La prima cosa che è saltata agli occhi, in questa cronometro a squadre dell'89º Giro d'Italia, è stato vedere, lungo il percorso, piccoli paesi anziché distese di campi, cartelloni pubblicitari in italiano anziché in francese e il body rosa, anziché giallo, addosso a uno dei corridori dell'ultima squadra che ha preso il via. Così come alcune formazioni, come la Lampre-Fondital di Damiano Cunego, decisamente non avvezze a questa specialità, nonostante la presenza di bravi passisti, per primo il mio quasi-concittadino Marzio Bruseghin.
Ma è sempre uno spettacolo, la cronosquadre. Anche quelle degli ultimi Tour, dove per un motivo o per l'altro vinceva sempre la US Postal (ora Discovery Channel) di Lance Armstrong. L'anno scorso la CSC fu sfortunatissima: soprattutto David Zabriskie che cadde a meno di un chilometro dall'arrivo e perse tappa e primato in classifica. Oggi diciamo che la fortuna si è equamente divisa: la CSC, capitanata da Ivan Basso, si è presa la rivincita conquistando il successo nella città degli Stradivari, e la T-Mobile, sconfitta per un secondo - oltretutto dovuto a un distacco di Matthias Kessler, quinto corridore (è sul quinto che si ferma il tempo), negli ultimi 300 m - si consola con la maglia rosa a Serhiy Honchar.
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