Diana Tejera, ex voce dei Plastico, tenne un concerto in un bar di Conegliano assieme a Barbara Eramo, che gli appassionati di Sanremo ricordano nel duo Eramo & Passavanti.
Erano trascorsi più di sei anni, dall'estate in cui avvertivo talvolta strani sintomi; io andai da Diana, alla fine dell'esibizione, e le chiesi un autografo sul primo album del suo vecchio gruppo, Sensibile al tatto.
Non dimenticherò mai il sorriso di Diana esplodere davanti a me. Era lei più felice di me!
In quell'istante, tutta la timidezza che fino ad allora avevo provato nei confronti degli artisti morì sul colpo.
Un po' di invidia, in verità, la provo sempre. Perché anche un bambino dell'asilo disegna meglio di me; e perché prendere lezioni di musica è ancora un sogno, per mancanza di tempo e di denaro.
La mia famiglia sarebbe stata felicissima di iscrivermi ad una scuola di musica: mia zia, sorella di mio padre, per un periodo mi martellò affinché studiassi violino, e forse fu per questo che io mi rifiutai sempre, per poi rimpiangerlo e riempirmi di rancore.
Anche se, da quattro anni, recito in una compagnia teatrale amatoriale (stasera andrò in scena!) e da poco più di un anno canto nella schola cantorum del duomo di Padova.
Complice, forse, il fatto che l'invidia spesso è reciproca - perché io capisco la matematica, perché non ho timore di parlare in pubblico... - mi sono sorpreso di me, in questi ultimi anni. Con l'organista Roland Muhr, per esempio. Oppure, sempre parlando di organisti, con James David Christie, che venne un anno fa a suonare a Sant'Antonio Abate.
Non sono mai particolarmente prodigo di complimenti. Con l'artista preferisco parlare delle opere, di come sono state realizzate; a cosa sono ispirate, o magari la difficoltà nell'eseguirle.
Né mi faccio problemi a dire che una certa opera non mi è piaciuta. Non importa chi sia l'artista. Se è un parente o un amico, tanto meglio; sebbene mi ritenga fortunato a vivere a distanza di sicurezza da una cugina di settordicesimo grado che studia canto lirico, in quanto mi imbarazzerebbe assai cercare ogni volta una scusa per zompare gli inviti ad ascoltare Verdi, Puccini o Donizetti che a me, francamente, fanno lo stesso effetto di una tanica di Guttalax.
Ciò non toglie che, quando amici e parenti non vengono ai miei spettacoli, ci rimanga male. Lo so, mi contraddico: ma se non lo facessi, che artista sarei?
Canzone del giorno: Giuseppino del Biado - Fuggi fuggi fuggi (Il Ballo di Mantova).
Mi commuovo ç_ç credevo d'essere l'unica a ricordarsi dei Plastico!
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