martedì 14 agosto 2012
In spiaggia all'alba (6) - Cuore vintage su due ruote
Se gli scrittori romantici, orfani dello stato di natura, fuggivano dal caos cittadino, io, orfano delle Olimpiadi, fuggo dal prepotente ritorno del calcio. E se i primi trovavano sollievo nella contemplazione della natura e nelle sensazioni primitive, io lo trovo nelle Perle di sport su Rai Sport 2.
La Rieti-Roccaraso del Giro d'Italia 1987 non è stata una tappa decisiva per la classifica. Una frazione per attaccanti: come Moreno Argentin, allora campione del mondo, che la vinse.
Non dico mi sia venuto un tuffo al cuore, risentendo Adriano De Zan salutare gli appassionati davanti allo schermo: Gentili signore e signori, buongiorno! Anche se ha tenuto compagnia a me e a zia Giuliana nei casalinghi pomeriggi delle elementari, seminando la mia passione per il ciclismo. Quando ho avuto la possibilità di scegliere (i bei tempi di Telemontecarlo!), ho sempre preferito il figlio Davide, con Franco Cribiori al commento tecnico.
Nel 1987 la regia televisiva non era peggiore di oggi. L'audio dalla corsa era ridotto al minimo: non si sentivano le urla dei tifosi o il rombo dell'elicottero. Le sovraimpressioni erano essenziali: più grandi e tutte in maiuscolo; i corridori ormai tagliati fuori dalla lotta per il successo di tappa erano chiamati, espressamente, ritardatari; degli atleti c'era solo il cognome e il numero di gara; durante i replay compariva la scritta replay in alto a sinistra. Maurizio Fondriest era un giovane particolarmente in vista, e di lì a pochi mesi avrebbe strappato la maglia iridata al suo connazionale. Franco Vona, Alberto Volpi e Marco Saligari, futuri protagonisti dei primi anni '90, erano neoprofessionisti. C'era un Bauer, ma non era omonimo dell'eroe di 24: si chiamava Steve ed era canadese. C'era Juan Fernandez, futuro direttore sportivo della Mapei-GB.
E oggi c'è la classica di San Sebastian. Dove le sovraimpressioni sono rigorosamente in basco; ed è la prima corsa, che io ricordi, dove i distacchi sono stati calcolati in tempo reale grazie al GPS. Era il 1994, subito dopo il quarto Tour di Miguel Indurain. Vinse Armand De Las Cuevas, ex gregario del navarro. Un corridore che mi piaceva moltissimo, che un annetto più tardi fuggì in Guadalupa: una fuga d'amore, si disse. Se la prossima Perla di sport fosse proprio quell'edizione, sì: potrei non trattenermi.
L'atmosfera di San Sebastian è sempre un po' surreale e malinconica. Tour e Olimpiadi sono alle spalle, i Mondiali sono ancora lontani: i bilanci di medio termine dominano sulle considerazioni di giornata. Non sono mancate le sorprese, come la vittoria di Xavier Florencio o Miguel Ángel Martín Perdiguero che beffa, sul traguardo, Paolo Bettini.
Mi ha sempre preso un po' la malinconia, in agosto. Come quando andavo a scuola. Ma quanto vorrei che, oggi, la malinconia nascesse solo dal dover tornare a scuola.
Canzone del giorno: Biagio Antonacci - Non vivo più senza te.
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