venerdì 20 novembre 2009
domenica 15 novembre 2009
Addio ad un'identità
Era nell'aria da tempo, ormai.
Prima l'inglobamento del sito nel portale Mediaset, poi il link sempre più piccolo fino a ridursi a una sola riga.
Infine, il 10 novembre, la comunicazione ufficiale: dal 1° gennaio 2010, Jumpy non fornirà più il servizio di posta elettronica.
Solo la mia prima ragazza, finora, sa perché nell'autunno del 2000 mi ci fossi iscritto, nonostante disponessi già di più di un account per l'accesso a internet nonché di più di un indirizzo di posta. E io non ve lo dirò perché ho una reputazione da difendere; ma se siete abbastanza attenti potete capirlo.
Avevo scelto vielseitig come username per due motivi. La parola, in tedesco, significa vario, versatile, eclettico (vielseitig interessiert sein = avere molti interessi), ed era un po' la mia fissazione in quel periodo. Ero al quarto anno di università - in realtà ero già abbondantemente indietro - e, dopo che al liceo mi ero sforzato per avere buoni voti anche nelle materie umanistiche, mi ero ritrovato dei compagni i cui argomenti di conversazione, al contrario, non andavano oltre la fisica e la matematica. Il est bien plus beau de savoir quelque chose de tout que de savoir tout d'une chose; cette universalité est la plus belle: questa citazione di Pascal era diventata il mio motto.
Il secondo motivo era il desiderio di qualcosa che ogni giorno mi ricordasse il mio proposito di imparare il tedesco. La sua efficacia si sarebbe manifestata solo 8 anni dopo, e quindi forse è giusto che scompaia proprio adesso, quando marcio a pieno regime verso i verbi che reggono un caso preposizionale.
Anche un mio vecchio sito si chiamava così. L'avevo costruito in HTML con un editor testuale: unico aiuto, l'evidenziazione del codice. Lo curai per un po', ma a un certo punto mi arresi alla macchinosità di una gestione totalmente manuale, nonché all'avanzata dei blog.
Non ero convinto per nulla quando aprii questo blog. Temevo avrebbe fatto la fine del sito: aggiornamenti frequenti per un po', poi l'abbandono. In effetti, dei periodi di stasi ci sono stati, ma ridendo e scherzando sono ormai tre anni e mezzo. Non male, per uno che non ha mai avuto la costanza come punto forte.
Musica del giorno: Antonín Dvořák - Concerto per violoncello e orchestra in si minore, op. 104.
Prima l'inglobamento del sito nel portale Mediaset, poi il link sempre più piccolo fino a ridursi a una sola riga.
Infine, il 10 novembre, la comunicazione ufficiale: dal 1° gennaio 2010, Jumpy non fornirà più il servizio di posta elettronica.
Solo la mia prima ragazza, finora, sa perché nell'autunno del 2000 mi ci fossi iscritto, nonostante disponessi già di più di un account per l'accesso a internet nonché di più di un indirizzo di posta. E io non ve lo dirò perché ho una reputazione da difendere; ma se siete abbastanza attenti potete capirlo.
Avevo scelto vielseitig come username per due motivi. La parola, in tedesco, significa vario, versatile, eclettico (vielseitig interessiert sein = avere molti interessi), ed era un po' la mia fissazione in quel periodo. Ero al quarto anno di università - in realtà ero già abbondantemente indietro - e, dopo che al liceo mi ero sforzato per avere buoni voti anche nelle materie umanistiche, mi ero ritrovato dei compagni i cui argomenti di conversazione, al contrario, non andavano oltre la fisica e la matematica. Il est bien plus beau de savoir quelque chose de tout que de savoir tout d'une chose; cette universalité est la plus belle: questa citazione di Pascal era diventata il mio motto.
Il secondo motivo era il desiderio di qualcosa che ogni giorno mi ricordasse il mio proposito di imparare il tedesco. La sua efficacia si sarebbe manifestata solo 8 anni dopo, e quindi forse è giusto che scompaia proprio adesso, quando marcio a pieno regime verso i verbi che reggono un caso preposizionale.
Anche un mio vecchio sito si chiamava così. L'avevo costruito in HTML con un editor testuale: unico aiuto, l'evidenziazione del codice. Lo curai per un po', ma a un certo punto mi arresi alla macchinosità di una gestione totalmente manuale, nonché all'avanzata dei blog.
Non ero convinto per nulla quando aprii questo blog. Temevo avrebbe fatto la fine del sito: aggiornamenti frequenti per un po', poi l'abbandono. In effetti, dei periodi di stasi ci sono stati, ma ridendo e scherzando sono ormai tre anni e mezzo. Non male, per uno che non ha mai avuto la costanza come punto forte.
Musica del giorno: Antonín Dvořák - Concerto per violoncello e orchestra in si minore, op. 104.
sabato 14 novembre 2009
giovedì 12 novembre 2009
Checca
Qualche estate fa, ad un aperitivo al Fontanone del Gianicolo con mio cugino e i suoi amici, arrivai con una maglietta lilla, del colore delle parole che state leggendo, pinocchietti neri con laccetti dello stesso colore della maglietta.
In realtà, io non avevo fatto per nulla caso a questo pendant: se ne accorse mio cugino, che per almeno un anno mi rinfacciò la vergogna che provò vedendomi arrivare.
Quest'autunno lilla e viola non sono di moda solo per le donne: al Gran Gala ciclistico di Conegliano io, con la camicia viola (nella foto sono con la campionessa del mondo di Mendrisio, Tatiana Guderzo), ero in compagnia più o meno della metà dei presenti di sesso maschile.
Non servirebbe a nulla dirlo a mio cugino, secondo il quale solo i gay seguono la moda; per l'omo non sono ammessi abiti di colori diversi dai classici nero, grigio, bruno, blu, celeste e bianco; la borsa va portata rigorosamente in mano e d'estate sono proibite le scarpe aperte; la gestualità deve essere il più possibile contenuta, per non dire che l'uomo deve tendere all'immobilità.
Manco a dirlo, di queste regole non ne rispetto neppure una. Chissà se mi sarebbe bastato rispettarle per superare nel giro di giorni, anziché di anni, la paranoia di apparire gay.
Sapevo che tante di queste regole sono stereotipi, ero (e sono) anche consapevole che mio cugino non è una persona di vedute particolarmente larghe; ciò nonostante, mi sentivo perdente nei suoi confronti. Quando mi disse che alcuni - e non mi volle mai dire chi, anzi, un giorno si lasciò sfuggire un tutti - della sua comitiva gli avevano domandato se fossi gay, ebbi una crisi isterica. Mi sentivo perdente perché lui aveva un lavoro e poteva permettersi certe cose, mentre io a 25 anni ero ancora all'università e non ero per nulla sicuro di finire - dimenticando che lui l'università l'aveva lasciata, per questo aveva cercato lavoro. Mi sentivo perdente perché, nonostante mi piacesse vestirmi di colori diversi e indossare i sandali, non mi sentivo sempre a mio agio; specialmente d'inverno, non potendomi permettere certi capi, mi adattavo a ciò che mi veniva regalato: roba che piaceva solo a mamme e nonne. E, alla fine della fiera, mi sentivo perdente perché lui aveva una relazione sentimentale stabile da diversi anni, e io nemmeno un'avventura. O meglio: ragazze che mi venivano dietro ce n'erano, ma io non mi sentivo desiderato; mi sembrava che costoro scegliessero me perché non trovavano di meglio.
Impiegai anni per superare questo blocco. Ora so come sono fatto, e so anche come sfruttare a mio vantaggio certi aspetti che, un tempo, sentivo come handicap.
Eppure, un anno fa S. mi lasciò perché, a suo dire, non sarei stato in grado di salvarla nel caso in cui si fosse trovata in difficoltà.
Eppure, l'altro giorno, quando una mia amica mi disse di togliere la foto del post Eleganza casalinga perché, a suo dire, ho la faccia da checca, la risposta fu piuttosto scortese.
Verrà mai un giorno dove l'insicurezza sarà solo un ricordo?
Canzone del giorno: Coldplay - The Hardest Part.
In realtà, io non avevo fatto per nulla caso a questo pendant: se ne accorse mio cugino, che per almeno un anno mi rinfacciò la vergogna che provò vedendomi arrivare.
Quest'autunno lilla e viola non sono di moda solo per le donne: al Gran Gala ciclistico di Conegliano io, con la camicia viola (nella foto sono con la campionessa del mondo di Mendrisio, Tatiana Guderzo), ero in compagnia più o meno della metà dei presenti di sesso maschile.
Non servirebbe a nulla dirlo a mio cugino, secondo il quale solo i gay seguono la moda; per l'omo non sono ammessi abiti di colori diversi dai classici nero, grigio, bruno, blu, celeste e bianco; la borsa va portata rigorosamente in mano e d'estate sono proibite le scarpe aperte; la gestualità deve essere il più possibile contenuta, per non dire che l'uomo deve tendere all'immobilità.
Manco a dirlo, di queste regole non ne rispetto neppure una. Chissà se mi sarebbe bastato rispettarle per superare nel giro di giorni, anziché di anni, la paranoia di apparire gay.
Sapevo che tante di queste regole sono stereotipi, ero (e sono) anche consapevole che mio cugino non è una persona di vedute particolarmente larghe; ciò nonostante, mi sentivo perdente nei suoi confronti. Quando mi disse che alcuni - e non mi volle mai dire chi, anzi, un giorno si lasciò sfuggire un tutti - della sua comitiva gli avevano domandato se fossi gay, ebbi una crisi isterica. Mi sentivo perdente perché lui aveva un lavoro e poteva permettersi certe cose, mentre io a 25 anni ero ancora all'università e non ero per nulla sicuro di finire - dimenticando che lui l'università l'aveva lasciata, per questo aveva cercato lavoro. Mi sentivo perdente perché, nonostante mi piacesse vestirmi di colori diversi e indossare i sandali, non mi sentivo sempre a mio agio; specialmente d'inverno, non potendomi permettere certi capi, mi adattavo a ciò che mi veniva regalato: roba che piaceva solo a mamme e nonne. E, alla fine della fiera, mi sentivo perdente perché lui aveva una relazione sentimentale stabile da diversi anni, e io nemmeno un'avventura. O meglio: ragazze che mi venivano dietro ce n'erano, ma io non mi sentivo desiderato; mi sembrava che costoro scegliessero me perché non trovavano di meglio.
Impiegai anni per superare questo blocco. Ora so come sono fatto, e so anche come sfruttare a mio vantaggio certi aspetti che, un tempo, sentivo come handicap.
Eppure, un anno fa S. mi lasciò perché, a suo dire, non sarei stato in grado di salvarla nel caso in cui si fosse trovata in difficoltà.
Eppure, l'altro giorno, quando una mia amica mi disse di togliere la foto del post Eleganza casalinga perché, a suo dire, ho la faccia da checca, la risposta fu piuttosto scortese.
Verrà mai un giorno dove l'insicurezza sarà solo un ricordo?
Canzone del giorno: Coldplay - The Hardest Part.
lunedì 2 novembre 2009
Giornata dei defunti
Now fades the glimmering landscape on the sight,
and all the air a solemn stillness holds,
save where the beetle wheels his droning flight,
and drowsy tinklings lull the distant folds.
(Thomas Gray, Elegy Written In A Country Churchyard)
and all the air a solemn stillness holds,
save where the beetle wheels his droning flight,
and drowsy tinklings lull the distant folds.
(Thomas Gray, Elegy Written In A Country Churchyard)
Canzone della sera: Franz Ferdinand - Fade Together.
Deutsche Wörter
- zählen: contare; erzählen: raccontare;
- Fluss: flusso, fiume; beeinflussen: influenzare;
- drücken: premere; ausdrücken: esprimere;
- ...
Canzone del giorno: stellastarr* - My Coco.
sabato 31 ottobre 2009
Filosofia al femminile
Ieri pomeriggio, sala Paladin di Palazzo Moroni a Padova: primo incontro di un ciclo, organizzato dall'associazione οικος-βιος, su psicanalisi, politica, filosofia al femminile; la disfatta del pensiero androcentrico.
Io di filosofia non capisco nulla e, assumendomene tutte le responsabilità, non è una disciplina che mi interessi. Andai alla conferenza solo per sentire una mia amica: la sorella mi aveva detto che avrebbe parlato. Lì, invece, scoprimmo che l'unico intervento sarebbe stato di Paola Zaretti, psicologa e consulente filosofica - ma significa che se sto soffrendo per amore mi legge Schopenhauer?
Alla fine del suo discorso dove in qualche modo c'entrava Hannah Arendt e che era intervallato da letture di altre donne sedute in prima fila, c'era spazio per domande.
Su un'ottantina di persone presenti, gli uomini saranno stati 4, me compreso; e gli unici a prendere la parola furono gli altri 3. Tra ciò che ho capito dopo le domande dei primi due e la successiva replica della relatrice: Leopardi è stato un grandissimo poeta ma era un uomo - ne siamo certi? - la donna dov'era? - a tessere, forse? - le famiglie e le associazioni di volontariato sono portate avanti dalle donne - e io, dopo la mia ultima esperienza, dico: arrangiatevi - pensate a cosa succederebbe se ci fosse uno sciopero generale delle donne - in casa mia, assolutamente niente, visto il sesso dei miei due coinquilini - che però non ci sarà mai, perché le donne non si uniscono, perché non conoscono il potere che hanno - forse perché ce l'hanno solo a 'sti convegni?
Finché il microfono non finì in mano al terzo uomo, evvaiiiiiiiii!!!! Gli slogan del '68, l'utero è mio e me lo gestisco io, gli uomini che per questo motivo si sono allontanati dai legami duraturi, le donne che sculettano davanti alle telecamere. Dopo un po' di vociare tra le donne in sala, ecco la cinquantenne dal lungo abito lilla: voi dovete vergognarvi per quello che avete fatto agli uomini in milioni di anni! voi avete parlato per milioni di anni, è ora di finirla!
Le femministe: se sapessero quanto le amo...
Canzone del giorno: The Killers - Read My Mind.
Io di filosofia non capisco nulla e, assumendomene tutte le responsabilità, non è una disciplina che mi interessi. Andai alla conferenza solo per sentire una mia amica: la sorella mi aveva detto che avrebbe parlato. Lì, invece, scoprimmo che l'unico intervento sarebbe stato di Paola Zaretti, psicologa e consulente filosofica - ma significa che se sto soffrendo per amore mi legge Schopenhauer?
Alla fine del suo discorso dove in qualche modo c'entrava Hannah Arendt e che era intervallato da letture di altre donne sedute in prima fila, c'era spazio per domande.
Su un'ottantina di persone presenti, gli uomini saranno stati 4, me compreso; e gli unici a prendere la parola furono gli altri 3. Tra ciò che ho capito dopo le domande dei primi due e la successiva replica della relatrice: Leopardi è stato un grandissimo poeta ma era un uomo - ne siamo certi? - la donna dov'era? - a tessere, forse? - le famiglie e le associazioni di volontariato sono portate avanti dalle donne - e io, dopo la mia ultima esperienza, dico: arrangiatevi - pensate a cosa succederebbe se ci fosse uno sciopero generale delle donne - in casa mia, assolutamente niente, visto il sesso dei miei due coinquilini - che però non ci sarà mai, perché le donne non si uniscono, perché non conoscono il potere che hanno - forse perché ce l'hanno solo a 'sti convegni?
