sabato 18 maggio 2013

Ignorantia vestra, humanitas mea

Gli scatoloni di libri usati, ai mercatini delle pulci o alle sagre paesane, sono i miei preferiti: e non mi riferisco solamente al risparmio.

Mi affascinano, in quegli scatoloni, i tormentoni del passato, i best seller mancati, i saggi di attualità che non è più attualità, i testi scolastici monocromatici dal linguaggio aulico.

Ogni volta che compro un libro usato - da uno scatolone, o su eBay - non mi domando a chi fosse appartenuto, ma perché il precedente proprietario se ne sia disfatto.
Doppione? Ciofeca? Scaffale pieno? Moglie col randello in mano?

Nel caso di un testo scolastico la risposta è fin troppo facile. Anche se, vedendo i testi che campeggiano attualmente negli zaini, mi viene voglia di dare ai miei futuri figli i manuali che ho usato io.
Possiedo una grammatica di greco antico, per il ginnasio. Appartenuto a Marta, la quale, a occhio e croce, non doveva amare granché accenti e spiriti. Se Saffo cantava d'amore, Marta affidava il suo, di amore, alle pagine del manuale della lingua di Saffo.

I saggi di ex attualità sono i volumi più istruttivi di tutti. Ancora più dei "casi letterari" che provocano la stessa reazione del nome di Laura Luca. Ve lo ricordate Christian Jacq? O Michel Rio?


Sono istruttivi da un lato perché la memoria di certe cose non deve essere persa; dall'altro, perché sfogliandone uno ci rendiamo conto di quante cose sono state per qualcuno di noi ragione di litigi epici, di amicizie rotte... e adesso, che fatica anche solo ricordare i nomi! E quanti soldi qualcuno di noi ha speso, per rovinarsi il fegato. Rivaluto i soldi spesi per i vestiti firmati.



Leggo oggi che, a Bari, un uomo è morto e i suoi eredi hanno gettato i suoi libri nel cassonetto, successivamente razziato dai lettori locali.
Non faccio ramanzine sul valore della cultura. Non mi sorprende nemmeno che gli eredi del bibliofilo defunto non abbiano pensato di donare la sua collezione alla biblioteca civica o a una scuola. Una persona capace di gettare dei libri in un cassonetto neanche sa cosa sia, una biblioteca.
Anzi: gettatene di più, magari nei cassonetti sotto casa mia. Ignorantia vestra, humanitas mea.

3 commenti:

  1. Ho dovuto disfarmi di alcuni libri in vista di un futuro e probabile trasloco. Ne ho portate due buste al mercatino dell'usato, ne hanno presi la metà. Ovviamente hanno lasciato i più impegnativi e preso i più "leggeri".
    Disfarsene è sempre un po' un dolore per chi ci tiene...

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  2. Una sera mi è capitato di trovare il cassonetto della carta, con tanti bei manuali di storia e filosofia! credo che anche nelle carceri i libri siano graditi.

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  3. Sai? Ogni volta che aggiungo un libro a quelli che ho letto mi chiedo: e quando non ci sarò più,che fine faranno?Cosa ne faranno?Allora mi dico che se avrò modo di sapere in anticipo che il mio tempo sta scadendo,farò sì che vadano a chi li aprirà ancora,per leggerli e rileggerli. Molti lo trovano sciocco ma io tengo a ogni singolo libro,sì,anche a quelli che non mi son piaciuti molto e che mi ostino a rileggere perchè magari con gli anni cambio idea. Penso che son stati fortunati,quelli che a Bari si son trovati nel cassonetto tanti libri :-) E penso che il defunto ovunque si trovi,si sia rallegrato che ogni libro abbia preso una strada tutta sua:-)Ps: nei mercatini i banchi dei libri usati son una mia priorità,assieme a quelli delle cartoline..E sì,mi chiedo ancora,com'era chi vi leggeva,chi vi ha comprato?In un libro ho trovato,per esempio,delle sottolineature..un modo per comunicare con chi mi ha preceduto:-)

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