Esistono delle regole identiche per qualsiasi Paese e per qualsiasi periodo.(Jacques Séguéla, pubblicitario, alla guida della campagna elettorale di François Mitterrand; citato in Destini incrociati del 30 settembre, su Radio 24.)
L'ultima regola, che riassume tutto, è che viene eletto l'uomo che riesce a raccontare al proprio popolo il pezzo di storia che desidera farsi raccontare in quell'istante preciso della sua storia; a patto di essere un eroe credibile. Ogni elezione è simile ad una drammatizzazione portata dalla stampa insieme alla pubblicità: se non si descrive una storia autentica, sincera e vera; se non suono la musica sociologica del momento, nella quale ognuno può riconoscersi, e sapere che l'uomo che ha davanti sarà l'uomo che domani creerà un mondo migliore per lui e per i suoi figli, non ci sono elezioni possibili.
- La prima regola è che si vota per l'uomo, e non per il partito: dunque, il partito deve accettare di mettere avanti l'uomo scelto.
- La seconda è che si vota per un'idea, e non per un'ideologia. Non si vota per la destra o per la sinistra: sono cose senza senso, oggi. Si vota per il progetto che porta l'uomo politico, e non per i programmi politici che lo sorreggono.
- La terza regola è che si vota sempre per il futuro, e mai per il passato. Gli uomini politici perdono tempo sui bilanci, difendendo il loro passato: non sanno immetterci verso il futuro, mostrandoci come sarà il domani.
Canzone del giorno: Mike Oldfield - Crime of Passion.
Decisamente d'accordo, non aggiungo altro.
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