Finché il microfono non finì in mano al terzo uomo, evvaiiiiiiiii!!!! Gli slogan del '68, l'utero è mio e me lo gestisco io, gli uomini che per questo motivo si sono allontanati dai legami duraturi, le donne che sculettano davanti alle telecamere. Dopo un po' di vociare tra le donne in sala, ecco la cinquantenne dal lungo abito lilla: voi dovete vergognarvi per quello che avete fatto agli uomini in milioni di anni! voi avete parlato per milioni di anni, è ora di finirla!
Le femministe: se sapessero quanto le amo...
Canzone del giorno: The Killers - Read My Mind.
martedì 27 ottobre 2009
Eleganza casalinga
Dite: la mia maglia...
... fa o non fa pendant con le ciabatte?
Canzone del giorno: Amorphis - Silent Waters.
... fa o non fa pendant con le ciabatte?
Canzone del giorno: Amorphis - Silent Waters.
martedì 20 ottobre 2009
Niveaustufe A2
Oggi mi sono visto con un mio futuro collega, mio compagno l'anno scorso del corso di tedesco - e unico col quale proseguo nella stessa scuola - al quale avevo chiesto di comprare il libro anche per me, poiché ieri, data della prima lezione del corso per il livello A2, dovevo (e avevo il piacere di) essere presente al Gran Gala ciclistico di Conegliano.
Lui non era venuto ad alcuno spritz dove noi aspiranti germanofoni ci eravamo incontrati la scorsa estate; io l'ho aggiornato sugli ormai ex compagni, e lui mi ha brevemente descritto i quattro corsisti nuovi. Tutti sui 25 anni, due ragazzi e due ragazze; tranne una di queste ultime, che l'ha studiato alle medie, tutti hanno cominciato da autodidatti. E l'altra ragazza, stando alle parole del mio futuro collega, è un vocabolario vivente, una della quale ti domandi ma che sta dicendo? dove l'ha pescato 'sto verbo?
Anche una compagna dell'anno scorso dava quest'impressione; una nuova sfida si profila. Di sicuro, ci sarà da divertirsi!
Canzone del giorno: Kasabian - Thick As Thieves.
Lui non era venuto ad alcuno spritz dove noi aspiranti germanofoni ci eravamo incontrati la scorsa estate; io l'ho aggiornato sugli ormai ex compagni, e lui mi ha brevemente descritto i quattro corsisti nuovi. Tutti sui 25 anni, due ragazzi e due ragazze; tranne una di queste ultime, che l'ha studiato alle medie, tutti hanno cominciato da autodidatti. E l'altra ragazza, stando alle parole del mio futuro collega, è un vocabolario vivente, una della quale ti domandi ma che sta dicendo? dove l'ha pescato 'sto verbo?
Anche una compagna dell'anno scorso dava quest'impressione; una nuova sfida si profila. Di sicuro, ci sarà da divertirsi!
Canzone del giorno: Kasabian - Thick As Thieves.
lunedì 19 ottobre 2009
A 30 anni è ora di crescere
Scambio di sms con il mio amico Valerio, di 22 anni, a inizio settembre:
Tutti mi dicono che sembro più giovane. Giorgia, l'ultima ragazza con cui sono uscito, il giorno in cui la conobbi e le dissi che ero laureato, credeva avessi appena finito la triennale; alle lezioni di guida, tre anni fa, mi camuffavo tranquillamente con i diciottenni; al corso di tedesco, la scorsa primavera, eine Mitschülerin, die 25 Jahre alt ist, glaubte nicht, dass ich älter als sie bin.
Non è un caso. La cosa non riguarda solo l'aspetto fisico in sé: riguarda il mio modo di essere, il mio modo di vestire, buona parte del mio modo di fare, e le persone che fanno parte della mia comitiva. Sono convinto che, in un contesto diverso, anche la mia apparenza sarebbe diversa. Con la scusa di Valerio, dei telefilm (soprattutto del forum) e della musica, mi sono trovato a frequentare molte persone più giovani di me. È probabile che, avendo vissuto un'adolescenza nella quale mi sentivo diverso dai miei coetanei, ora abbia il desiderio di recuperare. È probabile che, poiché molte delle mie potenzialità le ho scoperte relativamente da poco, viva ora ciò che i miei coetanei hanno vissuto in passato. È probabile anche che, non avendo una relazione fissa, non senta il bisogno di "mettere su casa" e quindi sia meno "maturo" da questo punto di vista. Aveva proprio ragione Giorgia: una storia con me, che non ho un "progetto di vita" - quantomeno, un progetto come lo intende lei - non era possibile.
Ma il nocciolo della questione è che, modestamente, io sono una persona curiosa, e non mi voglio chiudere. Finché non mi stuferò e finché riuscirò ad entusiasmarmi, ai concerti voglio mettermi sotto il palco, e non su una comoda poltrona. Voglio andare alle gare di ciclocross e tornare pieno di vesciche e con gli stivali pieni di fango. Finché avrò la testa, avrò sempre il desiderio di imparare cose nuove - e altre lingue. Per questo dico di non sentire la mia età, e per questo mal sopporto le persone che appaiono "vecchie." E ciò - ormai è chiaro - non ha niente a che vedere con gli anni effettivi.
Canzone del giorno: Laurent Wolf - No Stress.
Cosa concluderesti, se ti dicessi che non riesco a smettere di cantare 21 Guns dei Green Day?Mancano ormai meno di due mesi al fatidico cambio di decina, e vi chiedo fin da ora di sostenermi nei giorni che seguiranno - specialmente in gennaio - perché se allo scorso cambio di decina non mi davo pace per la perdita del -teen, figuratevi ora.
Che hai una regressione adolescenziale!
Tutti mi dicono che sembro più giovane. Giorgia, l'ultima ragazza con cui sono uscito, il giorno in cui la conobbi e le dissi che ero laureato, credeva avessi appena finito la triennale; alle lezioni di guida, tre anni fa, mi camuffavo tranquillamente con i diciottenni; al corso di tedesco, la scorsa primavera, eine Mitschülerin, die 25 Jahre alt ist, glaubte nicht, dass ich älter als sie bin.
Non è un caso. La cosa non riguarda solo l'aspetto fisico in sé: riguarda il mio modo di essere, il mio modo di vestire, buona parte del mio modo di fare, e le persone che fanno parte della mia comitiva. Sono convinto che, in un contesto diverso, anche la mia apparenza sarebbe diversa. Con la scusa di Valerio, dei telefilm (soprattutto del forum) e della musica, mi sono trovato a frequentare molte persone più giovani di me. È probabile che, avendo vissuto un'adolescenza nella quale mi sentivo diverso dai miei coetanei, ora abbia il desiderio di recuperare. È probabile che, poiché molte delle mie potenzialità le ho scoperte relativamente da poco, viva ora ciò che i miei coetanei hanno vissuto in passato. È probabile anche che, non avendo una relazione fissa, non senta il bisogno di "mettere su casa" e quindi sia meno "maturo" da questo punto di vista. Aveva proprio ragione Giorgia: una storia con me, che non ho un "progetto di vita" - quantomeno, un progetto come lo intende lei - non era possibile.
Ma il nocciolo della questione è che, modestamente, io sono una persona curiosa, e non mi voglio chiudere. Finché non mi stuferò e finché riuscirò ad entusiasmarmi, ai concerti voglio mettermi sotto il palco, e non su una comoda poltrona. Voglio andare alle gare di ciclocross e tornare pieno di vesciche e con gli stivali pieni di fango. Finché avrò la testa, avrò sempre il desiderio di imparare cose nuove - e altre lingue. Per questo dico di non sentire la mia età, e per questo mal sopporto le persone che appaiono "vecchie." E ciò - ormai è chiaro - non ha niente a che vedere con gli anni effettivi.
Canzone del giorno: Laurent Wolf - No Stress.
sabato 17 ottobre 2009
Passare oltre
Mi domando perché non riesca a fregarmene delle persone che mi trattano come un vestito vecchio da buttare. Perché non sia in grado di passare oltre (non sopra, ché è un'altra cosa) e abbia bisogno che costoro riconoscano di avermi fatto male.
Colei che, due post fa, mi ha risposto come un cane rabbioso ad un mio semplice saluto, era una compagna di classe di S. Non ci ho mai avuto troppo a che fare, se non alle feste e in pochissime altre occasioni. L'avevo incontrata la scorsa primavera vicino all'università, a Padova. Non si ricordava chi fossi, ma non mi sembrava ci fossero problemi, tra me e lei. Può darsi che due giorni fa le sia successo veramente qualcosa di brutto, ma io che colpa ne ho? E soprattutto, perché accettare la richiesta di amicizia su Facebook da una persona con cui non vuoi nemmeno scambiare due parole?
Qualcuno mi fa un corso di stronzaggine avanzata? Perché sono sicuro che, in questo caso, col cavolo che la gente si permetterebbe certe cafonaggini...
E poi B., che un tempo era mia amica. Poi, dopo che si fidanzò e lasciò l'università, per cui non ci vedemmo più sul treno, divenne la persona che mi deluse di più, in assoluto. L'estate 2002 è stato il periodo in cui mi sono sentito più solo, in tutta la mia vita: gli unici momenti piacevoli erano gli incontri con i miei due compagni di laboratorio, per scrivere le relazioni di spettroscopia. Per il resto, se volevo un po' di compagnia l'unica via era accendere il televisore.
Chiesi conforto a B., alla quale ero stato vicino qualche mese prima, quando in difficoltà si era trovata lei. Risultato: mai una telefonata, un sms, due righe per posta elettronica. Nella mia casella e-mail, da lei ricevevo solo catene di S. Antonio, barzellette o vignette di pessimo gusto. Un giorno ricevetti da lei un'e-mail, dal titolo ti voglio bene, ed era una catena, una di quelle e-mail che devi mandare a tutti se no arriverà un manipolo di Yakuza a fregarti il portafoglio, la macchina e tutta la tua collezione di porno. Credo di aver pianto davanti allo schermo.
Alle mie richieste di spiegazioni, le giustificazioni di B. erano sempre le stesse: ho sempre problemi col lavoro, mi connetto poco e niente. (Come se non esistesse il telefono.)
Qualche mese dopo, B. si rifece sentire: un'e-mail tutta festosa e piena di buoni propositi. Io, veramente intenzionato a perdonarla, cercai di buttarla sul ridere: quanto impiegherai per sparire, stavolta? Due giorni o due settimane? Ma lei non capì.
E, come volevasi dimostrare, sparì di nuovo, per poi tornare a distanza di mesi, se non di più di un anno. Io non le negai mai una nuova possibilità, ma non sono capace di far tornare le cose come prima se anche l'altra persona non lo vuole. La trattai con molto più distacco - non mi recai volutamente al suo matrimonio, per esempio; ero stato invitato solo alla cerimonia - e quando lei mi chiese il perché di questo distacco, le vomitai addosso tutto. Solo allora le venne il dubbio di avermi ferito nel profondo, nella mia paura più grande, ossia essere abbandonato dalle persone cui voglio bene.
Parlammo al telefono, andai anche a trovarla un anno dopo; la questione sembrava chiarita. Anche dopo di allora ci sentimmo solo sporadicamente, ma avevo accettato la situazione. In fondo anche con altri miei amici non ci sentiamo tutti i giorni, ma quando ci sentiamo è come se non fosse passata neanche un'ora.
Fino a quando B. non se ne uscì di nuovo con una delle sue, stavolta coinvolgendo miei amici.
Perché non riesco a fregarmene? Perché, alla fine della fiera, non posso negare che le voglio bene.
Canzone del giorno: T. I. feat. Justin Timberlake - Dead And Gone.
Colei che, due post fa, mi ha risposto come un cane rabbioso ad un mio semplice saluto, era una compagna di classe di S. Non ci ho mai avuto troppo a che fare, se non alle feste e in pochissime altre occasioni. L'avevo incontrata la scorsa primavera vicino all'università, a Padova. Non si ricordava chi fossi, ma non mi sembrava ci fossero problemi, tra me e lei. Può darsi che due giorni fa le sia successo veramente qualcosa di brutto, ma io che colpa ne ho? E soprattutto, perché accettare la richiesta di amicizia su Facebook da una persona con cui non vuoi nemmeno scambiare due parole?
Qualcuno mi fa un corso di stronzaggine avanzata? Perché sono sicuro che, in questo caso, col cavolo che la gente si permetterebbe certe cafonaggini...
E poi B., che un tempo era mia amica. Poi, dopo che si fidanzò e lasciò l'università, per cui non ci vedemmo più sul treno, divenne la persona che mi deluse di più, in assoluto. L'estate 2002 è stato il periodo in cui mi sono sentito più solo, in tutta la mia vita: gli unici momenti piacevoli erano gli incontri con i miei due compagni di laboratorio, per scrivere le relazioni di spettroscopia. Per il resto, se volevo un po' di compagnia l'unica via era accendere il televisore.
Chiesi conforto a B., alla quale ero stato vicino qualche mese prima, quando in difficoltà si era trovata lei. Risultato: mai una telefonata, un sms, due righe per posta elettronica. Nella mia casella e-mail, da lei ricevevo solo catene di S. Antonio, barzellette o vignette di pessimo gusto. Un giorno ricevetti da lei un'e-mail, dal titolo ti voglio bene, ed era una catena, una di quelle e-mail che devi mandare a tutti se no arriverà un manipolo di Yakuza a fregarti il portafoglio, la macchina e tutta la tua collezione di porno. Credo di aver pianto davanti allo schermo.
Alle mie richieste di spiegazioni, le giustificazioni di B. erano sempre le stesse: ho sempre problemi col lavoro, mi connetto poco e niente. (Come se non esistesse il telefono.)
Qualche mese dopo, B. si rifece sentire: un'e-mail tutta festosa e piena di buoni propositi. Io, veramente intenzionato a perdonarla, cercai di buttarla sul ridere: quanto impiegherai per sparire, stavolta? Due giorni o due settimane? Ma lei non capì.
E, come volevasi dimostrare, sparì di nuovo, per poi tornare a distanza di mesi, se non di più di un anno. Io non le negai mai una nuova possibilità, ma non sono capace di far tornare le cose come prima se anche l'altra persona non lo vuole. La trattai con molto più distacco - non mi recai volutamente al suo matrimonio, per esempio; ero stato invitato solo alla cerimonia - e quando lei mi chiese il perché di questo distacco, le vomitai addosso tutto. Solo allora le venne il dubbio di avermi ferito nel profondo, nella mia paura più grande, ossia essere abbandonato dalle persone cui voglio bene.
Parlammo al telefono, andai anche a trovarla un anno dopo; la questione sembrava chiarita. Anche dopo di allora ci sentimmo solo sporadicamente, ma avevo accettato la situazione. In fondo anche con altri miei amici non ci sentiamo tutti i giorni, ma quando ci sentiamo è come se non fosse passata neanche un'ora.
Fino a quando B. non se ne uscì di nuovo con una delle sue, stavolta coinvolgendo miei amici.
