martedì 18 settembre 2012

La primadonna della 5ª B


I miei amici mi odiano quando, parlando, mi distraggo e lascio le frasi sospese. Stavolta, tuttavia, devo aver creato fin troppo bene il cliffhanger, al punto che ho quasi timore di farvi restare delusi dal seguito della storia di Camilla! ;-)

Di fatto, il perché? con cui avevo chiuso la prima parte del racconto non domanda il perché di tutto quel rancore dopo sette anni. Domanda, piuttosto, perché io mi ricordi così tanti dettagli dopo che, di anni, ne sono trascorsi altri otto.

La ragione ufficiale è il nome di Camilla comparsomi tra le persone che potrei conoscere, su Facebook. In 20 secondi feci click, mi accertai non trattarsi di un'omonima e la bloccai.

Ma già tre anni e mezzo fa, quando avevo invitato un'altra mia ex compagna di classe alla mia laurea, costei mi aveva chiesto se avessi visto o sentito Camilla di recente. E scoprii che altri compagni avevano avuto la mia stessa esperienza, o comunque avevano avvertito un forte risentimento nei loro confronti.

La sera della non-cena, lo ammetto, ci ero rimasto tanto male; probabilmente più del necessario. Sgombro il campo: non ho mai avuto interesse per Camilla; anzi, la trovavo pure piuttosto irritante, come capirete subito.

Era stata la mia prima compagna di banco, al liceo. Per tutti i primi due anni, si dimostrò brillante, intelligente e altrettanto studiosa: i professori stravedevano per lei.
Al terzo anno, però, di fronte alla difficoltà delle materie scientifiche, Camilla si arrese subito; e divenne svogliata anche nelle altre. Cominciò a fare le famigerate assenze strategiche, e la sua fama di studiosa le permetteva ogni volta di farla franca. Il suo fare da primadonna, inizialmente simpatico, era diventato insopportabile.

Dopo la maturità, si sarebbe iscritta a Scienze diplomatiche a Gorizia. È assai probabile che il suo fosse entusiasmo genuino; ciò nonostante, i suoi modi erano talmente irritanti che, alle mie orecchie - e a quelle dei miei compagni, pare - suonava come io a 25 anni sarò ambasciatrice, e voi mangerete merda.

Malgrado tutto, io non ce l'avevo con lei; anche perché, se lei faceva la primadonna, io ero patologicamente competitivo.

All'esame orale - svolto con la vecchia formula, con le due materie - lei avrebbe portato le mie stesse discipline: inglese e fisica. Se, tuttavia, inglese le calzava a pennello - perlomeno con il nostro professore: un voto in più per ogni tetta - fisica anche no. Mi chiamò, disperata, alla vigilia del suo turno; ma non avrei dovuto aiutarla a ripassare: avrei dovuto inventare l'incantesimo Statim Scientiam Infunde.

Non credo sia stato il voto finale - 37 o 38/60 - ad avvelenare tanto Camilla. Credo, piuttosto, sia stato l'essere ancora studentessa dopo sette anni; mentre Eva - la tanto odiata Eva, sulla carta destinata ad un futuro assai meno glorioso - già lavorava come dietista.

Rinviata la crisi adolescenziale, fu dopo i 20 anni che cercai di liberarmi delle etichette che mi ero attirato a scuola - secchione, impertinente, bacchettone. Camilla, la sera della non-cena, aveva distrutto tutti i miei sforzi. 17 o 24 anni, per lei, sono lo stesso.

Ma fu proprio lì che Camilla disse la verità: 17 o 24 anni, per lei, sono stati lo stesso.

Canzone del giorno: Ceo - Come With Me.

10 commenti:

  1. ti scopro solo ora e ti dico che ho sempre diffidato delle donne che si chiamano camilla, saà forse causa della nota milla d'inghilterra, bò? comuqnue ti seguo, tanto per farmi i fatti tuoi baci ady

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  2. ...ma tu sei marco...ma allora i fatti tuoi già li conosco! baci

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  3. a me questa Camilla sta un po' sulle "scatoline".

    La cosa inquietante che anch'io ho avuto la mia "camilla".

    attendo una prossima puntata (perchè c'è, vero?)

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    1. La prossima puntata avra' come protagonista la tua Camilla ;-) Dopo essermi sentito dare del sociopatico, l'ho vista un paio di volte in qualche bar del paese, e mi sono girato dall'altra parte. Sua mamma, amica di mio papa', gli racconto' che la mia ex compagna di classe stava attraversando un brutto periodo ma, per dire, nessuna delle due si e' nemmeno fatta viva quando papa' se n'e' andato. Lascio il seguito a chi seguira'. Baci :-)

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  4. Anche io avevo alle elementari una compagna di classe chiamata Camilla. Tanto carina e dolce di fronte alle maestre, quanto antipatica con la gente che non le andava a genio.
    Mi è capitato di viaggiare con lei, lo scorso luglio. Entrambe di ritorno dalle nostre città universitarie. Ho scoperto che è cambiata, un po' più simpatica. Buon per lei.

    La "tua" di Camilla, è la prova provata che spesso non c'è corrispondenza tra l'essere dei geni alle superiori ed esserlo anche all'università. Troppa gente si culla sul fatto di essere uscita dal liceo col massimo dei voti.
    L'università è tutta un'altra cosa...

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    1. no, di quest'ultima cosa la prova provata sono io xD

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  5. A me piace il nome Camilla!!
    Ne ho incontrate tante di mie ex compagne di classe che sulla carta avevano un futuro brillante e che sono finite a fare le cassiere(niente di male contro la categoria)o ancora studiano...E mi salutano appena,come se si vergognassero...Come se a me importasse qualcosa del lavoro che fanno...:O

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    1. Ti dirò, per il discorso "essere ancora studenti" avrei capito Camilla. Anche io, al tempo, ero ancora studente: e non tanto se ti si prospettava un futuro da premio Nobel, quanto se sei tanto severo con te stesso (come me), il disagio è quasi automatico, nonché la sensazione di essere giudicato, anche se nessuno in realtà ti sta giudicando.
      Quella Eva, allora, irritava un po' anche me: ma lei non aveva alcuna colpa se non l'essere stata proiettata, fin da subito, al mestiere di dietista. È una forma mentis, credo: il tuo obiettivo è svolgere quel particolare lavoro, per cui studi quello che ti serve e cerchi di finire in fretta.

      Avrei capito Camilla, tuttavia, se fosse stata sincera; e soprattutto se non mi avesse detto tutte quelle cattiverie. Ma in me, che di sicuro non avevo avuto una folgorante carriera, non vedo proprio cosa avesse da invidiarmi...

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  6. Io non sono iscritta a facebook proprio per evitare di incontrare di nuovo persone che ho lasciato sui banche di scuola e delle quali non avverto alcuna mancanza.

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