sabato 11 settembre 2010

E-book

Con l'uscita dell'iPad, che tra le altre cose funge da lettore di e-book, è pronosticato il boom in Italia di questi ultimi nel 2011, visto che l'aggeggio sarà molto presente sotto i prossimi alberi di Natale (non il mio). Su un numero di Internazionale di un annetto fa, inoltre, un tradizionalista - non ricordo il nome - faceva pubblica abiura e si lanciava in un elogio di Kindle, il lettore di e-book di Amazon.

L'unico apparecchio da me toccato con mano è quello attualmente in vendita nelle librerie Feltrinelli: i colori del suo schermo ricordano quelli dei display delle calcolatrici; esso non sembra perciò stancare la vista, a differenza dello schermo di un pc portatile.

Tuttavia, io rimango scettico. Il paragone più diffuso è quello con i lettori mp3 o con le fotocamere digitali: ma non è così calzante, secondo me, per diverse ragioni.

Non starò qui ad esaltare l'odore della carta, il piacere di sfogliare o le vecchie librerie a cunicoli: molto romantico, ma poco pratico. Se vogliamo, sono romantici anche gli album di foto in bianco e nero su cartoncino opaco, ma siamo seri: solo un masochista può rimpiangere i tempi in cui bisognava centellinare gli scatti col contagocce perché sviluppare i rullini costava un patrimonio, quando i rullini stessi rimanevano a marcire per mesi nelle macchine, quando non si potevano fotografare interni senza flash e ti attaccavi al tram se gli occhi risultavano rossi. Per quello che riguarda la musica, la rivoluzione era avvenuta molto prima, con la nascita del walkman: anche l'artwork di un cd fa la sua parte, ma solitamente l'ascoltatore portava con sé il lettore e un astuccio con i cd senza custodia, o con compilation preparate ad hoc; ovvio che un apparecchio grande quanto un portachiavi, che permette di cambiare album in pochi secondi, fa sparire tutto il resto.

I vantaggi del libro elettronico li vedo nella saggistica/manualistica (ma con i tablet pc si possono inserire, a mano, le note a margine?) e, soprattutto, in quotidiani e riviste. Non tanto nella narrativa, con la notevole eccezione di quei titoli, importanti o comunque belli, da decenni non più ristampati.
Per il resto, pensando a quando leggo in spiaggia, dove la sabbia si infila inesorabilmente tra le pagine, per non parlare dell'agghiacciante prospettiva di un altro alimentatore con conseguente ulteriore groviglio di fili, non vedo perché dovrei abbandonare un buon tascabile.

Alla lezione di tedesco in cui imparammo le Nebensätze (frasi subordinate), si parlava proprio di e-book, e io dissi: ich glaube, dass die Bücher aus Papier nie verschwinden werden (io credo che i libri di carta non spariranno mai). Vedremo, se il tempo mi darà torto.

Canzone del giorno: Editors - You Don't Know Love.

4 commenti:

  1. non ci riesco proprio. Ho provato con l'IPad di un conoscente ma, boh? non mi convince. dubbi per note ed appunti, e poi non si può piegare per portare al bagno!
    e poi io amo le note scritte sui vecchi libri su cui ho studiato!

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  2. ...io che prendo ancora in prestito i libri alla biblioteca nazionale mi sento un dinosauro.

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  3. Hanno provato a convincere anche me, ma mi sento ancora scettica... Sia per l'elevato costo del supporto per l'e-book (che sia i-Pad o Kindle), sia per la versatilità dell'apparecchio. E' vero che basta abituarsi alle innovazioni, però non credo di sentirmi a mio agio con una "tavoletta" tra le mani!
    P.s.: se vi va, rispondete al sondaggio sul mio blog "Libro o E-book?".

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  4. non si tratta di abbandonare, ma di affiancare: usi diversi, luoghi diversi (spesso anche testi diversi): l'e-book (non in Italia, questo è purtroppo vero, ma lì son problemi di mercato editoriale) è già diffusissimo in altri stati e circuiti. senza per questo dare meno consistenza alla tua frase sulle Nebensätze.

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