Perché non riesco a fregarmene? Perché, alla fine della fiera, non posso negare che le voglio bene.
Canzone del giorno: T. I. feat. Justin Timberlake - Dead And Gone.
Bacheca
Ad una fermata della linea 5 di Padova, qualche mese fa:
Canzone del giorno: Franz Ferdinand - Turn It On.
Canzone del giorno: Franz Ferdinand - Turn It On.
venerdì 16 ottobre 2009
Dialogo
we
ma insomma si può sapere cosa vuoi dalla mia vita?
non è giornata cazzo!
eh?
ti ripeto che non ci conosciamo
primo: ci conosciamo, te l'ho detto anche l'altra volta
secondo: sarebbe una buona ragione per rispondermi come un cane ad un saluto?
ti avrò salutato due volte
puoi anche rimuovermi dagli amici
ti ho accettato solo per cortesia
Canzone del giorno: Black Eyed Peas - Boom Boom Pow.
ma insomma si può sapere cosa vuoi dalla mia vita?
non è giornata cazzo!
eh?
ti ripeto che non ci conosciamo
primo: ci conosciamo, te l'ho detto anche l'altra volta
secondo: sarebbe una buona ragione per rispondermi come un cane ad un saluto?
ti avrò salutato due volte
puoi anche rimuovermi dagli amici
ti ho accettato solo per cortesia
Canzone del giorno: Black Eyed Peas - Boom Boom Pow.
martedì 13 ottobre 2009
Lentezza
Io sono una persona lenta. Vado in bestia se, quando c'è tempo, qualcuno mi mette fretta. E ovviamente mi riduco sempre all'ultimo secondo; i miei amici ormai sanno che con me ci sono i 5-10 minuti accademici di ritardo, ma tanto è impossibile non volermi bene.
Sono lento a mangiare, tant'è vero che chi mi invita a pranzo mi chiede sempre se ciò che mi ha offerto non mi piace; ecco, non sono più troppo lento a farmi la doccia. Però sono lentissimo a leggere - mi chiedo come facciano coloro che "divorano" i libri: io se perdo un minimo particolare devo tornare indietro, anche con i dvd! - e a scrivere. Già svolgendo i temi di italiano non ero affatto capace di "buttare giù" tutto nella brutta copia e poi rielaborare nella bella. Le mie brutte copie erano piene di correzioni, perché non proseguivo finché una frase non mi soddisfaceva, in tutti i sensi.
Inutile dire che ciò riguarda anche la scrittura sul web. Anche per scrivere un post su questo blog impiego molto più tempo della media. Non è un caso che con i minifeed di Facebook mi trovi benissimo. Sono iscritto anche a Twitter, ma non lo sto sfruttando: sinceramente non ho capito ancora esattamente come funziona, né mi ispira troppo, mi pare una cosa da fighetti alla Wired (Beppe perdonami!). E, lo so che è paradossale, ma mi sta troppo stretto il limite dei 140 caratteri per post. Ok, direte voi, questo è lo spirito del gioco. Ma forse è proprio perché sono lento che mi piace approfondire, dare respiro alle azioni. È più probabile che mi accinga a leggere un romanzo di 900 pagine piuttosto che un racconto breve, di cui probabilmente non ricorderei nemmeno i nomi dei personaggi.
Tutto questo sproloquio per salutare di nuovo i miei lettori; continuate a volermi bene? :-)
Canzone del giorno: Ensiferum - Tale Of Revenge.
Sono lento a mangiare, tant'è vero che chi mi invita a pranzo mi chiede sempre se ciò che mi ha offerto non mi piace; ecco, non sono più troppo lento a farmi la doccia. Però sono lentissimo a leggere - mi chiedo come facciano coloro che "divorano" i libri: io se perdo un minimo particolare devo tornare indietro, anche con i dvd! - e a scrivere. Già svolgendo i temi di italiano non ero affatto capace di "buttare giù" tutto nella brutta copia e poi rielaborare nella bella. Le mie brutte copie erano piene di correzioni, perché non proseguivo finché una frase non mi soddisfaceva, in tutti i sensi.
Inutile dire che ciò riguarda anche la scrittura sul web. Anche per scrivere un post su questo blog impiego molto più tempo della media. Non è un caso che con i minifeed di Facebook mi trovi benissimo. Sono iscritto anche a Twitter, ma non lo sto sfruttando: sinceramente non ho capito ancora esattamente come funziona, né mi ispira troppo, mi pare una cosa da fighetti alla Wired (Beppe perdonami!). E, lo so che è paradossale, ma mi sta troppo stretto il limite dei 140 caratteri per post. Ok, direte voi, questo è lo spirito del gioco. Ma forse è proprio perché sono lento che mi piace approfondire, dare respiro alle azioni. È più probabile che mi accinga a leggere un romanzo di 900 pagine piuttosto che un racconto breve, di cui probabilmente non ricorderei nemmeno i nomi dei personaggi.
Tutto questo sproloquio per salutare di nuovo i miei lettori; continuate a volermi bene? :-)
Canzone del giorno: Ensiferum - Tale Of Revenge.
domenica 30 agosto 2009
Was entfernt sich schneller?
L'anno scorso, nel periodo buio post-fine amore, mi domandavo se sarei stato capace di non escludere del tutto, dalla mia vita, tutto ciò che mi ricordava S. Subito mi risposi che S. sarebbe passata presto; la musica, i film... e soprattutto le stelle, no. E la risposta sarebbe stata confermata dai fatti, salvo alcune eccezioni, l'ultima di un paio di mesi fa: scendendo dal treno a Mestre, la radio che ascoltavo in cuffia trasmetteva She Will Be Loved dei Maroon 5, una delle canzoni preferite di S., e io mi distrassi al punto che, giunto al binario dove avrei atteso il treno per Padova, dovetti tornare di corsa sul treno dal quale ero sceso perché avevo dimenticato, a bordo, il romanzo che stavo leggendo. Falso allarme.
Oggi, sulla Domenica del Sole 24 Ore, Riccardo Chiaberge parla di montagna: "creste di ghiaccio che cedono, pareti che si sgretolano, massi di granito che si staccano." I sindaci sono costretti a vietare le scalate ad alcune cime per pericolo di frane, e le guide - die Bergführer, "come li chiamano (con termine un po' inquietante) nelle valli di lingua tedesca" - diventano inservibili quando "è la topografia, la struttura stessa della montagna che cambia sotto gli scarponi."
Tuttavia anche in pianura, di questi tempi, noi vaghiamo alla cieca: "mancano i segnavia, i punti di riferimento, le guide. Non führer o duci dei quali non sentiamo alcun bisogno, ma leader che ci aiutino a risalire senza mettere il piede in fallo."
Dunque, dottor Chiaberge. In attesa di rileggere qualche articolo intelligente - visto che lei li sa scrivere - prima di tutto le devo fare un ripassino. Qualsiasi studente di tedesco lo impara alla prima lezione, ma forse lei se l'è persa. I sostantivi, in tedesco, vanno sempre con l'iniziale maiuscola. Quindi non führer, bensì Führer.
Ma soprattutto, dottor Chiaberge, le devo un grazie. Per aver dato man forte, nelle quattro colonne del suo Contrappunto, a tutti i caproni che offendono il tedesco e coloro che lo parlano - o che lo studiano, come me - bollandola come la lingua di Hitler. Forse, secondo lei e qualche altro benpensante, la Germania avrebbe dovuto bandire la parola Führer; ma, per suo sommo disappunto, deve prendere atto che significa semplicemente guida, perciò a ragione è usata per identificare le guide per turisti e per alpinisti.
Hitler e il nazismo passano, la lingua tedesca no. O meglio: prima o poi passerà anche lei, ma pur sempre dopo i Chiaberge.
Canzone del giorno: Pussycat Dolls - Hush Hush; Hush Hush.
martedì 11 agosto 2009
Effetto spiaggia
È una tradizione, ormai, l'ascolto di Safari Beach dei Mau Mau il giorno prima di partire per le vacanze.
Venerdì scorso ho conosciuto i Versione acustica, duo vittoriese nato dalle ceneri degli Angels. All'osteria al Ponte hanno proposto versioni acustiche di pezzi vecchi e nuovi, italiani e stranieri - e non dimentichiamo, dedicata a me, la prima strofa, in tedesco, di Durch den Monsun dei Tokio Hotel.
I complimenti a loro li ho già fatti di persona; l'unica cosa che mi sento di dire a Carlo e Simone è: mettete via Celentano, Nomadi, Battisti e tutta la fuffa nazionalpopolare da falò sulla spiaggia. A meno che vi piaccia farvi fregare il microfono dal vecchietto arzillo, dalla papagirl fomentata o dalla sessantenne nostalgica al grido di "questa era la musica dei nostri tempi!" - e risvegliare gli istinti karaokeschi di coloro che, altrimenti, non avrebbero il coraggio di chiedere albechiare, acqueazzurre, piccoligrandiamori e via discorrendo.
Ma ora parlo da ggggiòvane. Talmente ggggiòvane che, a parte gli Who e pochissimi altri, non riesco a sentire musica più vecchia di 15 anni, o giù di lì. Non so spiegare il motivo: forse perché da adolescente anch'io avevo bisogno di certezze, al punto che ho ascoltato i Pink Floyd fino alla nausea. Poi è venuto il tempo del revival anni '80, che se dapprima era prerogativa di gente che gli anni '80 effettivamente li aveva vissuti (e io che facevo a pugni per inserirmi tra loro), presto si è concretizzato nei sedicenni danzanti Maracaibo nei locali.
Ora - non me ne voglia l'interessato che, a scanso di equivoci, trovo molto simpatico - mi fa così strano vedere quel ragazzo del mio quartiere, a Padova, essere così patito degli Oasis. O, quantomeno, fa strano a me, che gli Oasis li ascoltavo al liceo. E non avrei mai pensato di essere sconcertato perfino di fronte a coloro che sono diventati fans dei Muse con Starlight e Supermassive Black Hole e, sempre per ragioni anagrafiche, non avevano avuto modo di conoscerli ai tempi di Sunburn o Plug In Baby.
Ma'. Al concerto di White Lies, Franz Ferdinand e Killers, a Roma il 14 luglio scorso, una fan di Kapranos & C. li ha conosciuti quando aveva la mia età. Ho speranze.
Venerdì scorso ho conosciuto i Versione acustica, duo vittoriese nato dalle ceneri degli Angels. All'osteria al Ponte hanno proposto versioni acustiche di pezzi vecchi e nuovi, italiani e stranieri - e non dimentichiamo, dedicata a me, la prima strofa, in tedesco, di Durch den Monsun dei Tokio Hotel.
I complimenti a loro li ho già fatti di persona; l'unica cosa che mi sento di dire a Carlo e Simone è: mettete via Celentano, Nomadi, Battisti e tutta la fuffa nazionalpopolare da falò sulla spiaggia. A meno che vi piaccia farvi fregare il microfono dal vecchietto arzillo, dalla papagirl fomentata o dalla sessantenne nostalgica al grido di "questa era la musica dei nostri tempi!" - e risvegliare gli istinti karaokeschi di coloro che, altrimenti, non avrebbero il coraggio di chiedere albechiare, acqueazzurre, piccoligrandiamori e via discorrendo.
Ma ora parlo da ggggiòvane. Talmente ggggiòvane che, a parte gli Who e pochissimi altri, non riesco a sentire musica più vecchia di 15 anni, o giù di lì. Non so spiegare il motivo: forse perché da adolescente anch'io avevo bisogno di certezze, al punto che ho ascoltato i Pink Floyd fino alla nausea. Poi è venuto il tempo del revival anni '80, che se dapprima era prerogativa di gente che gli anni '80 effettivamente li aveva vissuti (e io che facevo a pugni per inserirmi tra loro), presto si è concretizzato nei sedicenni danzanti Maracaibo nei locali.
Ora - non me ne voglia l'interessato che, a scanso di equivoci, trovo molto simpatico - mi fa così strano vedere quel ragazzo del mio quartiere, a Padova, essere così patito degli Oasis. O, quantomeno, fa strano a me, che gli Oasis li ascoltavo al liceo. E non avrei mai pensato di essere sconcertato perfino di fronte a coloro che sono diventati fans dei Muse con Starlight e Supermassive Black Hole e, sempre per ragioni anagrafiche, non avevano avuto modo di conoscerli ai tempi di Sunburn o Plug In Baby.
Ma'. Al concerto di White Lies, Franz Ferdinand e Killers, a Roma il 14 luglio scorso, una fan di Kapranos & C. li ha conosciuti quando aveva la mia età. Ho speranze.
giovedì 6 agosto 2009
Palle da 100 e lode
Non so se, con la scusa della privacy, i giornali locali pubblichino ancora, alla fine degli esami di maturità, i voti dei neo-diplomati, con allegate foto di coloro che hanno conseguito il massimo dei voti.
Oggi, sul Corriere, ci sono le storie da 100 e lode: nove ragazzi vivono i loro quindici warholiani minuti di celebrità. Ci sono Silvia e Noemi che dichiarano di non aver incontrato troppe difficoltà, a differenza di Laura, che sui libri ha sudato. C'è Alvise, mio futuro collega; e Andrea, che prima dell'università spera di conquistare un po' di greche citando loro Schopenhauer. Comun denominatore, il desiderio di non dover lasciare le proprie passioni, di non essere etichettati come secchioni, di mostrare che lo studio è importante ma c'è anche molto altro, come lo sport, la musica o il volontariato.
È molto probabile che io, alla loro età, avrei dato risposte molto simili alle loro. Ma ora, che di anni ne ho 10 di più, con tutto il rispetto (e l'ammirazione) per loro, e un bel chissenefrega? Mi sembrano storie di ragazzi normalissimi: qualcuno sembra simpatico, qualcun altro un po' scostante; ad altri ancora sarìa da mandarghe quel del formai'.
Ma soprattutto, perché minimizzare l'essere studiosi? Per allontanare gli invidiosi? Quelli ci saranno sempre, e ci sarebbero anche se foste gli ultimi della classe: invidierebbero altre cose. Perché gli amici non strabuzzino gli occhi se in macchina mettete i Franz Ferdinand invece che Schumann? L'importante è non forzarsi ed essere coerenti.
Meno male che ai 110 e lode all'università i giornalisti non sono così interessati ;-)
Canzone del giorno: The Veils - The Leavers Dance.
Oggi, sul Corriere, ci sono le storie da 100 e lode: nove ragazzi vivono i loro quindici warholiani minuti di celebrità. Ci sono Silvia e Noemi che dichiarano di non aver incontrato troppe difficoltà, a differenza di Laura, che sui libri ha sudato. C'è Alvise, mio futuro collega; e Andrea, che prima dell'università spera di conquistare un po' di greche citando loro Schopenhauer. Comun denominatore, il desiderio di non dover lasciare le proprie passioni, di non essere etichettati come secchioni, di mostrare che lo studio è importante ma c'è anche molto altro, come lo sport, la musica o il volontariato.
