Un paio d'ore fa ho votato per un concorso di poesia dialettale, opere scritte nel dialetto di Vittorio Veneto. Ho dovuto chiedere aiuto per certe parole, spesso e volentieri facenti parte della storia contadina della zona, a me totalmente estranea. Chissà se altri miei coetanei, o ragazzi anche più giovani di me, hanno partecipato alla votazione e hanno avuto così modo di conoscere, al di fuori della loro cerchia, persone nel cui passato c'è quella storia. Difatti, stando a uno degli organizzatori, uno degli obiettivi di questo concorso, giunto ormai alla sua quinta edizione, è proprio salvaguardare il dialetto e le tradizioni che esso porta con sé.
Tuttavia, non solo perché tra gli autori dei testi c'erano anche alunni delle elementari e delle medie - con ogni probabilità aiutati dai loro nonni - ma per ciò che sento ogni giorno per le vie di questa città, non ho dubbi: per almeno due generazioni il concorso avrà partecipanti in abbondanza.
Ciao marco ti ho letto per sbaglio questa sera e mi diverti un sacco, io ho 10 anni d+ ma mi appassiona la tua linea dissacrante e metallica nell'affrontare le cose, un po mi assomigli, magari in modo diverso, ma ora ti domando, sei sicuro di arrivare a qualcosa con questa tua linea di tendenza, o è solo il dimostrare a te stesso che puoi vedere leggere e scrivere tutti da una diversa prospettiva?
RispondiEliminaCome diceva mio nonno meglio uno zappatore oggi che un fumatore di sigaro domani.... perchè il fumo nn necessariamente porta all'arrosto.