Ho scoperto solo poco fa che la festa, nella liturgia cattolica, non è una giornata lieta, bensì un grado di importanza di una celebrazione: più importante di una memoria, meno importante di una solennità.
Perché mi chiedevo, in effetti, cosa ci fosse da festeggiare.
Ho voluto partecipare alla Messa, oggi, perché già la scorsa estate avevo ascoltato Vox in Rama, mottetto di Mikołaj Zieleński che, nel testo, reca proprio le parole del profeta Geremia citate dall'evangelista Matteo nel passo in cui racconta l'uccisione, per ordine del re Erode, di tutti i bambini da due anni in giù:
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:Di Vox in Rama, in realtà, ci sono diverse versioni. Il Communio gregoriano, intanto. Poi George Kirbye - l'autore di Winchester Old, la melodia che in Italia è diventata Sei tu, Signore, il pane, e che nei Paesi anglosassoni, invece, è un canto di Natale - Giaches de Wert, Jacob Clemens.
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più.»
Questa versione, del polacco Mikołaj Zieleński, l'avevo proposta anche al Maestro del mio coro: mi sembrava la più bella, e non troppo difficile. Ma forse è più adatta per pochi cantori, e non per 120 :-)