È molto probabile che io, alla loro età, avrei dato risposte molto simili alle loro. Ma ora, che di anni ne ho 10 di più, con tutto il rispetto (e l'ammirazione) per loro, e un bel chissenefrega? Mi sembrano storie di ragazzi normalissimi: qualcuno sembra simpatico, qualcun altro un po' scostante; ad altri ancora sarìa da mandarghe quel del formai'.
Ma soprattutto, perché minimizzare l'essere studiosi? Per allontanare gli invidiosi? Quelli ci saranno sempre, e ci sarebbero anche se foste gli ultimi della classe: invidierebbero altre cose. Perché gli amici non strabuzzino gli occhi se in macchina mettete i Franz Ferdinand invece che Schumann? L'importante è non forzarsi ed essere coerenti.
Meno male che ai 110 e lode all'università i giornalisti non sono così interessati ;-)
Canzone del giorno: The Veils - The Leavers Dance.
mercoledì 8 luglio 2009
Le Cap d'Agde-Perpignan
Il post di oggi è dedicato a Thomas Vöckler, vincitore della quinta tappa del Tour de France attualmente in corso.
Mi ricordo di lui già dal suo primo anno da professionista, il 2001. All'ultima tappa del Giro d'Italia, da Arona a Milano, al traguardo volante il gruppo lo lasciò passare per primo, e lui alzò le braccia come se si fosse aggiudicato la frazione. Era l'unico corridore della sua squadra, la Bonjour - già allora aveva come direttore sportivo Jean-René Bernaudeau, che oggi ha festeggiato il suo 53º compleanno - che aveva portato a termine la corsa rosa.
Nel 2004 T-Blanc, come lo chiamavano da ragazzino, al Tour de France arrivò con la maglia di campione nazionale, e a Chartres (anche allora era un 8 luglio) conquistò la maglia gialla, che tenne per 10 giorni; nella tappa che da Valréas arrivava a Villard-de-Lans non poté che inchinarsi di fronte a Lance Armstrong.
Per il resto, fino a oggi il suo palmarès non contava vittorie in gare eccessivamente prestigiose.
È stata una tappa strana: normalmente, le tappe pianeggianti dei primi giorni sono caratterizzate da lunghe fughe di uno o due atleti, che puntualmente guadagnano 10 minuti sul gruppo per poi esserne preda a pochi chilometri dall'arrivo.
Oggi in fuga erano in sei: assieme all'alsaziano, Geslin, Hutarovich, Sapa, Ignatiev e Timmer. A 30 km dall'arrivo sembrava fatta per le squadre dei velocisti: i fuggitivi avevano poco più di 40 secondi di vantaggio. Poi, però, inaspettato, il recupero: 50 secondi, un minuto... e così via fino a circa un minuto e mezzo.
A 7 km dall'arrivo ci prova Ignatiev, due volte; entrambe senza successo. Quando scatta Vöckler sembra che nessuno sappia che fare. Timmer prova a lanciarsi in un inseguimento solitario, ma deve arrendersi poco prima dell'ultimo km. Thomas non ci crede: lui che al Giro, ad Anagni, aveva dovuto accontentarsi del secondo posto, dietro uno scatenato Philippe Gilbert, ora passa sotto lo striscione d'arrivo per primo!
... tutto questo è anche per dimenticare che oggi ho litigato con due persone. Ma poi una bella ora di piscina fa passare tutto. (Domani la pago con gli interessi, ovviamente.)
Canzone del giorno: The Killers - Sam's Town.
venerdì 3 luglio 2009
Confronto referendario
13 giugno 2005, indomani del referendum sulla procreazione assistita. Blog e forum sono roventi: si parla di doveri civici violati, di rischio di teocrazia, dell'illegalità della campagna per l'astensione. Per gli italiani non facenti parte di quel 25,9% di votanti, le possibilità sono due: dementi o venduti a Ruini. A nulla serve ricordare che l'ultima consultazione che ha raggiunto il quorum porta la data del 1995, o che è umanamente impossibile, di questi tempi, che la Chiesa abbia persuaso così tanta gente a non votare. Coloro che, fino a qualche giorno prima, scherzavano sul plurale della parola referendum - referendum, come vuole la convenzione italiana sulle parole straniere, o referenda, alla latina? - ora citano Mussolini: "governare gli italiani non è difficile, ma inutile."
22 giugno 2009, indomani del referendum sulla legge elettorale. L'affluenza è ancora più bassa di quattro anni fa: 23,5%. Ma, a questo giro, il ceto medio riflessivo non ha voluto rovinarsi il vestito di Gucci o l'acconciatura fresca di hair-stylist. Le settimane precedenti l'apertura dei seggi, non mi è pervenuta nemmeno l'ombra dei "vota no, ma vota!" di quattro anni fa.
La ragione? Il fatto che anche una vittoria dei sì non avrebbe minato il sistema delle liste elettorali bloccate? Oppure... forse... ipotesi dietrologista... che stavolta non c'erano cardinali da silenziare?
Canzone del giorno: White Lies - Farewell To The Fairground.
22 giugno 2009, indomani del referendum sulla legge elettorale. L'affluenza è ancora più bassa di quattro anni fa: 23,5%. Ma, a questo giro, il ceto medio riflessivo non ha voluto rovinarsi il vestito di Gucci o l'acconciatura fresca di hair-stylist. Le settimane precedenti l'apertura dei seggi, non mi è pervenuta nemmeno l'ombra dei "vota no, ma vota!" di quattro anni fa.
La ragione? Il fatto che anche una vittoria dei sì non avrebbe minato il sistema delle liste elettorali bloccate? Oppure... forse... ipotesi dietrologista... che stavolta non c'erano cardinali da silenziare?
Canzone del giorno: White Lies - Farewell To The Fairground.
giovedì 2 luglio 2009
Vestigia di laurea
Ora che sono borsista, in dipartimento di Fisica, non occupo più la stessa postazione che occupavo al tempo della tesi - per la gioia di tutti i professori e ricercatori che non sentono più i miei commenti ad alta voce!
Poiché per recarmi dai miei professori, tuttavia, ci passo accanto, quella stanza non è un luogo a me estraneo.
Ogni tanto vedo ancora qualche foglio di miei appunti lì disseminato nei giorni in cui non mollavo la stanza nemmeno per mangiare, al massimo per prendermi un caffè alla macchinetta al piano terra...
La lacrimuccia è in agguato!
Canzone del giorno: Jordin Sparks - Battlefield.
Poiché per recarmi dai miei professori, tuttavia, ci passo accanto, quella stanza non è un luogo a me estraneo.
Ogni tanto vedo ancora qualche foglio di miei appunti lì disseminato nei giorni in cui non mollavo la stanza nemmeno per mangiare, al massimo per prendermi un caffè alla macchinetta al piano terra...
La lacrimuccia è in agguato!
Canzone del giorno: Jordin Sparks - Battlefield.
martedì 30 giugno 2009
Mostri contro alieni
Visto all'arena qui vicino, stasera. E mi complimento con tutti i bambini presenti; gente, anche adulti, prendete esempio!
Non mi era mai capitato di vedere in 2D un film che, nelle sale attrezzate, viene proposto in 3D. Immagino che la versione 2D altro non sia che la sequenza dei fotogrammi per il solo occhio sinistro, o destro, della versione 3D. E fin dall'inizio, con uno dei due cacciatori di ufo che gioca con la racchetta e la pallina legata all'elastico, si capisce che alcune scene sono fatte apposta per esaltare l'effetto tridimensionale.
Alcune citazioni sono palesi, altre meno: io ho notato Independence Day (il robot alieno che aveva lo scudo antiproiettile, proprio come l'astronave aliena del kolossal di Roland Emmerich), Mars Attacks! (la forma della testa di Galaxhar), Superman (il quantonium è l'opposto della kryptonite; e Susan/Ginormica, verso la fine del film, è in una delle tipiche posture del supereroe interpretato, al cinema, da Christopher Reeve). Anche la colonna sonora, a tratti, ricorda quella di pellicole famose: Indiana Jones, per esempio.
Nelle file accanto a me c'erano solo bambini, e io ogni tanto mi sentivo un po' fuori posto a ridere a battute che costoro, per ovvi motivi, non possono capire: come quando il presidente degli Stati Uniti suona, al robot alieno, il tema di Beverly Hills Cop; oppure quando viene nominato X-Files, o quando a una lumaca gigante in Francia viene dato il nome di Escargantua.
Ma anche i cartoni non sono più quelli di una volta...
Canzone del giorno: Franz Ferdinand - Twilight Omens.
Non mi era mai capitato di vedere in 2D un film che, nelle sale attrezzate, viene proposto in 3D. Immagino che la versione 2D altro non sia che la sequenza dei fotogrammi per il solo occhio sinistro, o destro, della versione 3D. E fin dall'inizio, con uno dei due cacciatori di ufo che gioca con la racchetta e la pallina legata all'elastico, si capisce che alcune scene sono fatte apposta per esaltare l'effetto tridimensionale.
Alcune citazioni sono palesi, altre meno: io ho notato Independence Day (il robot alieno che aveva lo scudo antiproiettile, proprio come l'astronave aliena del kolossal di Roland Emmerich), Mars Attacks! (la forma della testa di Galaxhar), Superman (il quantonium è l'opposto della kryptonite; e Susan/Ginormica, verso la fine del film, è in una delle tipiche posture del supereroe interpretato, al cinema, da Christopher Reeve). Anche la colonna sonora, a tratti, ricorda quella di pellicole famose: Indiana Jones, per esempio.
Nelle file accanto a me c'erano solo bambini, e io ogni tanto mi sentivo un po' fuori posto a ridere a battute che costoro, per ovvi motivi, non possono capire: come quando il presidente degli Stati Uniti suona, al robot alieno, il tema di Beverly Hills Cop; oppure quando viene nominato X-Files, o quando a una lumaca gigante in Francia viene dato il nome di Escargantua.
Ma anche i cartoni non sono più quelli di una volta...
Canzone del giorno: Franz Ferdinand - Twilight Omens.
venerdì 26 giugno 2009
Michael Jackson R.I.P.
Michael Jackson era uno dei miei miti, quando ero bambino. Come, presumo, lo fosse per tutti i miei coetanei. Lo conobbi con Bad, quando avevo 7 anni. I cantanti e gruppi che ascoltavo, in radio o su Videomusic, erano tanti, e per svariate canzoni andavo in fissa, ma lui e Madonna stavano una spanna sopra. Anche sopra gli a-ha, dei quali sono ancora oggi fan.
Nel novembre 1991, era appena uscito Dangerous. Me lo ricordo bene, nonostante stessi in piena fase-musica classica, tant'è che, dopo quell'album, non lo seguii più. History, nel 1995, lo saltai a pié pari. Ai tempi di Invincible, nel 2001, Michael era universalmente equiparato a uno degli zombi di Thriller. Sinceramente, a me You Rock My World non dispiaceva, e quando lessi, quest'anno, del progetto di un nuovo tour, ero piuttosto curioso di sapere se qualcosa di nuovo sarebbe arrivato...
Perché ho parlato proprio di novembre del 1991? Perché il giorno 24 di quel mese, come tutti sanno, morì Freddie Mercury, e tutti i miei compagni di classe divennero improvvisamente fan dei Queen. Alle feste si sentivano solo i Queen, che io arrivai letteralmente ad odiare.
Sarebbe curioso vedere gli adulescentuli di oggi cimentarsi nei passi di Billie Jean...
Addio Michael, mi mancherai!
giovedì 25 giugno 2009
Innamoramento e amore
Oggi avevo un po' da fare perciò ho letto solo di sfuggita le tracce dei temi della maturità di oggi. Le commenterò, come vuole la tradizione; ma per ora, l'unica cosa che mi sento di fare è ricordare, a proposito della traccia B1 (Innamoramento e amore), la 45ª delle 101 cose da evitare a un funerale, di Daniele Luttazzi:
Se il defunto non è del tutto morto, leggergli un libro di Francesco Alberoni.Canzone del giorno: Blue October - Say It.
mercoledì 24 giugno 2009
Io sono secchione e ne sono fiero!
Ennesimo test idiota di Facebook: che voto meriti, o avresti meritato, alla maturità?
Sia io che M., stando ad esso, avremmo meritato da 80 a 89 (secchioni mancati).
Mio commento: Nein, nein, nein! Ich bin Streber und bin stolz darauf! (che in tedesco significa: io sono secchione e ne sono fiero!)
Risposta di M.: sì sì, stolz... come no, tu pur' nu poco str...
Canzone della sera: Keri Hilson feat. Kanye West & Ne-Yo - Knock You Down.
Sia io che M., stando ad esso, avremmo meritato da 80 a 89 (secchioni mancati).
Mio commento: Nein, nein, nein! Ich bin Streber und bin stolz darauf! (che in tedesco significa: io sono secchione e ne sono fiero!)
Risposta di M.: sì sì, stolz... come no, tu pur' nu poco str...
Canzone della sera: Keri Hilson feat. Kanye West & Ne-Yo - Knock You Down.
Art. 141 comma 6 c.d.s.
Per quanto io creda che il peggiore dei mali del nostro tempo sia la fretta, mi capita spesso di incavolarmi con coloro che ritengono 35 km/h già una velocità supersonica, e naturalmente si guardano bene dal farsi sorpassare; mi capita forse più spesso della media, in quanto, odiando la fretta, troppe volte finisco per ridurmi all'ultimo secondo.
Ma che un giorno me la sarei presa con un automobilista flemmatico mentre ero in sella ad una bici, per giunta pesante e scassatissima, non l'avrei mai immaginato.
Canzone del giorno: Kelly Clarkson - My Life Would Suck Without You.
Ma che un giorno me la sarei presa con un automobilista flemmatico mentre ero in sella ad una bici, per giunta pesante e scassatissima, non l'avrei mai immaginato.
Canzone del giorno: Kelly Clarkson - My Life Would Suck Without You.
giovedì 18 giugno 2009
Nuova laurea?
No, non ho intenzione di prendermi una seconda laurea in lingue - scegliendo tedesco, neerlandese e finlandese. Anche se confesso che, una sera della settimana successiva alla fine della mia epoca da studente, navigavo tra le tabelle dei programmi di tali facoltà.
Mi chiedo se mi servirà una seconda laurea per riuscire a compilare il modulo di iscrizione alle graduatorie di 3ª fascia, per l'insegnamento.
Canzone del giorno: Billy Idol - Dancing With Myself.
Mi chiedo se mi servirà una seconda laurea per riuscire a compilare il modulo di iscrizione alle graduatorie di 3ª fascia, per l'insegnamento.
Canzone del giorno: Billy Idol - Dancing With Myself.
domenica 14 giugno 2009
Autorevoli commenti
Mi immagino la redazione di un quotidiano, nazionale o locale, quando esce una notizia, almeno in apparenza, di grande impatto, e serve - ma chi l'ha detto, poi, che serve? - un commento autorevole. Forse la scelta non è più nemmeno operata da un essere umano: un software pesca nel database - nel quale, ovviamente, Piergiorgio Odifreddi e Margherita Hack sono classificati come teologi - e telefona, di conseguenza, all'esperto selezionato.
Ieri, sulla Stampa, in occasione della riforma dei licei, presentata dal ministro Gelmini e approvata in prima lettura dal Consiglio dei ministri, è stata la volta di Antonio Scurati.
