Il primo commento che ho ricevuto dopo gli oltre otto anni di silenzio riguarda l'ultimo post che li ha preceduti, e che li annunciava - o meglio, che annunciava un silenzio sine die.
In tale post constatavo la mia difficoltà nel tenere questo blog aggiornato; nel dare ad esso una linea precisa; nel tenere la barra dritta anche nello scrivere un singolo post. E, al contempo lamentavo la mancanza di interazioni.
Sia uno dei commenti che ricevetti all'epoca che il recente commento sopra menzionato, di fatto, mi fanno capire che si tratta di una contraddizione. Se scrivo in modo ingarbugliato non posso aspettarmi che la gente mi stia dietro, giusto? Mettiamoci che sono pure un insegnante...
Il punto, tuttavia, è proprio questo. Il blog, volente o nolente, rispecchia la mente di chi lo scrive, e la mia non è capace di procedere in modo lineare. O magari, opportunamente educata, lo è, ma è contro la sua natura.
Qualche anno fa - durante il lungo silenzio - una mia amica romana mi parlava delle lamentele delle maestre di sua figlia, e io mi sentivo come se fosse nata, anzitempo, la mia reincarnazione: erano esattamente le stesse lamentele che la mia maestra esprimeva a mio padre, quando ero alle elementari. Si distrae sempre; non segue; contesta tutto.
Non molto tempo dopo, la mia amica scoprì che la figlia è ad alto potenziale cognitivo, o plusdotata, o gifted che dir si voglia: e così scoprii anch'io di esserlo.
Nessuno se ne accorse, di me: si diceva solo che ero molto intelligente. Ma quando ero piccolo, perlomeno in Italia e a maggior ragione in un paese, nessuno sapeva di plusdotazione. Ancora oggi, secondo la psicologa Jeanne Siaud-Facchin, autrice di Troppo intelligenti per essere felici?, gli stereotipi sono tanti: "se è addirittura più intelligente della media, che problemi vuoi che abbia?" È sempre Jeanne Siaud-Facchin ad aver coniato, per chi si trova nella mia condizione, l'appellativo di zebra. Perché le zebre non sono mai state addomesticate dall'uomo: e se è l'uomo stesso ad essere una zebra, capite che c'è una contraddizione intrinseca?
Sul pensiero arborescente di una zebra, e sulle conseguenze di ciò, si possono trovare tantissime informazioni in rete e non serve che qui ve le riporti. Ma questo spiega, per esempio, perché un bambino plusdotato vada spesso fuori tema, nei compiti di italiano: se il compito non ha una consegna precisa, le idee si affollano. Spiega perché, delle volte, lo stesso bambino - o lo stesso adulto, visto che la plusdotazione ce la portiamo dietro per tutta la vita! - dia delle risposte che apparentemente incomprensibili a domande semplici. Semplici per chi non è zebra, s'intende.
E questo spiega perché i miei post siano così ingarbugliati.
Quindi, non meravigliatevi: con le contraddizioni ci vivo da sempre. Anzi, io stesso sono una contraddizione!
Canzone del giorno: zebrahead - You Don't Know Anything About Me.
La zebra è magnifica.
RispondiElimina