domenica 27 novembre 2011

1ª d'Avvento


È arrivata quasi senza che me ne accorgessi, quest'anno, la prima domenica di Avvento. Da bambino me la segnavo pure sul diario: Avvento vuol dire Natale, e Natale per me voleva dire Roma, nonni, zii e cugini. L'albero (το Χριστουγεννιάτικο δέντρο), su mia imposizione, in casa mia si addobbava sempre il pomeriggio della prima domenica di Avvento.

Nonostante ormai da diversi anni mio papà non venisse a Roma per trascorrere le feste con il resto della famiglia, poiché mia zia era anziana e lui non si fidava a lasciarla sola, questo sarà il primo Natale senza di lui. E in casa mia non ci saranno né presepe né albero. Pazienza: il presepe andrò ad ammirarlo in chiesa, e c'è un bellissimo enorme albero di fronte al Bo. In attesa di vedere quelli di piazza San Pietro.

Da anni mi ripromettevo di costruire una corona con le quattro candele, tre viola e una rosa - per la Dominica Gaudete, la terza. E anche quest'anno la corona compare solo qui, sul blog.

Due settimane fa, il brano del Vangelo era la famosa parabola dei talenti, e mai come adesso io provo solidarietà per il servo malvagio e infingardo, che nascose il talento per paura. Mi ha sempre inquietato, quella parabola: forse non l'ho mai capita, forse nessuno me l'ha mai spiegata come si deve, ma mi sono sempre domandato perché il padrone avesse dato somme diverse ai tre servi. Se sapesse già che uno dei tre non avrebbe fatto fruttare ciò che gli era stato affidato, e per quello gli avesse dato poco. (Per quanto un talento fosse comunque una somma considerevole.) Perché lo condanni per la sua paura.

E mi chiedo, soprattutto, se quel servo malvagio e infingardo sono io.

Canzone del giorno: Master Tempo ft. Κολέτσα - Πιο Καλά.

5 commenti:

  1. io il natale non lo amo, non amo fare l'albero, nè il presepe. infatti delego tutto a mia madre.

    per quanto riguarda la parabola dei talenti...è una delle mie preferite, e mi sono anch'io sempre soffermata su quel servo malvagio e infingardo, sulle sue paure che l'hanno bloccato e non gli hanno permesso di far fruttificare il suo talento...perchè in quel servo c'è un pò di noi...poi sul perchè il padrone ha dato 3 somme diverse...beh, è semplicemente il risvolto di quello che succede nella realtà, non tutti ricevono allo stesso modo, nè tanto meno danno!
    buon avvento!

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  2. madonna tra un mese è natale...che impressione!

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  3. Io oggi ho acceso la prima candela della corona d'Avvento. Adoro l'aria natalizia che si respira... anche se manca decisamente la neve che renderebbe il tutto più magico!

    Mi dispiace per il Natale senza tuo padre, sarà senz'altro diverso. Per me è già il settimo, ti capisco e ti abbraccio.

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  4. Albero e presepe li faccio tutti gli anni, anche se il presepe è 'semplificato', ossia in legno, di pochi pezzi, essenziale al massimo. Resta come simbolo più che come decorazione.

    Quanto alla parabola dei talenti ti riproporrei questa interpretazione. La lettura del brano non è psicologica, nel senso che il servo che aveva 1 talento non era un insicuro caratterialmente. Il concetto è quello dell'attesa in cui ci si dà da fare. Nascondendo il denaro il servo si è semplicemente sbarazzato dell'impegno, non ha voluto far lo sforzo di pensarci. Infatti non aveva neppure pensato a mettere la somma in banca, in quel modo senza far nulla avrebbe almeno guadagnato gli interessi sul capitale. Praticamente è l'atteggiamento di chi fa meno del minimo, di chi pensa che visto che il padrone è partito potrebbe pure non tornare e non lo aspetta affatto. Che lui avesse una somma più piccola non significava che era in disgrazia,al limite aveva meno responsabilità, poteva lanciarsi di più.
    Se il padrone poi sapesse dall'inizio come avrebbero gestito il denaro non saprei. C'è in ballo il libero arbitrio.
    Io intrerpreterei questa parabola quindi come uno stimolo a cogliere le occasioni per mettersi al lavoro, cominciando sempre dalle cose più piccole e 'basic'. anche Dio va per gradi, non chiede da subito di scalare l'Everest, se non hai mai fatto roccia all'inizio ti mette davanti un pendio ;)

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  5. @Michi: credo anche io che in quel servo ci sia un po' di tutti noi: forse l'indolenza più che la paura.

    @Isabel: :-)

    @Elisa: un abbraccio anche a te! Io stamattina ho dato disponibilità per fare i pacchetti alla Feltrinelli per il prossimo mercoledì mattina: l'anno scorso l'atmosfera era decisamente natalizia! :-)

    @la stanza: grazie per la tua interpretazione della parabola! Anche se non sono sicuro che Dio ti metta davanti un semplice pendio: anzi, spesso ti chiama alla prova nei momenti più impensati :-) E mi resta sempre un mistero quel "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso" ...

    Di seguito, in ogni caso, le parole di Papa Benedetto XVI a proposito della parabola dei talenti, prima dell'Angelus di due settimane fa:

    Quel servo, infatti, che ha tenuto nascosto il talento senza valorizzarlo, ha fatto male i suoi conti: si è comportato come se il suo padrone non dovesse più tornare, come se non ci fosse un giorno in cui gli avrebbe chiesto conto del suo operato. Con questa parabola, Gesù vuole insegnare ai discepoli ad usare bene i suoi doni: Dio chiama ogni uomo alla vita e gli consegna dei talenti, affidandogli nel contempo una missione da compiere. Sarebbe da stolti pensare che questi doni siano dovuti, così come rinunciare ad impiegarli sarebbe un venir meno allo scopo della propria esistenza.

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