venerdì 9 luglio 2010

Vicinanza

Eliminata la mia Germania ai mondiali in Sudafrica - al cuore non si comanda - in finale c'è una delle squadre in cui riponevo le speranze. Sia Olanda che Spagna meriterebbero un titolo iridato: gli iberici per il loro gioco, gli oranje per la loro storia. Ma chi mi conosce già lo sa: domenica sarò vestito di arancione.
Non so quanti italiani mi faranno compagnia. Forse gli appassionati di ciclismo, ben consci che se gli olandesi non ci fossero bisognerebbe inventarli. Forse gli interisti, per Wesley Sneijder: anche questo sarebbe uno scherzo del destino.
Molti miei conoscenti tiferanno Spagna come già l'hanno tifata agli europei. Non nascondo un certo fastidio, visto che l'Italia era stata eliminata proprio dalla Spagna, ma io non avevo trovato lo stesso supporto, a Francia '98, per i bleus. Anzi, fu proprio il ritorno del razzismo contro i cugini d'oltralpe (quantomeno, per come è stata la mia esperienza) ad allontanarmi dai nostri Azzurri.

È comprensibile, in ogni caso, visto che, al di là della simpatia per questo o quel giocatore, ognuno tifa le squadre delle nazioni che sente più vicine, e molti italiani si sentono culturalmente vicini agli spagnoli - se non altro perché credono che per parlare spagnolo basti mettere le S e qualche olé.

Io non mi sottraggo a tale meccanismo. Ma la mia vicinanza, all'estero, sta altrove. E, un po' a malincuore, ammetto che è limitata a Europa centro-settentrionale e Nord America. I motivi sono svariati: per quello che riguarda il passato, annovero - tralasciando moltissimo - l'architettura gotica (quella vera), la pittura fiamminga, la musica di Byrd e Purcell, Bach e Händel, i virtuosi del clavicembalo; poi John Constable, la poesia di Coleridge, James Joyce, gli impressionisti, i fratelli Grimm (e la legge di Grimm in linguistica), Jacques Prévert. Uscendo da scuola, trovo una grande strada ferrata che mi porta tutt'intorno alla terra, e lungo il cammino incontro la musica indie, il cinema, le serie televisive, Starbucks e il Superbowl, e soprattutto il ciclismo, tra classiche del Nord e Tour de France. Ci sarebbe la Vuelta a España, ma la Rai non la trasmette mai... Ecco: regalatemi un abbonamento a Sky e vedrete che i miei orizzonti si allargheranno.

Tutto - anche questo è un mio limite - è influenzato dalle lingue straniere che parlo: francese (la prima da me imparata, che mi ha salvato dalla scuola media), inglese, tedesco e, da qualche mese, un po' di neerlandese. Perché con le lingue vengono le persone - e io voglio parlare o la mia lingua madre o quella di colui che ho di fronte: detesto l'inglese pigliatutto. C'è molto di narcisistico, lo so: ma la soddisfazione di sentirsi dire tu parles très bien le français o es ist unglaublich, du sprichst Deutsch ohne Akzent non ha prezzo!

Tenendo conto della mia curiosità linguistica, non rimarrò fermo a Europa centro-settentrionale e Nord America. Molto probabilmente la prossima lingua sarà il russo o il finlandese. E ci sarà da divertirsi.

Canzone del giorno: Kasabian - Reason Is Treason.

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