venerdì 10 settembre 2010

Traduzioni e origami

A Luca Serianni, dalla sera in cui l'ho visto alla presentazione del saggio L'italiano; lezioni semiserie, assieme all'autore, devo l'abbandono di sé stesso senza l'accento su . Non ci avevo mai pensato prima, in effetti, ma perché mai il pronome dovrebbe perdere l'accento quando seguito da stesso, visto che, peraltro, la pronuncia non cambia (con la e chiusa, mi raccomando)?

Sul Corriere di ieri, l'articolo principale della sezione culturale - del quale trovate importanti stralci nella registrazione di Pagina 3 andata in onda la mattina sulla terza rete radiofonica Rai - riguardava l'ultimo saggio del linguista romano: L'ora di italiano; scuola e materie umanistiche. E scopro, leggendolo, che qualcuno ha proposto una "traduzione" , in italiano corrente, dei classici della letteratura; nel caso del Libro del Cortegiano di Baldassar Castiglione, la proposta era giunta perfino dalla voce autorevole di Amedeo Quondam. Ma ragazzi, senza scomodare l'Orlando Furioso raccontato da Calvino, o il recente Decameron riscritto da Aldo Busi, queste "traduzioni" esistono già da decenni: si chiamano bignami.

La lettura dell'articolo era interrotta, di tanto in tanto, dal tema musicale di Prison Break; ma Lincoln Burrows è al sicuro, ormai. Qualche cervellone di Rai Edu ha ben pensato di usare la musica di Ramin Djawadi - nonché, in uno stacco, perfino l'origami a forma di cigno, simbolo dello show - in uno speciale su Michele Sindona. Lo stesso speciale in cui Giulio Andreotti dice che i quattro colpi di pistola che lo uccisero, Giorgio Ambrosoli "se li andava cercando" . Direi che per oggi può bastare.

Canzone del giorno: Daughtry - Home.

4 commenti:

  1. Credo che la spiegazione sia che si aggiunge l'accento al pronome per distinguerlo dalla congiunzione "se", ma se il pronome è seguito da "stesso" non c'è più bisogno di accentarlo. Ciao!

    RispondiElimina
  2. Sì, avevo pensato anche io a una spiegazione del genere, ma, per dire, anche nell'espressione "tra sé" si capisce subito che è il pronome e non la congiunzione... Misteri delle regole!

    RispondiElimina
  3. riassumendo molto (anche se la regola è quella che ha detto Ornella - unita al fatto che la lingua italiana tende, come è noto, ad abolire là dove si può accenti e segni diacritici ridondanti, nonché agglomerati lessicali spurii), si può dire che, poiché sé (accentato) significa "se stesso", nel momento in cui dico "se stesso", non metto l'accento (che creerebbe, a rigor di logica e regola, un paradossale: se stesso stesso); questo a prescindere dal fatto che il pronome se si possa interpretare inequivocabilmente come tale anche da solo in altri contesti sintattici.

    RispondiElimina