Lo scrittore napoletano, in merito alla proposta di un insegnamento interamente in lingua straniera, esordisce citando Franco Battiato: il giorno della fine non ti servirà l'inglese. L'autore del Re del mondo - la canzone da cui questi versi sono tratti - ha ragione: messi al cospetto delle cose ultime, o delle cose prime, non ci soccorre la lingua degli affari [...] semmai, ci potrebbe esser d'aiuto la lingua atavica dei padri. O, forse, la lingua arcana di antichi saperi perduti.
Dunque: io non so se Scurati sia credente o no. Se lo è, saprà che, al cospetto di Dio, nessuna lingua conta più di un'altra, avendole Dio create tutte - e meno male che i discendenti di Noè, nel paese di Sennaar, tentarono di costruire la torre la cui cima toccasse il cielo, se no io avrei una passione in meno - e che, in ogni caso, ben altre saranno le cose che conteranno.
Ma non serve essere credenti per essere consci che, prima o poi, la vita abbandona il nostro corpo, e con lei tutto il nostro sapere. Quindi, Scurati, lei può anche aver parlato in dialetto per tutta la vita.
Non userò Shakespeare, Wordsworth o Dickens per contestare l'accostamento - che offende chiunque abbia studiato, con un minimo di passione, la lingua - tra inglese e affari. E nemmeno Il Signore degli Anelli, Harry Potter o Lost in lingua originale. Già ai tempi delle tre I (ve le ricordate? inglese, internet, impresa) questo accostamento era stato fatto: non metto in dubbio il velleitarismo del disegno di legge, ma quanto scommettete che, se a proporre un intero insegnamento in lingua straniera fosse stato un governo di sinistra, sarebbe partito il coro di elogi alla volontà di esplorare nuove culture, per un reciproco arricchimento?
E poi, Salvatore Accardo. Il violinista torinese è stupito come da un fulmine a ciel sereno dall'istituzione del liceo musicale e coreutico. Anzi, allo stupore si aggiunge la preoccupazione: non si può proprio immaginare di iniziare lo studio del violino a quattordici-quindici anni. Ma è così anche per il pianoforte [...]: cominciare da adolescenti è tardi, come sa chiunque abbia almeno un po' praticato la musica.
Avanti, Accardo, di cosa ha paura? Che le freghino il posto? Che qualcuno che da bambino non è stato iscritto dai genitori ad un corso scopra un po' più tardi la gioia di fare musica? Non lo sa che l'uomo ha sempre bisogno di nuovi stimoli per non garantire soltanto le proprie funzioni primarie? In verità, in verità le dico: ci sarà più gioia in terra (e forse anche in Cielo, chissà) per un adulto che impara a suonare che per novantanove virtuosi che non hanno bisogno di perfezionamento.
Canzone del giorno: The Killers - All The Pretty Faces.
Ieri, sulla Stampa, in occasione della riforma dei licei, presentata dal ministro Gelmini e approvata in prima lettura dal Consiglio dei ministri, è stata la volta di Antonio Scurati.
Lo scrittore napoletano, in merito alla proposta di un insegnamento interamente in lingua straniera, esordisce citando Franco Battiato: il giorno della fine non ti servirà l'inglese. L'autore del Re del mondo - la canzone da cui questi versi sono tratti - ha ragione: messi al cospetto delle cose ultime, o delle cose prime, non ci soccorre la lingua degli affari [...] semmai, ci potrebbe esser d'aiuto la lingua atavica dei padri. O, forse, la lingua arcana di antichi saperi perduti.
Dunque: io non so se Scurati sia credente o no. Se lo è, saprà che, al cospetto di Dio, nessuna lingua conta più di un'altra, avendole Dio create tutte - e meno male che i discendenti di Noè, nel paese di Sennaar, tentarono di costruire la torre la cui cima toccasse il cielo, se no io avrei una passione in meno - e che, in ogni caso, ben altre saranno le cose che conteranno.
Ma non serve essere credenti per essere consci che, prima o poi, la vita abbandona il nostro corpo, e con lei tutto il nostro sapere. Quindi, Scurati, lei può anche aver parlato in dialetto per tutta la vita.
Non userò Shakespeare, Wordsworth o Dickens per contestare l'accostamento - che offende chiunque abbia studiato, con un minimo di passione, la lingua - tra inglese e affari. E nemmeno Il Signore degli Anelli, Harry Potter o Lost in lingua originale. Già ai tempi delle tre I (ve le ricordate? inglese, internet, impresa) questo accostamento era stato fatto: non metto in dubbio il velleitarismo del disegno di legge, ma quanto scommettete che, se a proporre un intero insegnamento in lingua straniera fosse stato un governo di sinistra, sarebbe partito il coro di elogi alla volontà di esplorare nuove culture, per un reciproco arricchimento?
E poi, Salvatore Accardo. Il violinista torinese è stupito come da un fulmine a ciel sereno dall'istituzione del liceo musicale e coreutico. Anzi, allo stupore si aggiunge la preoccupazione: non si può proprio immaginare di iniziare lo studio del violino a quattordici-quindici anni. Ma è così anche per il pianoforte [...]: cominciare da adolescenti è tardi, come sa chiunque abbia almeno un po' praticato la musica.
Avanti, Accardo, di cosa ha paura? Che le freghino il posto? Che qualcuno che da bambino non è stato iscritto dai genitori ad un corso scopra un po' più tardi la gioia di fare musica? Non lo sa che l'uomo ha sempre bisogno di nuovi stimoli per non garantire soltanto le proprie funzioni primarie? In verità, in verità le dico: ci sarà più gioia in terra (e forse anche in Cielo, chissà) per un adulto che impara a suonare che per novantanove virtuosi che non hanno bisogno di perfezionamento.
Canzone del giorno: The Killers - All The Pretty Faces.
mercoledì 10 giugno 2009
Accade nel 2009
- Accade che sono presente a quattro tappe del Giro, e che lo seguo quasi come negli anni '90;
- accade che, per la prima volta dopo almeno tre anni, conosco più della metà delle canzoni della European Top 20;
- accade che quando leggo il Corriere parto dalla pagina degli spettacoli, come facevo fino a 7-8 anni fa;
- accade che, dopo che una mia collega mi ha aggredito durante una conversazione perché avevo espresso un'opinione contraria alla sua, affermando che "non può esserci confronto" e snocciolandomi a suffragio tutti i suoi titoli, ci resto male giusto il tempo di tornare a casa;
- accade che, se qualcuno mi dice che sono pesante, gli rispondo "è un problema tuo" .
martedì 9 giugno 2009
Risveglio
Lei ha votato alle ultime elezioni?
Sì.
E ha votato bene?
Spero di sì.
Posso chiederle cosa ha votato o preferisce non dirlo?
Preferisco non dirlo.
Ho capito, ha votato Berlusconi.
... ma in ogni caso saranno fatti miei?
Canzone del giorno: Mary J. Blige - I Never Wanna Live Without You.
Sì.
E ha votato bene?
Spero di sì.
Posso chiederle cosa ha votato o preferisce non dirlo?
Preferisco non dirlo.
Ho capito, ha votato Berlusconi.
... ma in ogni caso saranno fatti miei?
Canzone del giorno: Mary J. Blige - I Never Wanna Live Without You.
giovedì 21 maggio 2009
martedì 19 maggio 2009
29 anni (ma non li dimostro)
Sulla rubrica Italians di Beppe Severgnini, in questi giorni imperversa un indispensabile dibattito dal tema: meglio i 20enni o i 35enni?
La risposta è molto semplice, da parte mia: meglio i 29enni.
Ma, visto che fra 6 anni io rientrerò nella categoria, vediamo alcune ragioni addotte da Sciltian Gastaldi per giustificare la superiorità dei 35enni:
Mio caro Walter, i giovani credono che i vecchi siano sciocchi, ma i vecchi sanno che i giovani sono sciocchi... (Agatha Christie, La morte nel villaggio)
Canzone del giorno: A. R. Rahman & Pussycat Dolls feat. Nicole Scherzinger - Jai Ho! (You Are My Destiny).
La risposta è molto semplice, da parte mia: meglio i 29enni.
Ma, visto che fra 6 anni io rientrerò nella categoria, vediamo alcune ragioni addotte da Sciltian Gastaldi per giustificare la superiorità dei 35enni:
- hanno smesso di andare ossessivamente in palestra e hanno imparato a convivere con un filo di sana pancetta [capirai, io è da 29 anni che ho smesso di andare ossessivamente in palestra!];
- a letto, sono diventati sicuramente più duraturi e meno ombelicali (di contro, addio alle sette volte di fila dei vent'anni) [ombelicali? non sapevo che si facesse sesso con l'ombelico!];
- indossano gli occhiali con tutto un altro stile [forse tu li indossi, non io che non riesco a portare manco quelli da sole!];
- vogliono finalmente dei figli, e pure tanti [va be', ne riparleremo fra 6 anni, ma se l'andazzo è questo...];
- alcuni hanno perfino cominciato a capire che quando un libro è aperto, non è rotto [perché tu a 20 anni non l'avevi capito? Povero piccolo...];
- sul bus, se si trovano dietro a una ragazza dalle lunghe trecce, è assai improbabile che gliele tirino [perché, tu a 20 anni lo facevi? e magari, se la stessa ragazza il giorno dopo era in bici, le fischiavi dietro? se la risposta è sì mi sa che eri un po' sfigato, caro il mio Sciltian!].
- parliamo di sport diversi, di donne diverse, di uomini diversi, perché noi stessi siamo diversi [e non ci sono più le mezze stagioni, e il nuoto è uno sport completo]; con in tasca una Laurea in Ingegneria affrontiamo discorsi che vanno dal nucleare all'opera lirica;
- leggiamo abitualmente; il nostro libro preferito è La coscienza di Zeno [cosaaaaaa????] abbiamo già affrontato la Ricerca di Proust [minchia, allora questo intendeva Lorie quando cantava à 20 ans, on se sent encore une âme un peu fragile, mais pas si docile...] e tutti gli Harry Potter (il nostro preferito rimane Il Calice di Fuoco) [ecco, se dicevi L'Ordine della Fenice ti salvavi in corner, ora nemmeno questo];
- a dire la verità vorremmo muoverci in Segway, ma non ce lo possiamo ancora permettere [caro, esiste un mezzo, a trazione muscolare, con due ruote e una catena... azz come si chiama? ce l'ho sulla punta della lingua...].
Mio caro Walter, i giovani credono che i vecchi siano sciocchi, ma i vecchi sanno che i giovani sono sciocchi... (Agatha Christie, La morte nel villaggio)
Canzone del giorno: A. R. Rahman & Pussycat Dolls feat. Nicole Scherzinger - Jai Ho! (You Are My Destiny).
giovedì 14 maggio 2009
L'evoluzione della scuola
(dai blog di Barbara e di Giorgio Israel.)
Canzone del giorno: Ace of Base - Always Have, Always Will.
mercoledì 13 maggio 2009
Buon anniversario, Giro!
Il Giro d'Italia, quest'anno, festeggia i cento anni. Ma solo fra un'ora sarà il vero anniversario: alle 2.53 del mattino del 13 maggio 1909 partì la prima tappa, 397 km da Milano a Bologna.
Come tutti gli appassionati sanno, Dario Beni, vincitore di quella tappa, non indossò alcuna maglia rosa, che fu introdotta solo nel 1931; e sicuramente né Milano né Bologna si colorò di rosa come si vede oggi, nelle sedi di partenza o arrivo di tappa.
In tali occasioni, in effetti di rosa se ne vede tanto...
... come ieri mattina a Padova.
Da lontano, sembrava rosa anche lo zampillo d'acqua della fontana al centro dell'isola Memmia...
... e non avrei mai pensato che Mosè fosse venuto apposta per il Giro!
Canzone del giorno: R.E.M. - Man On The Moon.
Come tutti gli appassionati sanno, Dario Beni, vincitore di quella tappa, non indossò alcuna maglia rosa, che fu introdotta solo nel 1931; e sicuramente né Milano né Bologna si colorò di rosa come si vede oggi, nelle sedi di partenza o arrivo di tappa.
In tali occasioni, in effetti di rosa se ne vede tanto...
... come ieri mattina a Padova.
Da lontano, sembrava rosa anche lo zampillo d'acqua della fontana al centro dell'isola Memmia...
... e non avrei mai pensato che Mosè fosse venuto apposta per il Giro!
Canzone del giorno: R.E.M. - Man On The Moon.
lunedì 11 maggio 2009
Inconscia conoscenza: Mozart e Bach
Ieri sera sentivo Musica maestro, il programma di musica classica di Radio 24; si parlava (ancora!) della presunta gelosia di Antonio Salieri nei confronti di Wolfgang Amadeus Mozart, e il primo brano proposto è stato il Lacrimosa, dalla Messa di Requiem.
Io non ho visto Amadeus, nella cui colonna sonora questo brano c'è, quindi molto probabilmente lo conoscevo per merito di qualche servizio telegiornalistico, o di qualche pubblicità che non ricordo. Ma ammetto che non sapevo si trattasse del numero 626 del Köchelverzeichnis, l'ultima - incompiuta - opera del musicista austriaco. Anzi, a dirla tutta, ogni volta che l'avevo sentita, non avevo proprio pensato a lui.
A questo punto, però, mi chiedo, e chiedo a tutti i miei lettori appassionati di classica: quali sono i brani che tutti, per un motivo o per l'altro, conosciamo, ma che non sappiamo di conoscere? (Che magari abbiamo come suoneria del nostro cellulare?)
Comincio l'elenco proprio da Mozart:
Io non ho visto Amadeus, nella cui colonna sonora questo brano c'è, quindi molto probabilmente lo conoscevo per merito di qualche servizio telegiornalistico, o di qualche pubblicità che non ricordo. Ma ammetto che non sapevo si trattasse del numero 626 del Köchelverzeichnis, l'ultima - incompiuta - opera del musicista austriaco. Anzi, a dirla tutta, ogni volta che l'avevo sentita, non avevo proprio pensato a lui.
A questo punto, però, mi chiedo, e chiedo a tutti i miei lettori appassionati di classica: quali sono i brani che tutti, per un motivo o per l'altro, conosciamo, ma che non sappiamo di conoscere? (Che magari abbiamo come suoneria del nostro cellulare?)
Comincio l'elenco proprio da Mozart:
- 1º mov. della Sinfonia n. 40 in Sol minore, KV 550;
- 1º e 2º mov. della Serenata per quartetto d'archi e basso (Eine Kleine Nachtmusik) in Sol maggiore, KV 525;
- 3º mov. (Rondò, alla turca) della Sonata per pianoforte n. 11, KV 331;
- Ouverture e aria Non più andrai, farfallone amoroso da Le nozze di Figaro, KV 492;
- Ouverture e aria Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen dal Flauto magico, KV 620;
- e, per l'appunto, Lacrimosa dalla Messa di Requiem, KV 626.
- Toccata e fuga in Re minore, BWV 565;
- Fuga in Sol minore (Piccola), BWV 574;
- Badinerie dalla Suite orchestrale n. 2, BWV 1067;
- Aria dalla Suite orchestrale n. 3, BWV 1068;
- Herz und Mund und Tat und Leben, cantata, BWV 147;
- Aria dalle Variazioni Goldberg, BWV 988.
venerdì 8 maggio 2009
Ich hatte es vergessen!
