venerdì 28 luglio 2006

Dilemma diofantino

Relatività generale. È l'ultimo esame che mi resta, a partire da ieri pomeriggio. Flamme rouge anche per me. (*)
Gli ultimi giorni, finito di studiare, prima di andare a letto facevo due passi per le strade del quartiere dove abito, a Padova, e passavo accanto a dei campi sportivi. Proprio a quell'ora partivano, in sequenza, gli irrigatori, e se stavo vicino alla rete di recinzione, con una bava di vento favorevole, ero irrigato pure io. Con 40° C all'ombra pure alle sette di sera - e non doveva essere molto meno, all'una di notte - pregasi irrigarmi in abbondanza.
Durante le medesime passeggiate mi è venuta anche l'idea per una fiaba; spero di avere la pazienza che avevo qualche anno fa per mettere il tutto per iscritto.

Tra qualche giorno dovrei partire per Roma, dalla mia famiglia. Non vedo l'ora di dire a mio cugino, il quale ogni estate mi rompe le scatole perché porto i sandali (a suo dire, mi renderebbero più degno dell'altra sponda), che il professore che ieri mi esaminò esplicitamente apprezzò quando mi presentai da lui con i sandali ai piedi, lui che è stato di recente affascinato dal club dei Nati Scalzi!

Per finire, un divertente siparietto.
Antefatto: qualche giorno prima, quando mi ero recato dal professore per stabilire la data, gli dissi che mi restava solo da ripassare il capitolo sulle stime per i sistemi isocròni.
Lui mi corresse la pronuncia - isòcroni, si dovrebbe dire - e lì discutemmo brevemente delle parole derivate dal greco, e della possibilità di porre l'accento sulla terzultima (originale greco) o sulla penultima sillaba (latinizzato), come in Ifigénia/Ifigenìa, idròlisi/idrolìsi, e così via. Ricordando l'esistenza di una curva chiamata brachistocrona e la possibilità, anche in questo caso, di entrambe le pronunce, il professore concluse dicendo che avrebbe accettato un isocròno da parte mia. (Del resto ho fatto lo scientifico io, eh... e poi dicendo isòcrono parlando velocemente mi incartavo sempre sul cr!)
Ieri, al termine dell'interrogazione, avendo sempre pronunciato come piace a lui, dissi: "Professore, ha visto che alla fine della fiera sono riuscito a non dire isocròno neanche una volta?"
E lui: "Però ha detto condizione diofantina, mentre in italiano si dice diofantea!" (il termine viene da Diofanto di Alessandria, importante matematico greco-ellenistico, ndr)
Io: "Ma veramente il primo da cui sentii dire diofantina fu il prof. G.!" (colui che aveva tenuto le lezioni che riguardavano quell'argomento, nonché colui che mi aveva rivolto le domande, ndr)
Intervenne così il prof. G.: "Infatti si dice anche diofantina!"
E l'altro: "Sì, è un inglesismo..."
Ancora il prof. G.: "Però ci sono anche le equazioni diofantine ..."
"E infatti in italiano si dice equazioni diofantee! Diophantine equations, equazioni diofantee!"
"Beh, però in fin dei conti chi può stabilire quale sia la dizione italiana esatta?"
Con il professore che si accinse a registrarmi il voto la discussione si interruppe. In effetti una risposta qualcuno la potrebbe dare: Diofanto stesso. Solo che è morto più di 1700 anni fa, mannaggia...

Canzone del giorno: Mary J. Blige - Be Without You.

(*) con buona pace di Floyd Landis e dell'antidoping.

Nessun commento:

Posta un commento