giovedì 15 marzo 2012

Cantami, o diva

Erano i ragazzi di Barbiana, nel 1967, che se la prendevano con l'Iliade del Monti insegnata alla scuola media. E me la prendo anche io, nonostante io fossi a pieno titolo uno dei "pierini" , i fortunati cresciuti in una casa piena di libri, che non avrebbero dovuto nemmeno alzare la cornetta per sapere cosa significasse, che so, se pugna Achille ei sol, nol sosterranno / nè pur tampoco i Teucri, essi che ieri / solo al vederlo ne tremaro (canto XX, vv. 32-34).

In realtà, poiché la nostra insegnante ci fece leggere la versione del Monti solo per il proemio - più per ragioni storiche che altro - a vantaggio dell'assai più comprensibile Rosa Calzecchi Onesti, credevo che ormai l'ira funesta fosse solo quella dei profughi afghani che dal confine si spostarono nell'Iran. Grosso errore: l'Iliade del Monti è tuttora presente nel programma ministeriale.

Ha un bel dire Salvo Intravaia, stamattina su Repubblica, che l'italiano nei temi della maturità è "sfregiato" . Se non altro, per l'esordio, tratto da un compito di un maturando di due anni fa:
Nell'antichità, in molte grotte o caverne, erano presenti molti graffiti che rappresentavano la presenza degli alieni. È difficile pensare che le persone di quel tempo si inventassero delle fandonie solo per andare in televisione, come accade molto spesso al giorno d'oggi, anche perché non ne avevano il motivo.
Jean-Charles l'avrebbe inserita senza pensarci due volte nella sua Foire aux cancres - in italiano, La fiera delle castronerie - tuttavia, per quanto perlacea (nel senso di perla scolastica), grammaticalmente la frase è ineccepibile.

Ma ammettiamo pure che Intravaia abbia ragione: potrei portare svariati esempi a sostegno della sua tesi. Perfetto, e adesso? Quale rimedio propone lui, o Marco Lodoli che gli fa eco?

Non c'è articolo, su questa falsariga, che non inveisca contro l'ultra-semplificazione e la povertà di lessico nell'italiano dei mass media. Sarà, ma è pur sempre un italiano più utile di quello del Monti.

E nemmeno serve arrivare a Monti. Qualche mese fa, al bar, una nostra amica indiana che sta imparando l'italiano leggeva ad alta voce I tre cani, nella versione di Italo Calvino. Una fiaba: non dovrebbe essere troppo complicata, no? E poi lo scrittore è contemporaneo. Come no: a ogni frase, dovevamo fermarci per spiegarle almeno un passato remoto irregolare e un paio di vocaboli desueti.

Non voglio concludere che anche Calvino, o Bassani, o Cassola... vadano buttati in soffitta. È vero anche che la nostra amica indiana impara l'italiano come lingua straniera; nondimeno, se vogliamo che i nostri ragazzi imparino a scrivere correttamente e comprensibilmente, Calvino, Bassani e Cassola vengano dopo. E anche l'innocente Monti, che magari non avrà più bisogno di stucchevoli parafrasi.

Ma forse è questo il giusto destino del Vincenzo: traduttor dei traduttori, tradotto pure lui.

Canzone del giorno: Charles Trenet - Que reste-t-il de nos amours?

5 commenti:

  1. Beh, un linguaggio ricercato tuttavia, può essere anche più pertinente. Ci sono certe espressioni d'uso contemporaneo assolutamente banali e odiose.

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    1. C'e' un po' di differenza, pero', tra linguaggio ricercato e linguaggio anacronistico. Avanti, gente: ci sono tanti libri, scritti bene, non banali e perfettamente comprensibili (meglio: insegnabili) a ragazzi di 11 anni. O anche degli articoli di giornali o riviste che non siano Dipiu' o Cronaca Vera. Tra Monti e Moccia proprio non c'e' niente in mezzo?

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  2. Meglio Monti che Moccia, no?

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    1. No, meglio Moccia. E dico "meglio Moccia" perche' leggere Monti a 11 anni (o anche a 12 o 13) equivale semplicemente a non leggere niente. E, piuttosto che niente, meglio Moccia.

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  3. Almeno nei temi il linguaggio parlato si potrebbe evitare. E comunque le nuove generazioni non sanno più "cosa essere l'italiano" :D

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