... e tra una mezzanotte e l'altra ho continuato a commettere errori. Per giunta, dal momento che 99 volte su 100 a mezzanotte sono ancora sveglio, ciò mi rende ancora più consapevole della cosa. Eccone alcuni, di questi numerosi errori:
- il pensiero ricorrente di avere sempre bisogno di esprimermi, e di averlo perciò soddisfatto, per tanti anni quanti è durato questo blog, sui social. Sul social dei vecchi, per essere esatti. Che fosse un social da vecchi l'avevo capito molto prima che boomer diventasse un vocabolo di moda: quando i post politici superavano i racconti di vacanze e aperitivi. Se si è giovani, ogni secondo di ogni giornata è dedicato alle boiate; è quando non si apprezza più la serietà delle boiate che ci si perde dietro ai pastoni di Pionati (a proposito, è ancora al TG1 Pionati?). Ecco: da questa digressione capite perché si è trattato di un errore;
- il pensiero ricorrente di aprire un nuovo blog, dopo averne tenuto uno per parecchi anni e averlo reso più incomprensibile della casa di un accumulatore seriale. Ma di sindrome da accumulo seriale la mia famiglia se ne intende, d'altronde;
- la passione per i telefilm: che era stata sbattuta in cantina per cause di forza maggiore all'inizio dello scorso decennio; che ogni tanto rigurgitava; che ogni tanto rispolveravo, seppure a malincuore. Troppa la nostalgia delle persone con cui li seguivo ai tempi d'oro; troppa la delusione per aver perduto la persona senza la quale - parole mie, all'epoca - non potevo vivere (e no, non era una fidanzata). Al diavolo: le persone passano. Ma c'era una certa curiosità di rileggere quello che avevo scritto alla chiusura di quel forum sui telefilm dove, all'epoca, passavo più tempo di un adolescente di oggi su TikTok.
Pensavo di aver pure cancellato il mio vecchio blog - o perlomeno reso invisibile - e invece no. Non riuscendo più ad accedere alla "bacheca" dei post - accedevo al mio account Google, selezionavo Blogger e il sistema mi invitava a creare un blog nuovo, come se questo non fosse mai esistito - ho provato a digitare l'indirizzo sulla barra del browser e... sorpresa, il blog era ancora pubblico. Ma non riuscivo ad entrarci come amministratore. Ho dovuto creare un nuovo blog, in modo da avere l'accesso alla piattaforma; ritrovare la bacheca del vecchio blog; eliminare il nuovo blog.
Ci sono un po' di cose da raccontare, ma è ora di pranzare. L'inaspettata abbondante merenda di metà mattina non basta.
Canzone del giorno: Wire - Two People in a Room.
Hm... se vuoi qualcuno ti legga, devi scrivere in modo comprensibile.
RispondiEliminaIo non ti conosco e sono arrivata qui da un tuo commento su un blog che leggo.
Però se a te piace ricevere commenti (mi sono letta a grandi linee l'ultimo post del 2014) devi mettere il lettore in grado di commentare. Non dico che devi mettere me in grado di commentare, ma se tu lasci un commento su un blog, qualcuno statisticamente arriverà qui, e deve trovare qualcosa da leggere, così se lo trova interessante poi commenta e torna e nasce un'interazione...
Personalmente, se il post è ingarbugliato/troppo lungo/tratta di cose che non mi interessano poi io non torno a leggere, soprattutto nel caso di un nuovo blog.
Per favore non prendere questo come una critica malevola, è solamente una constatazione.
Io ho un blog che non legge quasi nessuno, ma a me sta bene così...
Dai, se vuoi davvero lettori, comincia a scrivere in modo da attrarre il tipo di lettore che vorresti (magari lo stai già facendo).
Buona fortuna!
Cara Tu!,
Eliminapresumo che Tu! sia una lettrice di Sara.
Per rendermi più facile il compito di risponderti, prendo la tua parola "ingarbugliato".
Il problema è proprio qui. Il blog, volente o nolente, rispecchia la mente di chi lo scrive e io, purtroppo, ho scoperto che la mia mente procede tutt'altro che in modo lineare.
Ne parlerò in un nuovo post :-)
Sì sono una lettrice di Sara.
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