e poco meno di due mesi prima ero stato lasciato. Il Deutschkurs e il laboratorio teatrale erano fondamentalmente le uniche cose che mi distraevano dal domandarmi, imbambolato, perché io e S. non stessimo più insieme.

Il clima, tra gli aspiranti germanofoni, fu presto da classe di liceo. Spesso ci vedevamo anche al di fuori del corso, per uno spritz o due passi in centro.
Due ragazze studiavano il tedesco perché fidanzate con ragazzi tedeschi, e una di loro era Sabrina. Classe 1978, psicologa.
Di lei mi colpirono immediatamente la determinazione e l'indipendenza. Soprattutto un anno dopo, quando costei, che per giunta aveva appena aperto il suo studio, decise di trasferirsi in Germania, da colui che in seguito sarebbe diventato suo marito.
Era molto diretta, e lo apprezzavo: anche quando secondo lei mi facevo troppe pare.

Dopo il trasferimento in Germania, ogni tanto Sabrina tornava in Italia per un weekend, e ci incontravamo, noi ex corsisti e altri suoi amici.

Ad uno di questi weekend, nel marzo 2010, io non ero propriamente gioioso. Una ragazza si era comportata molto male con me: ero deluso e arrabbiato. Forse avrei dovuto starmene a casa, ma speravo di distrarmi un po'.
Poiché, tuttavia, il mio volto non sa mentire, i presenti mi chiesero se qualcosa non andasse, e io ammisi.
Sabrina non mi fece finire neanche la prima frase, e partì con la filippica: tu ti fai condizionare troppo, non devi dare peso a queste cose, le persone vanno e vengono, e bla bla bla. Tutte cose vere, probabilmente: ma non era né il momento né il luogo. E poi, santiddio, ma perché della gente si sente sempre in dovere di darti consigli, magari facendoti pure la paternale davanti a estranei e facendoti sentire un povero deficiente?
Nessuno ha loro insegnato la regola fondamentale: mai contraddire una persona ferita?
Nessuno ha insegnato loro che, 9 volte su 10, una persona ferita sa già qual è la strada per stare meglio, ma che magari non ha voglia di prenderla subito?
O quantomeno, che a volte ha solo bisogno di essere ascoltato?

Purtroppo, con questi individui e nelle suddette circostanze, il mio karma va a farsi benedire. Offrendo loro un destro formidabile per darmi del disturbato e suggerirmi di trovare un bravo terapeuta. Sarebbe bastato parlare d'altro e io sarei stato la persona più di compagnia del pianeta.

Inutile dire che la serata fu un disastro. Ma, alla fine, io e Sabrina chiarimmo, e amici come prima... o quasi.

(continua)

Canzone del giorno: Lorie - Ensorcelée.

(*) Per una cosa devo ringraziare Sabrina: avermi fatto trovare finalmente una parola che inizia con γκ, che in greco moderno è un'unica lettera e si pronuncia g.

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