mercoledì 19 settembre 2012

Glorie passate e nuove riconciliazioni

(Si noti il chiasmo.)


Quando avevo letto che ai mondiali di ciclismo ci sarebbe stata, da quest'anno, anche la cronometro a squadre, pensavo a una riscoperta della mitica 100 km. Era una competizione riservata ai dilettanti: ogni squadra contava quattro atleti e noi italiani ne eravamo maestri. Fu cancellata dopo l'edizione del 1994, dove dominò il treno di Dario Andriotto, Luca Colombo, Gianfranco Contri e Cristian Salvato.

Non tutti i vincitori della 100 km a squadre ebbero un'altrettanto brillante carriera da professionisti. Contri, per esempio, non passò mai nella massima categoria; Colombo ci rimase tre anni; Salvato lo ricordo solo per gli oltre 200 km di fuga solitaria alla Milano-Sanremo dell'anno successivo.

Ma dalla 100 km vennero Andrea Peron, fortissimo gregario che militò in moltissime squadre, soprattutto all'estero; Massimo Podenzana; Mario Scirea, fedelissimo di Mario Cipollini; il mio conterraneo Flavio Vanzella, per due giorni maglia gialla al Tour del 1994; Eros Poli, l'eroe del Mont Ventoux nella medesima corsa.


La cronometro a squadre degli anni '10 non ha niente a che vedere con queste glorie. È niente più che una cronometro a squadre come quelle del Giro, del Tour o della Vuelta. E soprattutto, si corre per squadre di club: assurdo, per una manifestazione dove da sempre si difendono i colori del proprio Paese.

Ma forse parlo così perché domenica non l'ho vista; e dev'essere stata anche una bella gara: i sei uomini dell'Omega Pharma-Quick Step hanno percorso i 53,2 km del percorso, che si concludeva sul Cauberg, 3 secondi più veloci della BMC di Pinotti, Quinziato, Ballan e Taylor Phinney, prima maglia rosa dell'ultimo Giro.

Sono felice soprattutto per Sylvain Chavanel, da qualche anno protagonista delle classiche del Nord, soprattutto Giro delle Fiandre e Paris-Roubaix. Avrei riempito di sberle Tom Boonen, suo compagno di squadra e capitano della Quick Step al Fiandre del 2011, quando lo inseguì mentre era in fuga e con ottime possibilità di arrivare solo al traguardo. Alla fine Chavanel si piazzò secondo, dietro l'altro belga Nick Nuyens.

Ma i due sono rimasti compagni di squadra. Forse Chavanel non era nemmeno arrabbiato, chi lo sa. E domenica hanno festeggiato insieme: e con loro Tony Martin, medagliato a Londra; Niki Terpstra, Kristof Vandewalle e Peter Velits. Nessuno di loro si è staccato, nonostante il tempo fosse contato sul quarto corridore.

Ecco. Sappiate che questo post inizialmente doveva essere al massimo di 5 righe, e intendeva paventare una perdita di memoria: non mi ero ricordato che questa settimana si svolgono i mondiali a Valkenburg, nel Limburgo.
La prossima volta fermatemi, grazie. O anche no.

Canzone del giorno: Shivaree - The Fat Lady Of Limbourg.

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