Conversazione a tre su msn, poco fa: si parlava dei giochini di Facebook. In arancio le mie parole, in marrone quelle di D., in azzurro quelle di S.:
io non cedo (a Pet Society, ndr) xD
looool
io ho ceduto
ma credo che il mio povero Ross puzzi da far schifo e probabilmente stia morendo di fame XD
non ci entro da un secolo XD
non sottovalutare le tue amiche o amici
che passanbo e lo puliscono LOL
passano
rotfl
giusto hahah
marco però a restaurant city hai ceduto
ohoh
veramente no xD
c ome no...ci sei!
ah davvero?
sisi
ich hatte es vergessen xD
so perchè mi hai procurato un fatidico nuovo ingrediente
qualcuno traduca
XD
l'avevo dimenticato!
ecco infatti!!! XD
io
...
e poi non so
periò io lo so
però
!!
almeno è qualcosa XD
eh?
IO
e poi non so come continua la frase
XD
qualcosa che ha a che fare con odiare vero?
marco illuminaci con questa traduzione e facciamola finita XD
l'ansia di sapere che vuol dire mi sta uccidendo
ti prego
"ich hatte es vergessen" = "l'avevo dimenticato" xD
aaaaaaaaaaaahh
rotfl
oddiooo
avevo chiesto
quindi ce l'avevi già detto secoli fà XD
a una mia amica di tradurmelo
una che studia tedesco
e lei mi ha risposto
ah allora me lo sono scordato
LOL
e io ho pensato che intendesse che non se lo ricordava
rotfl
povera
lol
vedete che non si può non adorare il tedesco?
Ribadisco: vedete che non si può non adorare il tedesco?
Canzone del giorno: Vertical Horizon - Everything You Want.
io non cedo (a Pet Society, ndr) xD
looool
io ho ceduto
ma credo che il mio povero Ross puzzi da far schifo e probabilmente stia morendo di fame XD
non ci entro da un secolo XD
non sottovalutare le tue amiche o amici
che passanbo e lo puliscono LOL
passano
rotfl
giusto hahah
marco però a restaurant city hai ceduto
ohoh
veramente no xD
c ome no...ci sei!
ah davvero?
sisi
ich hatte es vergessen xD
so perchè mi hai procurato un fatidico nuovo ingrediente
qualcuno traduca
XD
l'avevo dimenticato!
ecco infatti!!! XD
io
...
e poi non so
periò io lo so
però
!!
almeno è qualcosa XD
eh?
IO
e poi non so come continua la frase
XD
qualcosa che ha a che fare con odiare vero?
marco illuminaci con questa traduzione e facciamola finita XD
l'ansia di sapere che vuol dire mi sta uccidendo
ti prego
"ich hatte es vergessen" = "l'avevo dimenticato" xD
aaaaaaaaaaaahh
rotfl
oddiooo
avevo chiesto
quindi ce l'avevi già detto secoli fà XD
a una mia amica di tradurmelo
una che studia tedesco
e lei mi ha risposto
ah allora me lo sono scordato
LOL
e io ho pensato che intendesse che non se lo ricordava
rotfl
povera
lol
vedete che non si può non adorare il tedesco?
Ribadisco: vedete che non si può non adorare il tedesco?
Canzone del giorno: Vertical Horizon - Everything You Want.
martedì 5 maggio 2009
I problemi di Cristina
Almeno una volta nella vita va visto il siparietto delle 10 del mattino tra Barbara d'Urso e il meteorologo Paolo Corazzon. Paolo Corazzon che è mio collega, teniamolo a mente.
Così come la mia giornata non sarebbe la stessa se non avessi sentito Riccardo Sardonè dichiarare che rifiuterebbe eventuali avances di Cristina Del Basso, la quale, poverina, non può più uscire di casa senza essere assediata da gente che vuole una foto insieme a lei, o il suo autografo.
Non so chi, poi, abbia lagnato la mancanza del kalòs kaì agathòs nella nostra cultura, ma non importa: non scusandomi con i grecisti se l'ho mal translitterato, auguro buona giornata anche a voi :-)
Canzone del giorno: Gary Go - Wonderful.
Così come la mia giornata non sarebbe la stessa se non avessi sentito Riccardo Sardonè dichiarare che rifiuterebbe eventuali avances di Cristina Del Basso, la quale, poverina, non può più uscire di casa senza essere assediata da gente che vuole una foto insieme a lei, o il suo autografo.
Non so chi, poi, abbia lagnato la mancanza del kalòs kaì agathòs nella nostra cultura, ma non importa: non scusandomi con i grecisti se l'ho mal translitterato, auguro buona giornata anche a voi :-)
Canzone del giorno: Gary Go - Wonderful.
sabato 2 maggio 2009
Lezioni d'amore
Attenzione: in questo post viene rivelata la trama del film.
Dicevo, ieri notte, che mi ci sarebbero volute almeno 80 pagine di Uomini che odiano le donne - anzi, avendo saputo che il 29 maggio esce il film, ora sono ancor più motivato a finirlo in fretta! - per riprendermi dalla visione di Lezioni d'amore, pellicola tratta dal racconto L'animale morente di Philip Roth.
Alla fine è bastata una sana dormita; ora, tornato al mio pH abituale, posso parlarne lucidamente.
David Kepesh (Ben Kingsley), è una conferma di uno dei motti che tengo sempre dinanzi a me: mai fidarsi degli artisti. Partiamo da un presupposto: tutto è finalizzato a "quello" , quindi, anzi a maggior ragione, anche paragonare una donna a un'opera d'arte. Mi sfugge anche la carica erotica di un pianoforte in sottofondo, ma è noto che io sono un uomo rude.
Non posso biasimare David per la sua paura di essere lasciato da Consuela Castillo (Penélope Cruz); molto probabilmente, non fosse accaduto ciò che poi sarebbe accaduto, lei l'avrebbe considerato una storia importante, il grande amore di gioventù, ma il suo futuro sarebbe stato altrove. Tuttavia, avete presente Quattro matrimoni e un funerale, quando Hugh Grant sta per sposarsi con facciadichiulo, arriva Andie MacDowell che si è appena separata e lui in sacrestia fa i vocalizzi? Ecco: quando Consuela lo invita alla festa con la sua famiglia, dopo un anno e mezzo di relazione, e lui si defila, avrebbe dovuto farli dieci volte quei vocalizzi, possibilmente accompagnato dal cilicio del monaco Silas del Codice Da Vinci. Ma mica si addicono queste cose a un artista/bibliofilo/musicofilo, nevvero? Ah, a proposito di musica: la Piccola fuga di Bach in sol minore, BWV 578, è per organo, e non per pianoforte. Alles klar?
Fino alla malattia di Consuela, viene difficile immaginare un David diverso da quello che per vent'anni mantiene una relazione "occasionale" con Carolyn (Patricia Clarkson), in reale crisi solo quando quest'ultima si accorge di non essere più teenager. David ricorda da un lato il Timoteo di Non ti muovere, vigliacco e bugiardo, e dall'altro, in versione grottesca, il C. S. Lewis di Viaggio in Inghilterra, che si era costruito una vita dove niente e nessuno stava al di sopra di lui.
Usciti dal cinema, mentre discutevamo, si disse che il nocciolo non era la storia tra David e Consuela, né la sua malattia, bensì una riflessione sulla vita e, in particolare, sull'invecchiare. Non poteva sapere, la ragazza che pronunciò questa frase, che per me l'unica cosa che conta è il risultato.
Canzone del giorno: The Veils - The Letter.
P. S. ma Dennis Hopper un giorno si ricorderà di essere stato Victor Drazen?
domenica 19 aprile 2009
Stele di coesistenza
Dalla quarta pagina del messalino La Domenica, oggi:
È una stele che proviene da Tessalonica (l'odierna Salonicco) e risale ai tempi della predicazione di San Paolo: stando alla didascalia, poiché raffigura una famiglia romana ma l'iscrizione è in greco, rappresenta la coesistenza della cultura greca e romana, all'epoca.
Ebbene, è possibile che non riesca a leggere questa parola senza pensare alla transizione liquido-vapore, e in generale alle transizioni del 1º ordine, caratterizzate dalla coesistenza delle due fasi?
Ripensandoci, però, non è un male: vuol dire che del lavoro della tesi non ho già dimenticato tutto!
Canzone del giorno: Ash - Shining Light.
È una stele che proviene da Tessalonica (l'odierna Salonicco) e risale ai tempi della predicazione di San Paolo: stando alla didascalia, poiché raffigura una famiglia romana ma l'iscrizione è in greco, rappresenta la coesistenza della cultura greca e romana, all'epoca.
Ebbene, è possibile che non riesca a leggere questa parola senza pensare alla transizione liquido-vapore, e in generale alle transizioni del 1º ordine, caratterizzate dalla coesistenza delle due fasi?
Ripensandoci, però, non è un male: vuol dire che del lavoro della tesi non ho già dimenticato tutto!
Canzone del giorno: Ash - Shining Light.
sabato 18 aprile 2009
Ich habe die ganze Nacht in der Universität verbracht!
Questa fu la frase che pronunciai alla prima lezione di tedesco successiva alla consegna della mia tesi. Ovvero due giorni dopo; avrei voluto andarci il giorno stesso - lunedì 2 marzo - e festeggiare con i miei compagni, ma non mi svegliai in tempo. Ich habe verschlafen.
Il mio febbraio era stato caratterizzato da giornate trascorse interamente alla postazione, a volte con salto del pranzo - Carnevale e Quaresima, nel mio personale calendario, sono stati invertiti. La sera, quando non avevo il Deutschkurs o il laboratorio teatrale - cui non ho pensato neanche un minuto di rinunciare - rimanevo in facoltà; in ogni caso la cena era sistematicamente dopo mezzanotte, accompagnata dalla replica della gara di sci alpino in val d'Isère o di sci nordico a Liberec.
Fu una corsa contro il tempo in piena regola. Va detto che in buona parte la colpa era stata mia: prima che fosse resa nota la scadenza, avevo fatto pochissimo; c'erano giorni che rimanevo ore intere imbambolato davanti al pc chiedendomi perché io e S. non stessimo più insieme. Vi basti sapere che i risultati del mio case study li discussi col relatore a 6 giorni dalla data di consegna.
Non male, per uno che puntava (almeno) al 110. Era una faccenda personale: non ditemi che il voto è un episodio, che non dice nulla sulla reale bravura o sul valore di una persona, lo so già. Ma avevo già imprecato abbastanza alla maturità, quando avevo visto quel 58/60. E, al tempo stesso, nonostante in un paio di occasioni fossi stato sul punto di cedere, non avevo alcuna intenzione di rimandare la laurea a giugno, con conseguente pagamento di tutte le tasse dell'anno 2008/2009. Ti stai arrendendo, non va bene. Non pensare neanche a giugno. Se rimandi a giugno, almeno fino ad aprile rimarrai a deprimerti perché ti manca S. Devi farcela per marzo. C'è ancora tempo. E tu sei forte. Così mi dicevo io e mi diceva la mia Frau. Ti voglio bene, Frau, anche se ti imbarazzi quando te lo dico.
Lunedì 2 marzo, come dicevo, era l'ultimo giorno utile per consegnare la tesi. Avevo come obiettivo di finire tutta la stesura entro venerdì - l'ultimo giorno in cui avrei visto il relatore - e dedicare il fine settimana esclusivamente a rifiniture e impaginazione.
Ovviamente non fu così: venerdì, alle 6 di sera, quando il relatore lasciò il dipartimento, mi mancavano ancora tre paragrafi - proprio quelli sulla discussione dei risultati! - e le conclusioni, che in una tesi sono ciò cui va dedicata la massima cura, non erano ancora nella forma ottimale. Per non parlare dei grafici. Avrei dovuto arrangiarmi interamente da solo, perché la connessione a internet di casa del relatore non funzionava bene.
Ero distrutto, come un corridore a pochi km dalla fine di una salita, che non riesce più a tenere il passo dei migliori. Sonja (con la J), una dottoressa che lavora allo stesso progetto di cui la mia tesi fa parte, quella sera si sentì tutto il mio sclero. Ma ugualmente non mollai.
Sabato sistemai le conclusioni, rileggendole fino allo sfinimento, e scrissi due degli ultimi tre paragrafi. Quando mi misi a letto, cercai di non pensare che mancavano meno di 36 ore. A Jack Bauer ne bastano 24 per sventare le minacce terroristiche, in fondo.
Domenica giunsi in dipartimento subito dopo la Messa delle 11, ancora con le ceneri sul capo - era la prima di Quaresima, quella vera.
Verso le 5 arrivò Chiara, mia ex compagna, ora dottoranda. Anche lei si sentì un po' di paranoie. Mi disse che non dovevo preoccuparmi: era normale che i risultati fossero solo qualitativi, e poiché partivo da 106, a meno che sputassi in faccia alla commissione il 110 era sicuro.
Alle 8 dovevo ancora inserire un casino di immagini e correggere margini, intestazione e pié di pagina. E scrivere un'appendice. E il frontespizio.
Alle 11.30 circa sentii mio papà al telefono; lui si preoccupava che non tornassi in bici col buio e con le auto che correvano per il poco traffico. Ma io ormai ero pronto a passare la notte lì. Il collega di stanza del mio relatore, a suo tempo, l'aveva fatto; e anche Chiara mi aveva detto trattarsi di un classico!
Ore 2: intestazione e pié di pagina sistemati. Anche se i margini mi sembravano troppo larghi, lasciai quelli di default: meglio non far incavolare LATEX che, avendo un nome greco, per definizione complica la vita.
Ore 2.30: frontespizio finito.
Un'ora e mezza. Un'ora e mezza per scrivere la fottuta didascalia di un grafico.
Ore 4.30: disegno degli ultimi grafici in corso. E crisi di nervi quando Gnuplot non mi mostrò ciò che volevo, perché avevo selezionato una colonna sbagliata. Calma, grande calma. Hai ancora 4 ore abbondanti. E la macchinetta del caffè è sempre accesa. Pensai a Frank Thomas, animatore di Fantasia di Walt Disney, quando raccontava le traversie nel girare la sequenza sull'Ave Maria di Schubert, a pochissimo dalla prima del film.
Ore 7: scrittura dei ringraziamenti, con dimenticanza di non so quante persone. Ma costoro non avrebbero visto questa versione della tesi; ne avrebbero vista un'altra, ben rilegata, con i ringraziamenti scritti bene. (Non ancora stampata.)
Ore 7.40: scrittura dell'appendice mancante. Solo tabelle. E rinuncia ad un'altra appendice: non avevo la forza di sistemarla.
Ore 8: i professori cominciarono ad arrivare. Io puzzavo come un mercato del pesce, sperai non mi venissero troppo vicini. Ormai ci conoscevamo, e ci capimmo al volo.
Ore 8.10: feci partire la stampa delle pagine in bianco e nero, di tutti i capitoli eccetto l'ultimo. Volli aspettare un po', magari sarebbe arrivato il relatore e gli avrei potuto mostrare gli ultimi paragrafi e le conclusioni corrette.
