giovedì 12 ottobre 2006

Cleorelai

Venerdì scorso la mia amica Paola invitò me e altri amici a festeggiare il suo compleanno al Mitikò di Padova, in occasione di una serata anni '80.
A differenza di qualcun altro, non me la sono presa tanto perché si dovevano pagare 7 euro di prima consumazione obbligatoria, in barba allo sbandierato ingresso gratuito. Non che per me 7 euro siano un'inezia, intendiamoci, ma quando si va per locali è normale che una cifra di quell'ordine di grandezza se ne vada. La festeggiata afferma di comprendere chi decise di non entrare per il costo: sinceramente, se qualcuno lo facesse alla mia, di festa, ci resterei letteralmente di cacca; se 7 euro sono più importanti della compagnia siamo proprio messi male, soprattutto se coloro con chi avessi a che fare fossero persone disposte, in altre circostanze, a spendere cifre ben maggiori.

Più che altro - ma solo per curiosità, eh - mi piacerebbe che una delle tre ragazze della comitiva (tutte fidanzate, presumo... quand'è che, oltre che di quote rosa, si parlerà di quote single?) mi dicesse cosa ci faceva, lì, con noi. Cleo - questo è il suo nome - era stata portata lì da Michela e rimase tutto il tempo a parlare con lei: degli altri, festeggiata compresa, chi se ne frega. Siccome, poi, eravamo arrivati quando ancora era presto, e il dancefloor era deserto, ci divertivamo con Michela, che di musica anni '80 sa quanto io so di storia del Burundi, a farle indovinare le canzoni che il dj metteva. A un certo punto passò Walk Like An Egyptian delle Bangles, e io ebbi l'ardire di osservare che i fans di Gilmore Girls (Una mamma per amica) dovrebbero conoscerla, visto che in un episodio a metà della prima stagione le protagoniste si recano a un loro concerto. Cleo, guardandomi come una via di mezzo tra uno psicopatico e un barbone, commentò: "Mi sconvolge di più che tu lo guardi!" Per non parlare di quando lei e Michela lasciarono il locale; dopo aver salutato Michela, volevo fare lo stesso con Cleo: stesso sguardo, nessun saluto. Che dire? Ho sempre detto che Lorelai Gilmore (senior), se esistesse, sarebbe la mia donna ideale: lei proprio non le somiglia, pazienza.

Così come non le somigliava quella ragazza magra, con la maglia arancione, dai capelli neri ricci. Perché la vera Lorelai mica si sarebbe accorta solo quando me ne stavo andando che la stavo puntando da un quarto d'ora buono, neh...

Libro sul comodino: Steven Bochco - Death By Hollywood.

2 commenti:

  1. eheh...
    che bel resoconto, dai la prossima volta sarai più fortunato! Ma come si fa a dire: "Mi sconvolge che tu lo guardi!" che sfigata, neanche fosse il grande fratello...
    mav

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  2. m'immagino la faccia.....della serie ma fai peccato mortale...etc...
    tutta sconvolta!
    io sarei scoppiata a ridere, certa gente è talmente tanto composta che alla fine si mummifica viva...
    bacio

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