sabato 2 maggio 2009
Lezioni d'amore
Attenzione: in questo post viene rivelata la trama del film.
Dicevo, ieri notte, che mi ci sarebbero volute almeno 80 pagine di Uomini che odiano le donne - anzi, avendo saputo che il 29 maggio esce il film, ora sono ancor più motivato a finirlo in fretta! - per riprendermi dalla visione di Lezioni d'amore, pellicola tratta dal racconto L'animale morente di Philip Roth.
Alla fine è bastata una sana dormita; ora, tornato al mio pH abituale, posso parlarne lucidamente.
David Kepesh (Ben Kingsley), è una conferma di uno dei motti che tengo sempre dinanzi a me: mai fidarsi degli artisti. Partiamo da un presupposto: tutto è finalizzato a "quello" , quindi, anzi a maggior ragione, anche paragonare una donna a un'opera d'arte. Mi sfugge anche la carica erotica di un pianoforte in sottofondo, ma è noto che io sono un uomo rude.
Non posso biasimare David per la sua paura di essere lasciato da Consuela Castillo (Penélope Cruz); molto probabilmente, non fosse accaduto ciò che poi sarebbe accaduto, lei l'avrebbe considerato una storia importante, il grande amore di gioventù, ma il suo futuro sarebbe stato altrove. Tuttavia, avete presente Quattro matrimoni e un funerale, quando Hugh Grant sta per sposarsi con facciadichiulo, arriva Andie MacDowell che si è appena separata e lui in sacrestia fa i vocalizzi? Ecco: quando Consuela lo invita alla festa con la sua famiglia, dopo un anno e mezzo di relazione, e lui si defila, avrebbe dovuto farli dieci volte quei vocalizzi, possibilmente accompagnato dal cilicio del monaco Silas del Codice Da Vinci. Ma mica si addicono queste cose a un artista/bibliofilo/musicofilo, nevvero? Ah, a proposito di musica: la Piccola fuga di Bach in sol minore, BWV 578, è per organo, e non per pianoforte. Alles klar?
Fino alla malattia di Consuela, viene difficile immaginare un David diverso da quello che per vent'anni mantiene una relazione "occasionale" con Carolyn (Patricia Clarkson), in reale crisi solo quando quest'ultima si accorge di non essere più teenager. David ricorda da un lato il Timoteo di Non ti muovere, vigliacco e bugiardo, e dall'altro, in versione grottesca, il C. S. Lewis di Viaggio in Inghilterra, che si era costruito una vita dove niente e nessuno stava al di sopra di lui.
Usciti dal cinema, mentre discutevamo, si disse che il nocciolo non era la storia tra David e Consuela, né la sua malattia, bensì una riflessione sulla vita e, in particolare, sull'invecchiare. Non poteva sapere, la ragazza che pronunciò questa frase, che per me l'unica cosa che conta è il risultato.
Canzone del giorno: The Veils - The Letter.
P. S. ma Dennis Hopper un giorno si ricorderà di essere stato Victor Drazen?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Qui invece non capisco se il film ti è piaciuto o no...
RispondiEliminaIn parte sì, perché indubbiamente è ben fatto. Ma non è il genere di film che solitamente io vado a vedere: non amo le cose troppo impegnate nonché le storie che sembrano apposta costruite "per riflettere" . E sono uscito dal cinema piuttosto triste, per cui mi difendo così ;-)
RispondiElimina