Mi domando perché non riesca a fregarmene delle persone che mi trattano come un vestito vecchio da buttare. Perché non sia in grado di passare oltre (non sopra, ché è un'altra cosa) e abbia bisogno che costoro riconoscano di avermi fatto male.
Colei che, due post fa, mi ha risposto come un cane rabbioso ad un mio semplice saluto, era una compagna di classe di S. Non ci ho mai avuto troppo a che fare, se non alle feste e in pochissime altre occasioni. L'avevo incontrata la scorsa primavera vicino all'università, a Padova. Non si ricordava chi fossi, ma non mi sembrava ci fossero problemi, tra me e lei. Può darsi che due giorni fa le sia successo veramente qualcosa di brutto, ma io che colpa ne ho? E soprattutto, perché accettare la richiesta di amicizia su Facebook da una persona con cui non vuoi nemmeno scambiare due parole?
Qualcuno mi fa un corso di stronzaggine avanzata? Perché sono sicuro che, in questo caso, col cavolo che la gente si permetterebbe certe cafonaggini...
E poi B., che un tempo era mia amica. Poi, dopo che si fidanzò e lasciò l'università, per cui non ci vedemmo più sul treno, divenne la persona che mi deluse di più, in assoluto. L'estate 2002 è stato il periodo in cui mi sono sentito più solo, in tutta la mia vita: gli unici momenti piacevoli erano gli incontri con i miei due compagni di laboratorio, per scrivere le relazioni di spettroscopia. Per il resto, se volevo un po' di compagnia l'unica via era accendere il televisore.
Chiesi conforto a B., alla quale ero stato vicino qualche mese prima, quando in difficoltà si era trovata lei. Risultato: mai una telefonata, un sms, due righe per posta elettronica. Nella mia casella e-mail, da lei ricevevo solo catene di S. Antonio, barzellette o vignette di pessimo gusto. Un giorno ricevetti da lei un'e-mail, dal titolo ti voglio bene, ed era una catena, una di quelle e-mail che devi mandare a tutti se no arriverà un manipolo di Yakuza a fregarti il portafoglio, la macchina e tutta la tua collezione di porno. Credo di aver pianto davanti allo schermo.
Alle mie richieste di spiegazioni, le giustificazioni di B. erano sempre le stesse: ho sempre problemi col lavoro, mi connetto poco e niente. (Come se non esistesse il telefono.)
Qualche mese dopo, B. si rifece sentire: un'e-mail tutta festosa e piena di buoni propositi. Io, veramente intenzionato a perdonarla, cercai di buttarla sul ridere: quanto impiegherai per sparire, stavolta? Due giorni o due settimane? Ma lei non capì.
E, come volevasi dimostrare, sparì di nuovo, per poi tornare a distanza di mesi, se non di più di un anno. Io non le negai mai una nuova possibilità, ma non sono capace di far tornare le cose come prima se anche l'altra persona non lo vuole. La trattai con molto più distacco - non mi recai volutamente al suo matrimonio, per esempio; ero stato invitato solo alla cerimonia - e quando lei mi chiese il perché di questo distacco, le vomitai addosso tutto. Solo allora le venne il dubbio di avermi ferito nel profondo, nella mia paura più grande, ossia essere abbandonato dalle persone cui voglio bene.
Parlammo al telefono, andai anche a trovarla un anno dopo; la questione sembrava chiarita. Anche dopo di allora ci sentimmo solo sporadicamente, ma avevo accettato la situazione. In fondo anche con altri miei amici non ci sentiamo tutti i giorni, ma quando ci sentiamo è come se non fosse passata neanche un'ora.
Fino a quando B. non se ne uscì di nuovo con una delle sue, stavolta coinvolgendo miei amici.
Perché non riesco a fregarmene? Perché, alla fine della fiera, non posso negare che le voglio bene.
Canzone del giorno: T. I. feat. Justin Timberlake - Dead And Gone.
Va bene. Un passo indietro. Affezionata a te lo sono anch'io, se no non mi sarei fatta sentire nemmeno quelle sporadiche volte che dici tu;
RispondiEliminaPotrei anche dirti che ti voglio bene, ma sinceramente adesso non me la sento, perchè non credere di essere stato ferito solo tu.
Volevo solo commentare un tuo post e credevo di averlo fatto in maniera spiritosa, non offensiva;
Credo che tu abbia voluto leggerlo in quella veste perchè evidentemente già rancoroso con me per i motivi che hai ampliamente ricordato e che ovviamente sono visti solo dal tuo punto di vista; avrei anche io tante cose da dire, cose che penso stupirebbero tutto il codazzo di amiche che ti hanno difeso a spada tratta , ovviamente senza sapere un'acca di quello che è successo; di loro non mi interessa, non le conosco e probabilmente non ci avrò mai a che fare; di te invece mi spiace; perchè scrivi cose non molto edificanti sia fatte da me che fatte da te per ripicca(cosa ben più grave) e poi ti comporti nella stessa maniera di colei che critichi tanto; mesi fa ti raccontai dei grossi problemi avuti con il piccolo; dell'intervento in testa e della sua cardiopatia complessa; ti sei dimostrato dispiaciuto e poi? ma sono certa che avrai parole d'oro per spiegare alle tue sostenitrici come mai in questi mesi non hai mai chiesto come sta... siamo diversi? no caro mai, non sei poi così diverso da questa Barbara che tanto ti ha deluso. Non so, brucia quesa ferita; ma forse starci male vuol dire che qualcosa c'è; che è un affetto ferito, non compreso; non lo so...
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RispondiEliminavolere bene è meglio che diventare cinici e menefreghisti
RispondiEliminasi soffre un po' ma si è più caldi dentro
marina