giovedì 16 settembre 2010

Notte di sconforto

Questa è una notte di sconforto in cui vorrei urlare fino a perdere la voce. Mi sento in colpa per tutto, per tutte le scelte che ho fatto e che continuo a fare. Avrei dovuto ascoltare i miei, e non lasciare ingegneria alla fine del primo anno. Ora forse sarei calvo e sfigatissimo, ma almeno probabilmente avrei un lavoro. Mi sento in colpa per avere il curriculum semivuoto, per essere stato viziatissimo dalla mia famiglia durante gli anni dell'università e non aver a lungo cercato un'indipendenza economica, anche solo con impieghi temporanei. Il mio sogno è diventare insegnante di scuola: sono in graduatoria da un anno, ma nel 2009/2010 non ho ricevuto neanche lo straccio di una chiamata. Anche lì, perché ho scelto male le scuole. Ora, non si sa quando partirà il tirocinio abilitante: si parla di un anno. Nel frattempo, preparo l'esame di dottorato: e non ditemi che in Italia non c'è futuro, che dovrei andare all'estero. Non ho voglia di andare all'estero, almeno per quest'anno. Ho impiegato anni per sentirmi a casa dove mi trovo ora, come avevo impiegato anni per sentirmi a casa nella mia città natale, quando andavo al liceo; e quando dovetti lasciare il liceo, passai anni a rimpiangerlo. Sono stati tra gli anni peggiori della mia vita e non intendo riviverli più. Meno male che ancora la mia famiglia c'è, e molti libri da leggere.

Canzone del giorno: Editors - The Boxer.

9 commenti:

  1. Mio carissimo Marco, ti parlo da insegnante, felicemente in pensione dopo aver dato l'anima agli amatissimi alunni, e da madre. Sei ancora molto giovane, ma la realtà la devi guardare in faccia: entrare nella scuola oggi è diventato forse più difficile che vincere al "win for life"! Ed anche quando riesci ad entrarci, lo è per qualche saltuaria, oltre che rarissima, supplenza. Guarda Fabio, abilitato e con un lunghissimo curriculum, ha oltrepassato da un po' i 40 anni e si ritrova ad avere le palpitazioni ogni anno per avere un incarico ( l'anno scorso s'è dovuto persino adattare ad insegnare in una scuola elementare, lui che è degno di una cattedra universitaria!)! Pensa che io sono andata in pensione a 57 anni con 37 di servizio ( compreso il riscatto degli anni universitari). Ma io ho iniziato ad insegnare a 23 anni, due settimane dopo aver conseguito la laurea! Oggi non è più così, si diventa vecchi ed ancora si sta lì ad elemosinare qualche giorno di supplenza. E' questa le realtà, tesoro mio, e o ti prepari psicologicamente a tutto ciò o è meglio che ti indirizzi verso un altro settore. L'unica possibiltà che forse potresti avere è tentare, se qualcuno in famiglia ha le conoscenze giuste, di inserirti in qualche scuola privata, soprattutto quelle gestite dai religiosi, avendo loro più le mani libere nelle assunzioni. Ti darebbero 2 euro in mano ( perchè sono sciacalli che approfittano della disperazione altrui) ma almeno faresti il punteggio, e tutto questo per anni, anni ed anni. Oppure, e sarebbe la cosa forse più fattibile, dovresti organizzarti con colleghi di varie discipline ed insieme offrire lezioni private pomeridiane ai ragazzi in difficoltà. Lo so, sarebbe un surrogato, ma almeno cominceresti a guadagnare qualcosa facendo ciò che più ti piace: insegnare!

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  2. Mi dispiace, Marco, per questo tuo sconforto. Non so che dirti. Non sono brava a consolare. Ti posso dire che la notte quando non si riesce a dormire tutto sembra più nero. Riguardo all'insegnamento, credo che Ornella abbia ragione, purtroppo.
    Mi colpisce quando scrivi che sei stato viziatissimo dalla tua famiglia. Temo che tutti noi genitori sbagliamo quando cerchiamo di proteggere i nostri figli dalla dura realtà che li attende fino al momento in cui, per forza di cose, ci sbattono contro.
    Riguardo a fare lavoretti io insisto tanto con il mio grande (17 anni) e lui in teoria sarebbe anche d'accordo ma certo se non si dà da fare per vincere pigrizia e timidezza non può pretendere che gli suonino alla porta per cercarlo.
    Non lo dico rivolta a te per non farti arrabbiare ma io, fossi giovane, all'estero ci andrei anche solo per un periodo e lo dico anche ai miei figli consapevole che in tal modo li vedrei poco e male.
    Coraggio!

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  3. tieni duro, e punta alla borsa: son sempre tre anni di stipendio e con contributo inps per studiare quello che ti piace (e compatibili con le supplenze eventuali).
    in bocca a lupo!

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  4. Marchino, ti 'lascio' per un po' e ti ritrovo così??
    Mannaggia.

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  5. non mollare... non l'hai fatto fino adesso e perchè dovresti lasciare proprio ora?

    son sicura che se ci pensi bene ci sono stati altri periodi di cacca e alla fine li hai superati...

    ...e poi non ti puoi fare incoraggiare su cose legate all'università da me in questo momento... è profondamente scorretto ^_^

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  6. ...io capisco che tu non voglia emigrare, ma rifletti, vivi in un paese dove la gelmini è ministro dell'istruzione e tu devi lesinare un posto da insegnate...ecco potresti dare due ripetizioni alle gelmini. grazie per shakespeare.

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  7. Marco forza, lascia stare lo sconforto...sei giovane e una via d'uscita la troverai.
    Parla con i tuoi genitori.

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  8. Vedo che tutti gli amici ti confortano con sagge parole.
    Io ti regalo una citazione di P.Anthony Bloom: "Ogni crisi è una crescita".
    Ciao!

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  9. grazie a tutte di cuore davvero, e crepi il lupo :-)
    e bentornata Michela!

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