Quando ero bambino, mio papà già collaborava al settimanale diocesano, e gli articoli li batteva a macchina.
L'oggetto mi affascinava al punto che, quando a lui non serviva, inserivo un foglio e battevo: prima lettere a caso, poi frasi di senso compiuto :-)
La tastiera era una QZERTY, come da standard per le macchine per scrivere italiane; non c'era il numero 1, che si otteneva con una l minuscola.
In quinta elementare, quando in casa giunse il primo pc, un po' di z inizialmente furono w, così come un po' di m furono o accentate (la m, sulla macchina per scrivere, era in fondo alla riga centrale a destra della l) - robetta, essendo a disposizione quelle due meraviglie dai nomi Del e Backspace.
Due meraviglie che, nondimeno, ogni tanto si rivelano armi a doppio taglio: è vero che i primi tempi, con la mano sinistra, premevo solo la a e i tasti ctrl, shift e alt, mentre ora uso praticamente tutte le dita; però, come mi fece notare un compagno di collegio, passo quasi più tempo a cancellare che a scrivere.
Per imparare la scrittura a tastiera cieca, molti suggeriscono di adottare il layout Dvorak.
Ora, prima della scorsa settimana, con esso avevo avuto a che fare solo una volta, quando, smanettando con i comandi di DOS, eseguii
keyb dv
; risultato: paura di aver scombinato tutto, riavvio frettoloso del sistema operativo pregando che ripartisse come al solito (l'avrebbe fatto), promessa che Dvořák, da allora in avanti, sarebbe stato solo l'autore della sinfonia Dal Nuovo Mondo.Qualche giorno fa, con la stampa dell'immagine qui sopra di fronte a me, e gli indici sui due tasti con la righina in rilievo, tentai la pace col lontano parente del compositore ceco: effettivamente, la sua tastiera semplificata è comoda; le dita non si muovono troppo dalla riga centrale.
A dissuadermi dall'adottarla non è, come per molti altri, il timore di non essere più in grado di usare una QWERTY - in fin dei conti, tutti noi passiamo quotidianamente dalla disposizione del telefono a quella della calcolatrice, per non parlare del telecomando; eppure non sbagliamo. Il mio timore, al contrario, è di inseguire un ideale, per poi scontrarmi con un mondo ben diverso (un esempio: ^X, ^C e ^V, ossia taglia, copia e incolla; tasti vicini sulla QWERTY, lontani sulla Dvorak). Ok, le scorciatoie da tastiera si possono ridefinire, ma chi mi garantisce che potrò farlo sul pc dell'ufficio?
All'università, per dire, siamo obbligati a usare la tastiera americana. Che è ottima per programmare - niente alt+123 e alt+125 per le parentesi graffe! - un po' meno per scrivere un testo con le vocali accentate. Un compromesso interessante mi sembra il layout US-International, dove per esempio digitando
` a
(la ` è a sinistra dell'1, dove noi abbiamo \) si ottiene à. Rovescio della medaglia: per scrivere l'ultimo dovrei battere l' [spazio] ultimo
, altrimenti mi compare lúltimo...Va be', ragazzi, farò le prove e deciderò. Se questo blog avrà altri periodi di stanca, non sarà per la mia indecisione tastieristica.
Canzone del giorno: Kasabian - Test Transmission.
ti manca solo la tastiera che si suona :)
RispondiEliminaCiao Marco