"Ben svegliata, Italia!" Così Franco Bragagna saluta noi, mattinieri per amore (dello sci nordico).
Ieri si è svolta la 10 km femminile, oggi la 15 km maschile, entrambe a tecnica libera, con partenza a cronometro.
Delle donne, la prima a partire è Nathalie Santer, biathleta di San Candido - più conosciuta per essere la moglie del ben più blasonato collega Ole Einar Bjørndalen - che non ho ben capito perché adesso gareggi per il Belgio. Essendo i primi numeri assegnati alle atlete con meno risultati alle spalle, mi aspettavo che Nathalie sarebbe stata in testa per un po', e invece fu quasi subito superata dalla statunitense Caitlin Compton, partita col numero 9.
La prima italiana - anche nei documenti - a partire è Magda Genuin, veneta di Falcade, che subito fa capire che la sua sarà una bella prova. Sarà dodicesima, alla fine, appena davanti a Sabina Valbusa.
Arianna Follis è la nostra speranza per una medaglia: fa parte del "gruppo rosso" delle migliori, le ultime a prendere il via. Agli intermedi il suo tempo è a ridosso del podio: il primo posto è già ipotecato da Kateřina Neumannová, e l'avversaria diretta di Arianna sembra essere la norvegese Kristin Størmer Steira.
Al passaggio della valdostana sotto l'arrivo, la regia giapponese sembra non accorgersi che il suo sarà il miglior tempo provvisorio, e l'inquadratura è per la russa Natalia Korosteleva, alla fine solo decima.
Charlotte Kalla, diciannovenne svedese, non spaventa più, e nemmeno Evi Sachenbacher Stehle. Arriva Kristin Steira ed è dietro di 5 secondi: Arianna è sul podio!
Ancora un po' e avrebbe superato anche Olga Savialova, che stavolta deve accontentarsi dell'argento.
I valori dei maschi, al contrario, sono stati interamente stravolti stamattina.
Ricordate il cronoprologo del Tour de France 1995, in cui a Saint-Brieuc si rovesciò un acquazzone mentre correvano i più forti e Jacky Durand, l'uomo delle fughe-fiume, indossò la maglia gialla? Ecco, più o meno questo è accaduto oggi: a un certo punto il nevischio, a Shirahata, si è tramutato in una quasi-bufera, e i lavori degli ski-men sono andati a farsi benedire - e con loro la pazienza di Vincent Vittoz.
L'oro è finito così al collo di Lars Berger, norvegese che normalmente gareggia nel biathlon - Bragagna l'ha definito "un fondista con la carabina in spalla" - e l'argento a quello di un esordiente assoluto, il neanche ventenne bielorusso Leanid Karneyenka.
L'austriaco Johannes Eder rischiava di vincere la medaglia di bronzo grazie a una squalifica di due anni per doping: essendo scivolato in fondo alla classifica Fis, a lui era toccato il pettorale numero 2. Solo il potentissimo Tobias Angerer, l'ultimo della start list, riesce a scalzarlo.
Chissà come sarebbe andata "al netto della bufera." Non basta stilare la classifica avulsa dei soli atleti del "gruppo rosso" : se qualcuno, come appunto Angerer, ha dato comunque il massimo, qualcun altro ha sicuramente tirato i remi in barca e terminato la gara per onor di firma. Non è il caso di Pietro Piller Cottrer, campione uscente, alla fine decimo. E di Axel Teichmann e Franz Göring, tedeschi che saranno da tenere d'occhio dopodomani nella staffetta.
Canzone del giorno: Røyksopp - What Else Is There?
Passo velocemente per un salutino!
RispondiEliminaLo ami proprio lo sci eh???
Complimenti per la tua passione!
Bacioni
Come ben sai, sono completamente all'oscuro dell'argomento.
RispondiEliminaPerò sono passata per un saluto.
Un bacione.