domenica 17 gennaio 2010

¿Quién tiene la culpa?

Parque del Retiro

Argomento un po' delicato, quello di oggi.
Sono stato ospite da un mio amico a Madrid, all'inizio di dicembre, ed erano ormai 7 anni che non mi capitava di recarmi in un Paese del quale non parlo la lingua.

Le due sere che ho trascorso con una mia amica che è lì per l'Erasmus non ho avuto problemi di sorta: quando i ragazzi parlavano spagnolo, io li capivo, e loro capivano me quando parlavo italiano. Lo stesso però non si può dire, tranne poche eccezioni, di quando mi trovavo in un locale, un negozio o un museo. Non parliamo poi dei tentativi di conversazione in inglese.

Questi episodi in parte mi hanno consolato: noi italiani, nonostante i vari risultati esilaranti di chi "vuo' fa' l'americano," non siamo messi poi così male, o quantomeno c'è chi è messo peggio. Ma la responsabilità di tali episodi è principalmente mia.

Di sicuro tornerò a Madrid dal 16 al 21 agosto 2011: prima di essere (almeno formalmente) fuori età, voglio prendere parte ad una Giornata Mondiale della Gioventù. E, per allora, vorrò aver imparato un minimo di spagnolo.

Ogni tanto, coloro che affermano che gli stranieri fanno finta di non capirci o ce l'hanno con noi italiani mi danno l'idea di avere più autostima di me. Ma io non faccio per nulla finta di non capire uno straniero, né ce l'ho con lui, se costui mi si rivolge in italiano con una pronuncia oscena, o sbaglia tutti gli accenti, o mette le parole alla rinfusa.

Di solito io sono molto paziente con gli stranieri, innanzitutto perché desidero che loro siano pazienti con me quando voglio esercitarmi nella loro lingua. A un'amica di queste parti un giorno capitò un cliente inglese: costui inizialmente le si rivolse in italiano e lei, notando le sue difficoltà, gli rispose in inglese. Il conseguente invito del cliente a proseguire la conversazione in italiano fu leggermente piccato, e la mia amica ci rimase un po' male ma, quantomeno per me, l'irritazione del cliente è fin troppo comprensibile.

Forse, però, dovrei fregarmene di più, anche se non ho un frasario essenziale. Anche perché è un blocco che - seppur in ben più stretta misura rispetto a qualche anno fa - caratterizza il mio comportamento un po' in tutto. È probabilmente la stessa ragione per cui faccio fatica ad affrontare un argomento di fisica se non ho prima studiato la matematica che sta alla sua base. Ed è la stessa ragione per cui inizialmente osservo, prima di inserirmi in una discussione. Ma, per fortuna, molti problemi me li sono già lasciati alle spalle.

Canzone del giorno: Eels - Dog Faced Boy.

3 commenti:

  1. bhe concordo, gli spagnoli stanno messo molto peggio di noi: la loro mania ri rigettare a priori l'inglese (hanno tradotto anche mouse=raton, computer=ordinador, file=....) li ha portati all'esclusione anche dal lavoro comunitario, era il problema principale di cui si lamentavano i giovani spagnoli che non potevano "espatriare"... noi italiani invece (anch'io ero a Madrid per l'erasmus) un po' d'inglese lo mastichiamo, a furia di inventarci lo spagnolo lo abbiamo imparato e bhe potevamo comunicare anche con i giovani del nord europa....

    nos vemos, Hasta Pronto!

    p.s.: una cosa buona l'hanno inventata: il punto esclamativo e quello interrogativo al contrario ad inizio frase....

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  2. anch'io tornerò per la JMJ (o almeno lo desidero tantissimo) ti passo la pagina ufficiale facebook qualora tu non la conosca già http://www.facebook.com/note.php?note_id=249510002531&id=244712980195&ref=nf#/giornatamondialedellagioventu?ref=ts

    mi raccomando diffondiamola
    un abbraccio

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  3. beh ma io apprezzo questo aspetto degli spagnoli: difendono la loro lingua a differenza nostra!

    per quanto riguarda la GMG io sono stata a Colonia e a Loreto a quella degli italiani... spero di esserci anche io nel 2011!

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