sabato 17 marzo 2007

Verosimile fantasia vaticana

Credo che la Chiesa debba farsi comprendere, innanzitutto ascoltando la gente, le sue sofferenze, le sue necessità, i problemi, lasciando che le parole rimbalzino nel cuore, lasciando che queste sofferenze della gente risuonino nelle nostre parole. In questo modo le nostre parole non sembreranno cadute dall'alto, o da una teoria, ma saranno prese per quel quello che la gente vive. E porteranno la luce del Vangelo, che non porta parole strane, incomprensibili, ma parla in modo che tutti possono intendere. Anche chi non pratica la religione, o chi ha un'altra religione.
Queste parole - che, intendiamoci, io sottoscrivo con forza, così come il resto - fanno parte di un'intervista, rilasciata dal card. Carlo Maria Martini a Repubblica, che ha portato, all'arcivescovo emerito di Milano, gli applausi di un bel po' di laicisti dell'italica blogosfera. Supercri fa outing: "Eminenza, ho fatto il tifo per lei: sarebbe stato un Papa meraviglioso!" Lorenz/Pistorius, commentando Ahimsa, lamenta il "poco coraggio" dei cardinali dissenzienti a fare il nome di Ratzinger.

Ma volete sapere come sarebbe davvero andata, se in Conclave avessero "sfruttato l'occasione" e avessero eletto Martini? Ecco una verosimile fantasia:

Il cardinale protodiacono, mons. Jorge Arturo Medina Estévez, si affaccia sul balcone della Basilica di San Pietro: "Nuntio vobis gaudium magnum, habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Carolum! Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Martini!"
Tutti i no-global assiepati al di qua delle colonne del Bernini esultano, lanciano in aria i cappellini del Che, suonano le trombe da stadio, urlano fantasiosi sfottò contro i ratzingeriani, come avrebbero fatto un anno e qualche mese dopo con i francesi, alla finale dei Mondiali.
Dopo l'omelia della Messa di insediamento, Eugenio Scalfari dedica il suo Angelus laico al "nuovo corso" della Chiesa cattolica, e Lidia Ravera annuncia che prossimo è il riconoscimento ufficiale dell'autodeterminazione delle donne.
Passano i mesi, arriva la Giornata per la vita: Papa Martini, oltre a ricordare le vittime delle guerre, denuncia, in linea con i suoi predecessori, la piaga dell'aborto.
Per le strade i netturbini raccolgono una quantità anomala di croci: i festanti del post-conclave, che da quel giorno le avevano con fierezza portate al collo, le hanno rabbiosamente scagliate a terra; nei loro portafogli sono tornati i santini di Emma Bonino.


Scenario irreale? A me pare di ricordare che i teo-con de noantri - specialmente quelli atei, o sposati con rito celtico - non si siano comportati tanto diversamente, dopo il tanto bistrattato discorso di Regensburg in cui Papa Benedetto XVI si dimostrò tutt'altro che una Fallaci in mozzetta e camauro; ma magari la memoria mi fa brutti scherzi.

Canzone del giorno: Marc Lavoine & Cristina Marocco - J'ai tout oublié.

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