Ore 8.20: feci partire la stampa delle pagine a colori. La macchina era occupata a stampare una tesi di dottorato. Mentre aspettavo le mie pagine, arrivò una signora, che mi fece: "Stai stampando la tesi? Non so mica se si possono stampare le tesi!" E io: "Certo che si possono stampare!" Non mi interessava chi fosse questa signora, poteva anche essere Angela Merkel, ma io avrei avuto le mie pagine.
Ore 8.55: il relatore ancora non si vedeva. Avevo tempo fino alle 12.30 per consegnare: per rilegare ci vuole un'ora, ma chissà se in copisteria ci sarebbe stata coda; la legge di Murphy è sempre in agguato. Feci partire la stampa dell'ultimo capitolo.
Ore 9.10: in copisteria sembravano non avere il cartoncino del colore che volevo io (verde acqua). Lo trovarono alla fine. E ce n'era un pacco pieno.
Ore 10: in segreteria studenti, mi feci dare i certificati necessari. Fino a tre giorni prima risultava che io avessi sostenuto Scienza dell'organismo umano anziché Fisica matematica. Mi restituirono anche il diploma di maturità. Non ricordavo nemmeno di averlo.
Ore 10.20: andai dal relatore e gli dissi: "questa è la sua ultima possibilità di fermarmi. È proprio sicuro di volermi far laureare?" Il relatore firmò.
Ore 10.30: alla segreteria del dipartimento, non volevo più separarmi dalla mia tesi. La segretaria mi chiese se volessi altro tempo. Ma consegnai. Ce l'hai fatta. Era una corsa contro il tempo. L'hai vinta tu.
Ore 10.40: tornai alla postazione a recuperare tutte le mie cose. Conobbi Giovanni, alle prese con grane burocratiche perché, l'ultimo giorno utile per consegnare la domanda di laurea, si trovava ancora in Germania, dove aveva svolto il lavoro. Cominciammo a parlare in tedesco: la miglior conversazione in tedesco della mia vita!
Ore 12: ero a casa. Mi preparai un piattone di pasta (non facevo un pasto completo da più di 24 ore!) e mi misi a letto.
Ore 9.15: mi svegliai. Azz... troppo tardi per andare alla lezione di tedesco! E il mio cellulare aveva 13 chiamate perse!
È proprio necessario che vi traduca la frase del titolo? Eddai...
Canzone del giorno: Beyoncé - Halo.
Il mio febbraio era stato caratterizzato da giornate trascorse interamente alla postazione, a volte con salto del pranzo - Carnevale e Quaresima, nel mio personale calendario, sono stati invertiti. La sera, quando non avevo il Deutschkurs o il laboratorio teatrale - cui non ho pensato neanche un minuto di rinunciare - rimanevo in facoltà; in ogni caso la cena era sistematicamente dopo mezzanotte, accompagnata dalla replica della gara di sci alpino in val d'Isère o di sci nordico a Liberec.
Fu una corsa contro il tempo in piena regola. Va detto che in buona parte la colpa era stata mia: prima che fosse resa nota la scadenza, avevo fatto pochissimo; c'erano giorni che rimanevo ore intere imbambolato davanti al pc chiedendomi perché io e S. non stessimo più insieme. Vi basti sapere che i risultati del mio case study li discussi col relatore a 6 giorni dalla data di consegna.
Non male, per uno che puntava (almeno) al 110. Era una faccenda personale: non ditemi che il voto è un episodio, che non dice nulla sulla reale bravura o sul valore di una persona, lo so già. Ma avevo già imprecato abbastanza alla maturità, quando avevo visto quel 58/60. E, al tempo stesso, nonostante in un paio di occasioni fossi stato sul punto di cedere, non avevo alcuna intenzione di rimandare la laurea a giugno, con conseguente pagamento di tutte le tasse dell'anno 2008/2009. Ti stai arrendendo, non va bene. Non pensare neanche a giugno. Se rimandi a giugno, almeno fino ad aprile rimarrai a deprimerti perché ti manca S. Devi farcela per marzo. C'è ancora tempo. E tu sei forte. Così mi dicevo io e mi diceva la mia Frau. Ti voglio bene, Frau, anche se ti imbarazzi quando te lo dico.
Lunedì 2 marzo, come dicevo, era l'ultimo giorno utile per consegnare la tesi. Avevo come obiettivo di finire tutta la stesura entro venerdì - l'ultimo giorno in cui avrei visto il relatore - e dedicare il fine settimana esclusivamente a rifiniture e impaginazione.
Ovviamente non fu così: venerdì, alle 6 di sera, quando il relatore lasciò il dipartimento, mi mancavano ancora tre paragrafi - proprio quelli sulla discussione dei risultati! - e le conclusioni, che in una tesi sono ciò cui va dedicata la massima cura, non erano ancora nella forma ottimale. Per non parlare dei grafici. Avrei dovuto arrangiarmi interamente da solo, perché la connessione a internet di casa del relatore non funzionava bene.
Ero distrutto, come un corridore a pochi km dalla fine di una salita, che non riesce più a tenere il passo dei migliori. Sonja (con la J), una dottoressa che lavora allo stesso progetto di cui la mia tesi fa parte, quella sera si sentì tutto il mio sclero. Ma ugualmente non mollai.
Sabato sistemai le conclusioni, rileggendole fino allo sfinimento, e scrissi due degli ultimi tre paragrafi. Quando mi misi a letto, cercai di non pensare che mancavano meno di 36 ore. A Jack Bauer ne bastano 24 per sventare le minacce terroristiche, in fondo.
Domenica giunsi in dipartimento subito dopo la Messa delle 11, ancora con le ceneri sul capo - era la prima di Quaresima, quella vera.
Verso le 5 arrivò Chiara, mia ex compagna, ora dottoranda. Anche lei si sentì un po' di paranoie. Mi disse che non dovevo preoccuparmi: era normale che i risultati fossero solo qualitativi, e poiché partivo da 106, a meno che sputassi in faccia alla commissione il 110 era sicuro.
Alle 8 dovevo ancora inserire un casino di immagini e correggere margini, intestazione e pié di pagina. E scrivere un'appendice. E il frontespizio.
Alle 11.30 circa sentii mio papà al telefono; lui si preoccupava che non tornassi in bici col buio e con le auto che correvano per il poco traffico. Ma io ormai ero pronto a passare la notte lì. Il collega di stanza del mio relatore, a suo tempo, l'aveva fatto; e anche Chiara mi aveva detto trattarsi di un classico!
Ore 2: intestazione e pié di pagina sistemati. Anche se i margini mi sembravano troppo larghi, lasciai quelli di default: meglio non far incavolare LATEX che, avendo un nome greco, per definizione complica la vita.
Ore 2.30: frontespizio finito.
Un'ora e mezza. Un'ora e mezza per scrivere la fottuta didascalia di un grafico.
Ore 4.30: disegno degli ultimi grafici in corso. E crisi di nervi quando Gnuplot non mi mostrò ciò che volevo, perché avevo selezionato una colonna sbagliata. Calma, grande calma. Hai ancora 4 ore abbondanti. E la macchinetta del caffè è sempre accesa. Pensai a Frank Thomas, animatore di Fantasia di Walt Disney, quando raccontava le traversie nel girare la sequenza sull'Ave Maria di Schubert, a pochissimo dalla prima del film.
Ore 7: scrittura dei ringraziamenti, con dimenticanza di non so quante persone. Ma costoro non avrebbero visto questa versione della tesi; ne avrebbero vista un'altra, ben rilegata, con i ringraziamenti scritti bene. (Non ancora stampata.)
Ore 7.40: scrittura dell'appendice mancante. Solo tabelle. E rinuncia ad un'altra appendice: non avevo la forza di sistemarla.
Ore 8: i professori cominciarono ad arrivare. Io puzzavo come un mercato del pesce, sperai non mi venissero troppo vicini. Ormai ci conoscevamo, e ci capimmo al volo.
Ore 8.10: feci partire la stampa delle pagine in bianco e nero, di tutti i capitoli eccetto l'ultimo. Volli aspettare un po', magari sarebbe arrivato il relatore e gli avrei potuto mostrare gli ultimi paragrafi e le conclusioni corrette.
Ore 8.20: feci partire la stampa delle pagine a colori. La macchina era occupata a stampare una tesi di dottorato. Mentre aspettavo le mie pagine, arrivò una signora, che mi fece: "Stai stampando la tesi? Non so mica se si possono stampare le tesi!" E io: "Certo che si possono stampare!" Non mi interessava chi fosse questa signora, poteva anche essere Angela Merkel, ma io avrei avuto le mie pagine.
Ore 8.55: il relatore ancora non si vedeva. Avevo tempo fino alle 12.30 per consegnare: per rilegare ci vuole un'ora, ma chissà se in copisteria ci sarebbe stata coda; la legge di Murphy è sempre in agguato. Feci partire la stampa dell'ultimo capitolo.
Ore 9.10: in copisteria sembravano non avere il cartoncino del colore che volevo io (verde acqua). Lo trovarono alla fine. E ce n'era un pacco pieno.
Ore 10: in segreteria studenti, mi feci dare i certificati necessari. Fino a tre giorni prima risultava che io avessi sostenuto Scienza dell'organismo umano anziché Fisica matematica. Mi restituirono anche il diploma di maturità. Non ricordavo nemmeno di averlo.
Ore 10.20: andai dal relatore e gli dissi: "questa è la sua ultima possibilità di fermarmi. È proprio sicuro di volermi far laureare?" Il relatore firmò.
Ore 10.30: alla segreteria del dipartimento, non volevo più separarmi dalla mia tesi. La segretaria mi chiese se volessi altro tempo. Ma consegnai. Ce l'hai fatta. Era una corsa contro il tempo. L'hai vinta tu.
Ore 10.40: tornai alla postazione a recuperare tutte le mie cose. Conobbi Giovanni, alle prese con grane burocratiche perché, l'ultimo giorno utile per consegnare la domanda di laurea, si trovava ancora in Germania, dove aveva svolto il lavoro. Cominciammo a parlare in tedesco: la miglior conversazione in tedesco della mia vita!
Ore 12: ero a casa. Mi preparai un piattone di pasta (non facevo un pasto completo da più di 24 ore!) e mi misi a letto.
Ore 9.15: mi svegliai. Azz... troppo tardi per andare alla lezione di tedesco! E il mio cellulare aveva 13 chiamate perse!
È proprio necessario che vi traduca la frase del titolo? Eddai...
Canzone del giorno: Beyoncé - Halo.
giovedì 16 aprile 2009
Kairòs, il musical (4)
9 foto della replica di Motta di Livenza, lo scorso 4 aprile:
E per chi l'avesse perso (quest'ultima frase va pronunciata alla maniera di Radio 24), sono in programma tre repliche al Piccolo Teatro don Bosco di Padova tra il 24 e il 25 aprile! :-)
Canzone del giorno: Nickelback - If Today Was Your Last Day.
E per chi l'avesse perso (quest'ultima frase va pronunciata alla maniera di Radio 24), sono in programma tre repliche al Piccolo Teatro don Bosco di Padova tra il 24 e il 25 aprile! :-)
Canzone del giorno: Nickelback - If Today Was Your Last Day.
martedì 14 aprile 2009
New Town
Nella lettera Ma io per il terremoto non do neanche un euro..., pubblicata domenica sulla webzine marsal@.it, Giacomo di Girolamo scrive:
Avrei potuto anche uscirlo (tipico modo di dire siciliano, ndr), un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di "new town" e io ho pensato a Milano 2, al lago dei cigni, e al neologismo: "new town" . Dove l'ha preso? Dove l'ha letto? Da quanto tempo l'aveva in mente?Di Girolamo, te lo dico io da dove l'ha preso: dal mio libro di inglese delle medie! Peter and Catherine Cross live in New Town; every morning Peter wakes up at 7 o'clock...
Hap Collins e Mirco Buso
Sintesi di Una stagione selvaggia di Joe R. Lansdale, primo romanzo della serie di Hap e Leonard:
Parché mi so' de sinistra, so' sempre sta' de sinistra, ma ghe xe do' cose ne'a vita: 'i schei e 'a f**a!Canzone del giorno: Rihanna - Push Up On Me.
domenica 12 aprile 2009
Ohibò!
Io tengo molto a partecipare alle funzioni religiose del Triduo pasquale. Per la prima volta dopo tanti anni ho partecipato anche alla Via Crucis, venerdì sera, lungo le vie del quartiere di Paltana, a Padova. Non so quanto maggiore fosse la partecipazione, venti o quarant'anni fa, ma è bello vedere i lumini sui balconi delle case, e le persone affacciarsi.
Ormai alcuni dei brani della Bibbia che vengono letti durante queste funzioni li conosco a memoria. Però io ricordo la vecchia versione, quella che si usava fino a un anno fa. Non mi si può prendere il primo giorno dopo il sabato e farmelo diventare il primo giorno della settimana così, senza avvertirmi con almeno un mese d'anticipo!
E che dire della tradizione profana della Pasqua di questa casa, ovvero il ciclismo? Alla Paris-Roubaix era una cosa fuori discussione: lo sponsor era La Redoute! Pure sul mio banco di scuola ogni tanto scrivevo La Redoute quando mi veniva in mente l'Inferno del Nord! Oggi - a dire il vero, forse era così già l'anno scorso - all'inizio e alla fine di ogni tratto di pavé, e sul cemento del velodromo della città dell'acciaio, cosa vedo? Il logo del Nord-Pas de Calais, la regione di cui fa parte Roubaix. Un momento... ma nel Nord-Pas de Calais c'è anche Bergues, la cittadina dov'è stato girato Giù al Nord (Bienvenue dans les Ch'tis)! A una delle prossime edizioni devo andare sicuramente.
Canzone della sera: Amy Macdonald - Poison Prince.
Ormai alcuni dei brani della Bibbia che vengono letti durante queste funzioni li conosco a memoria. Però io ricordo la vecchia versione, quella che si usava fino a un anno fa. Non mi si può prendere il primo giorno dopo il sabato e farmelo diventare il primo giorno della settimana così, senza avvertirmi con almeno un mese d'anticipo!
E che dire della tradizione profana della Pasqua di questa casa, ovvero il ciclismo? Alla Paris-Roubaix era una cosa fuori discussione: lo sponsor era La Redoute! Pure sul mio banco di scuola ogni tanto scrivevo La Redoute quando mi veniva in mente l'Inferno del Nord! Oggi - a dire il vero, forse era così già l'anno scorso - all'inizio e alla fine di ogni tratto di pavé, e sul cemento del velodromo della città dell'acciaio, cosa vedo? Il logo del Nord-Pas de Calais, la regione di cui fa parte Roubaix. Un momento... ma nel Nord-Pas de Calais c'è anche Bergues, la cittadina dov'è stato girato Giù al Nord (Bienvenue dans les Ch'tis)! A una delle prossime edizioni devo andare sicuramente.
Canzone della sera: Amy Macdonald - Poison Prince.
Pasqua
Christ rising again from the dead now dieth not.
Death from henceforth hath no pow'r upon him.
For in that he died, he died but once to put away sin;
but in that he liveth, he liveth unto God.
