Non volli esserci, domenica 13 luglio, all'ultimo giorno di vita del multisala Verdi di Vittorio Veneto, in parte perché la tristezza avrebbe prevalso sul piacere del film, in parte perché non volevo credere che davvero la città in cui sono nato e cresciuto sarebbe rimasta senza un grande schermo, proprio lei che ne aveva avuti cinque.
Già nel 1992 lo storico cinema-teatro era stato chiuso: c'era ancora l'Impero, a pochi isolati di distanza, ma l'assenza di un vero teatro aveva portato alla nascita del Comitato per il teatro a Vittorio Veneto: diversi negozi diedero il loro supporto fungendo da centri di raccolta di adesioni. Il 25 aprile 1993 i sostenitori lasciarono un mazzo di fiori sulla porta del Verdi, e marciarono per le vie cittadine: lo slogan era Il teatro è morto, viva il teatro.
Tutt'altra cosa, rispetto al patetico Verdi Day di due anni fa, quando del Verdi, profondamente ristrutturato e riaperto nel 1995 sotto l'egida di Furlan-Cinecity, era stata ventilata la chiusura per la prima volta.
Trecento firme, e poi?
Non mi aspettavo di ritrovare le code dei primi anni, quando il Verdi era l'unico multisala della zona e veniva gente da Conegliano, Oderzo, nonché dal bellunese. Ma qualcosa che andasse oltre l'emotività iniziale, sì.
Emblematica fu una conversazione al gazebo elettorale di Lorenzo Biagi, candidato dell'Unione alla presidenza della provincia di Treviso, sempre nel 2006.
Io: "Seriamente, quanto possiamo fare?"
Uno dei militanti: "Eh, póco... cossa vu' tu? i trevisani xe gran lavoratori, ma 'a cultura..."
Io: "Scusatemi, ma due settimane fa in area Fenderl (un parco, dietro la stazione ferroviaria, ndr) c'erano le feste di primavera, organizzate dalle associazioni culturali: voi dove eravate?"
Quest'anno, zero assoluto. Pure il blog Cinemavive pareva piegato al cupio dissolvi. La proprietà diffuse un comunicato in cui - a ragione - dà la colpa ai vittoriesi. Emanuela Da Ros, giornalista locale, scrisse un accorato addio al Verdi, intitolato L'ultimo biglietto - ma mi spiega come ha potuto vedere Io ballo da sola, che è del 1996, vent'anni fa?
Ebbene, scherzetto!
Se quanto leggo è vero, il 14 agosto il multisala Verdi ripartirà con la nuova stagione! (*)
E così mi confermerebbero le locandine di X-Files e Piacere Dave, nel corridoio che si affaccia su via Lioni.
A quanto mi pare di capire, Furlan punta al trasferimento al Victoria, la "cittadella dello sport" nata alla fine degli anni '90 - si parlava addirittura di campionati mondiali di rollerblade! - la cui costruzione è terminata solo da poco, e comunque ancora vuota.
Non mancherebbero i parcheggi né la possibilità di aprire un bar o una pizzeria nei pressi - per me sono tutte scuse, ma queste sono le ragioni per cui si accusa il Verdi di essere deficitario rispetto al Meliès di Conegliano.
Non nego che mi dispiacerebbe se l'edificio di piazza S. Francesco non fosse più un cinema - e soprattutto un teatro, potendo il suo palcoscenico ospitare un'intera orchestra sinfonica - ma se questa è la soluzione per mantenere un cinema a Vittorio Veneto, così sia.
In ogni caso, come più di una persona ha scritto: vittoriesi, meno ciàcoe e più presenze al cinema!
Canzone del giorno: Marjorie Biondo - L'encomio.
(*) Oh, sia chiaro che nemmeno io ci crederò al 100% finché non mi siederò di nuovo in una delle quattro sale!
il cinema Verdi riapre per la felicità di Marco!
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