A Luca Serianni, dalla sera in cui l'ho visto alla presentazione del saggio L'italiano; lezioni semiserie, assieme all'autore, devo l'abbandono di sé stesso senza l'accento su sé. Non ci avevo mai pensato prima, in effetti, ma perché mai il sé pronome dovrebbe perdere l'accento quando seguito da stesso, visto che, peraltro, la pronuncia non cambia (con la e chiusa, mi raccomando)?
Sul Corriere di ieri, l'articolo principale della sezione culturale - del quale trovate importanti stralci nella registrazione di Pagina 3 andata in onda la mattina sulla terza rete radiofonica Rai - riguardava l'ultimo saggio del linguista romano: L'ora di italiano; scuola e materie umanistiche. E scopro, leggendolo, che qualcuno ha proposto una "traduzione" , in italiano corrente, dei classici della letteratura; nel caso del Libro del Cortegiano di Baldassar Castiglione, la proposta era giunta perfino dalla voce autorevole di Amedeo Quondam. Ma ragazzi, senza scomodare l'Orlando Furioso raccontato da Calvino, o il recente Decameron riscritto da Aldo Busi, queste "traduzioni" esistono già da decenni: si chiamano bignami.
La lettura dell'articolo era interrotta, di tanto in tanto, dal tema musicale di Prison Break; ma Lincoln Burrows è al sicuro, ormai. Qualche cervellone di Rai Edu ha ben pensato di usare la musica di Ramin Djawadi - nonché, in uno stacco, perfino l'origami a forma di cigno, simbolo dello show - in uno speciale su Michele Sindona. Lo stesso speciale in cui Giulio Andreotti dice che i quattro colpi di pistola che lo uccisero, Giorgio Ambrosoli "se li andava cercando" . Direi che per oggi può bastare.
Canzone del giorno: Daughtry - Home.
Credo che la spiegazione sia che si aggiunge l'accento al pronome per distinguerlo dalla congiunzione "se", ma se il pronome è seguito da "stesso" non c'è più bisogno di accentarlo. Ciao!
RispondiEliminaSì, avevo pensato anche io a una spiegazione del genere, ma, per dire, anche nell'espressione "tra sé" si capisce subito che è il pronome e non la congiunzione... Misteri delle regole!
RispondiEliminariassumendo molto (anche se la regola è quella che ha detto Ornella - unita al fatto che la lingua italiana tende, come è noto, ad abolire là dove si può accenti e segni diacritici ridondanti, nonché agglomerati lessicali spurii), si può dire che, poiché sé (accentato) significa "se stesso", nel momento in cui dico "se stesso", non metto l'accento (che creerebbe, a rigor di logica e regola, un paradossale: se stesso stesso); questo a prescindere dal fatto che il pronome se si possa interpretare inequivocabilmente come tale anche da solo in altri contesti sintattici.
RispondiEliminadhr
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