And so likewise, count yourselves dead unto sin,
but living unto God in Christ Jesus our Lord.
Christ is risen again, the first fruits of them that sleep.
For seeing that by man came death,
by man also cometh the resurrection of the dead.
For as by Adam all men do die
so by Christ all men shall be restored to life.
Alleluja!
giovedì 9 aprile 2009
Acquisti (in)utili
Potere assoluto di David Baldacci è stato uno dei romanzi, forse il romanzo, che dopo un'insegnante sciagurata di italiano mi ha fatto innamorare di nuovo della lettura. E dire che cominciai a leggerlo solo perché mi ero perso il film1. Lo stesso autore, con Il biglietto vincente, fu l'unico che riuscì a portare me, che nei casi migliori non supero le 30 pagine al giorno, a leggerne più di 100.
Ogni anno David pubblica un nuovo libro, che io puntualmente compro quando c'è la promozione sugli Oscar Mondadori. Maledicendo l'ennesimo aumento dei prezzi, e soprattutto chiedendomi perché, dal momento che, a parte A casa per Natale, dopo La semplice verità non ne ho letti più...
Alla Feltrinelli di Padova oggi c'era Marco Almagisti, che presentava il suo La qualità della democrazia in Italia. Mi sa che qualcuno mi ha guardato male, quando mi sono seduto sui gradini sfogliando tutt'altro. Di fronte a me, seduta per terra, c'era una ragazza, T'ai Chi T'u al collo e borsa verde militare, che scrisse credi in te stesso con un pennarello nero sul retro di un santino, che successivamente diede al ragazzo alla sua destra, prima di tornare a scarabocchiare sul suo diario.
Alla fine, uscii dalla libreria con I collezionisti, Vita romana di Ugo Enrico Paoli e Uomini che odiano le donne. Ebbene sì, dopo tanto parlare, mi sono deciso a leggere questo romanzo il cui titolo inizialmente non mi ispirava per niente. La domanda è: al ritmo a cui leggo ora, riuscirò a finirlo prima di Natale?
1 Film che successivamente avrei visto in videocassetta, per scoprire mio malgrado che è stato completamente eliminato il protagonista, l'avvocato Jack Graham. Non solo: mentre lo guardavo, mi dicevo "ma questa immagine mi ricorda qualcosa" ... e poco prima della fine sapevo perfettamente cosa sarebbe accaduto. In altre parole, il film non me l'ero perso affatto! Eppure leggendo il libro la storia non mi aveva ricordato nulla! Sarà uno dei misteri che mi porterò dietro finché campo...
Canzone della sera: Santana feat. Michelle Branch - The Game Of Love.
Ogni anno David pubblica un nuovo libro, che io puntualmente compro quando c'è la promozione sugli Oscar Mondadori. Maledicendo l'ennesimo aumento dei prezzi, e soprattutto chiedendomi perché, dal momento che, a parte A casa per Natale, dopo La semplice verità non ne ho letti più...
Alla Feltrinelli di Padova oggi c'era Marco Almagisti, che presentava il suo La qualità della democrazia in Italia. Mi sa che qualcuno mi ha guardato male, quando mi sono seduto sui gradini sfogliando tutt'altro. Di fronte a me, seduta per terra, c'era una ragazza, T'ai Chi T'u al collo e borsa verde militare, che scrisse credi in te stesso con un pennarello nero sul retro di un santino, che successivamente diede al ragazzo alla sua destra, prima di tornare a scarabocchiare sul suo diario.
Alla fine, uscii dalla libreria con I collezionisti, Vita romana di Ugo Enrico Paoli e Uomini che odiano le donne. Ebbene sì, dopo tanto parlare, mi sono deciso a leggere questo romanzo il cui titolo inizialmente non mi ispirava per niente. La domanda è: al ritmo a cui leggo ora, riuscirò a finirlo prima di Natale?
1 Film che successivamente avrei visto in videocassetta, per scoprire mio malgrado che è stato completamente eliminato il protagonista, l'avvocato Jack Graham. Non solo: mentre lo guardavo, mi dicevo "ma questa immagine mi ricorda qualcosa" ... e poco prima della fine sapevo perfettamente cosa sarebbe accaduto. In altre parole, il film non me l'ero perso affatto! Eppure leggendo il libro la storia non mi aveva ricordato nulla! Sarà uno dei misteri che mi porterò dietro finché campo...
Canzone della sera: Santana feat. Michelle Branch - The Game Of Love.
Erdbeben
Mi sono sentito un po' menefreghista in questi giorni. Ho lasciato che a diffondere gli appelli per i terremotati dell'Abruzzo fossero siti più autorevoli del mio; e lunedì, al corso di tedesco, dove ogni volta la Lehrerin ci fa parlare un po' di attualità, per insegnarci parole nuove, portai ugualmente l'articolo sul Giro delle Fiandre che avevo stampato il giorno prima.
Non so se sia già partito il valzer delle polemiche; mi è bastato sentire Berlusconi parlare di gestione delle salme per decidere che non avrei acceso il televisore se non per la Gent-Wevelgem o per Kyle XY. Per non parlare di Marco Travaglio, che sfrutta la tragedia per portare acqua al mulino dei contrari al nucleare, agitando lo spettro di un terremoto su una centrale; naturalmente non serve a nulla dire che in Giappone, uno dei Paesi più sismici del mondo, ci sono 55 centrali atomiche che producono il 27,5% del fabbisogno energetico, vero?
Se fossi un direttore di rete, non cambierei nulla nel palinsesto se non per dare le notizie. Niente esperti invitati per uno "speciale" , nessuna cancellazione di eventi sportivi "in rispetto delle vittime e dei loro familiari" ; per quello che riguarda reality e varietà, lascerei decidere lo staff. Non è cinismo, gente; è solo che con il dolore io ho dovuto imparare a convivere fin da bambino, e voglio decidere io quando è il tempo per riflettere. E, soprattutto, si tratta di qualcosa di personale, le cui occasioni non mancano. Pur riconoscendo la buona fede di chi, a scuola o in altre occasioni comunitarie, imponeva un momento di riflessione, in tali momenti il mio unico pensiero era "quanto manca alla campanella?"
Canzone del giorno: The Killers - Human.
Non so se sia già partito il valzer delle polemiche; mi è bastato sentire Berlusconi parlare di gestione delle salme per decidere che non avrei acceso il televisore se non per la Gent-Wevelgem o per Kyle XY. Per non parlare di Marco Travaglio, che sfrutta la tragedia per portare acqua al mulino dei contrari al nucleare, agitando lo spettro di un terremoto su una centrale; naturalmente non serve a nulla dire che in Giappone, uno dei Paesi più sismici del mondo, ci sono 55 centrali atomiche che producono il 27,5% del fabbisogno energetico, vero?
Se fossi un direttore di rete, non cambierei nulla nel palinsesto se non per dare le notizie. Niente esperti invitati per uno "speciale" , nessuna cancellazione di eventi sportivi "in rispetto delle vittime e dei loro familiari" ; per quello che riguarda reality e varietà, lascerei decidere lo staff. Non è cinismo, gente; è solo che con il dolore io ho dovuto imparare a convivere fin da bambino, e voglio decidere io quando è il tempo per riflettere. E, soprattutto, si tratta di qualcosa di personale, le cui occasioni non mancano. Pur riconoscendo la buona fede di chi, a scuola o in altre occasioni comunitarie, imponeva un momento di riflessione, in tali momenti il mio unico pensiero era "quanto manca alla campanella?"
Canzone del giorno: The Killers - Human.
domenica 5 aprile 2009
Domenica delle Palme
La mattina, benedizione dell'ulivo...
... il pomeriggio, classica del Nord!
Bentornate, vecchie abitudini!
... il pomeriggio, classica del Nord!
Bentornate, vecchie abitudini!
Canzone del giorno: Alesha Dixon - The Boy Doesn't Nothing.
sabato 4 aprile 2009
In laurea di Martina
Con d'inventione e d'armonia il cimentoMetro: sonetto.
cuciamo questi versi a punto croce
per ai tuoi complimenti dare voce
col Zima, Cepparello ed altri cento.
Ciascun di noi, qui unito, sta contento
mentre la tua parola va veloce;
persin Filippo Argenti, sì feroce
sta assiso ad ascoltar con fare attento.
Come di smalto decorato un dardo
il tuo successo da qui prende il volo:
non è lontano il prossimo traguardo;
e noi, che gl'indovini siam di ruolo,
diciam che dal Monviso a Castelsardo
nessun numero primo sarà solo.
1. Martina si è laureata a Venezia, e Il cimento dell'armonia e dell'inventione è l'op. 8 di Antonio Vivaldi; i primi quattro dei dodici concerti della raccolta sono le Quattro stagioni;
2. Una delle passioni di Martina è il punto croce;
4. Martina, nella sua tesi, ha studiato alcune novelle del Decameron: il Zima e ser Cepparello sono due famosi personaggi dell'opera boccaccesca - compaiono, rispettivamente, nella quinta novella della terza giornata e nella prima novella della prima giornata;
7. Oltre che nell'ottavo canto dell'Inferno, questo nobile fiorentino, noto per la sua ira, è protagonista, con Biondello e Ciacco, dell'ottava novella della nona giornata;
9. Anche gli smalti per unghie sono stati una delle fissazioni di Martina... ;
14. ... e, come ultima, è venuta La solitudine dei numeri primi.
Canzone del giorno: Empire Of The Sun - Walking On A Dream.
giovedì 2 aprile 2009
Regola di vita
A me le cose fatte tanto per fare non sono mai piaciute. Ho sempre avuto una regola fissa: mira in alto. Valida in ogni luogo e in ogni momento, anche per ciò che mi è stato imposto. Facendo di necessità virtù, visto che, oltretutto, le cose più strane riemergono nei luoghi e nei momenti più impensabili.
Ora: se hai capito, bene; se non hai capito, non sarò di certo io a spiegartelo. Non oggi, almeno.
Canzone del giorno: Depeche Mode - Wrong.
Ora: se hai capito, bene; se non hai capito, non sarò di certo io a spiegartelo. Non oggi, almeno.
Canzone del giorno: Depeche Mode - Wrong.
martedì 31 marzo 2009
Kairòs a Motta di Livenza
Ma chissà perché ho l'impressione che sabato 4 aprile io sarò lì... :-)
Canzone del giorno: Green Day - Boulevard Of Broken Dreams.
lunedì 30 marzo 2009
L'invidia è una brutta bestia...
Dal gruppo Secchioni su Facebook:
Canzone del giorno: Roxette - Listen To Your Heart.
SECCHIONI DI MERDA VI AMMAZZEREMO TUTTI GIUROOOOOOOOOOCaro "Pasky Capo" , mi dispiace deluderti: siamo molti più che nel peggiore dei tuoi incubi. Ma non perderti d'animo: sei sempre in tempo per avere anche tu gli amici più belli del mondo.
A MORTE I SECCHIONIIIIIII
SPERIAMO ANNIENTINO LA VOSTRA STUPIDA RAZZA
DAI VAI A GUARDARE DISCOVERY CHANNEL MENTRE TI LEGGI UN LIBRO E FAI I COMPITI RIDICOLI FROCI
HO NOTATE CHE TUTTI I SECCHIONI/E SONO TUTTI COZZI/E
AH ECCO PERCHE' NESSUNO VI VUOLE!!
Canzone del giorno: Roxette - Listen To Your Heart.
sabato 28 marzo 2009
giovedì 26 marzo 2009
Lode a Gnuplot
Una delle cose che non sarò mai in grado di fare è prendermi per tempo.
Seppi la scadenza per la consegna della tesi (2 marzo) a una settimana dalle vacanze di Natale, e praticamente l'unica cosa che avevo in mano era il programma di simulazione, finalmente funzionante.
Da quel momento il calcolatore lavorò a pieno regime e, sul fronte "testo" , alla stesura si affiancò l'inserimento dei primi grafici.
Per questi ultimi, sapevo che è molto quotato Grace; fino ad allora, per controllare i risultati, avevo usato Gnuplot, del quale proprio in quel momento stavo scoprendo alcune potenzialità più avanzate, dovendo visualizzare il risultato del calcolo di un potenziale dipendente da due coordinate (isocline + mappa a colori).
Dal momento, perciò, che già avevo un po' di confidenza e il tempo stringeva, decisi di lasciar perdere Grace e usare esclusivamente Gnuplot: non ebbi più dubbi quando lessi che si può impostare la virgola (convenzione europea), anziché il punto (convenzione anglosassone), come separatore decimale (comando:
Non è certamente un programma perfetto, ma ho buoni motivi per consigliarlo, quantomeno a coloro che non spaventa l'idea di dover digitare i comandi da tastiera:
Buon divertimento :-)
Canzone del giorno: Amy Macdonald - This Is The Life.
Seppi la scadenza per la consegna della tesi (2 marzo) a una settimana dalle vacanze di Natale, e praticamente l'unica cosa che avevo in mano era il programma di simulazione, finalmente funzionante.
Da quel momento il calcolatore lavorò a pieno regime e, sul fronte "testo" , alla stesura si affiancò l'inserimento dei primi grafici.
Per questi ultimi, sapevo che è molto quotato Grace; fino ad allora, per controllare i risultati, avevo usato Gnuplot, del quale proprio in quel momento stavo scoprendo alcune potenzialità più avanzate, dovendo visualizzare il risultato del calcolo di un potenziale dipendente da due coordinate (isocline + mappa a colori).
Dal momento, perciò, che già avevo un po' di confidenza e il tempo stringeva, decisi di lasciar perdere Grace e usare esclusivamente Gnuplot: non ebbi più dubbi quando lessi che si può impostare la virgola (convenzione europea), anziché il punto (convenzione anglosassone), come separatore decimale (comando:
set decimalsign ','
).Non è certamente un programma perfetto, ma ho buoni motivi per consigliarlo, quantomeno a coloro che non spaventa l'idea di dover digitare i comandi da tastiera:
- è gratuito e occupa poca memoria;
- le tabelle dei dati sono contenute in file di testo; le colonne sono separate da spazi o tabulazioni, e con un solo comando si possono selezionare le colonne da usare: p. es.
plot 'risultati.dat' u 4:3 w p
fa comparire i punti (w p
è forma abbreviata perwith points
) le cui ascisse stanno nella 4ª colonna e le ordinate nella 3ª (u
=using
); le snervanti selezioni col mouse di Excel sono un lontanissimo ricordo; - come valori, si possono impostare funzioni dei dati del file di input, e loro combinazioni: p. es. il comando
plot 'risultati.dat' u (log($1)+$2):3
mette, in ascissa, la somma del logaritmo del valore della 1ª colonna e del valore della 2ª, e in ordinata il valore della 3ª; - fa le barre di errore, lungo x e y;
- i grafici sono salvati come immagini (PostScript, png...) e non come parti di un foglio elettronico, e possono essere a colori o in bianco e nero;
- se si devono usare le stesse impostazioni per più grafici, si possono inserire i comandi corrispondenti in un file di testo, richiamabile con
load 'impostazioniGrafico'
; - si possono calcolare rette o curve di regressione;
- ... e molte cose ancora.
Buon divertimento :-)
Canzone del giorno: Amy Macdonald - This Is The Life.
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