Sul quotidiano gratuito Metro di oggi, l'opinione è quella di Mariano Sabatini, e il titolo del suo editoriale è Nessuno provi a toccare la satira.
Ok che a tenere banco, in questi giorni, è la polemica sollevata dal Vaticano sulle caricature di Benedetto XVI e del suo segretario Georg Gänswein ad opera, rispettivamente, di Maurizio Crozza e di Fiorello. Ma, visto che si parla di satira, mi sarei aspettato quantomeno una menzione, per non dire una parola di solidarietà, verso Daniele Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi e tutti gli altri attori di satira epurati dalla televisione durante il quinquennio berlusconiano - e non ancora reintegrati, per giunta.
E invece nulla. L'unica responsabile della censura, secondo il signor Sabatini, è la Chiesa cattolica. Il vizio della censura ritorna con Potter, aveva titolato il medesimo giornalista l'anno scorso, quando, a due giorni dall'uscita del sesto volume della saga di J. K. Rowling, qualcuno aveva tirato fuori un carteggio, vecchio di due anni, tra l'allora cardinale Ratzinger e la critica letteraria tedesca Gabriele Kuby, autrice di Harry Potter: bene o male? Il futuro Papa approvava la condanna alle "subdole seduzioni" delle storie di magia.
È un'opinione. Che io non condivido. Così come non penso debbano essere posti dei "paletti" alla satira sul Papa o su altre figure religiose. Ma che coloro che sono oggetto di questa satira possano dire la loro, beh, anche questo è un sacrosanto diritto. Altrimenti ditelo chiaro e tondo: la libertà di espressione è ingerenza quando chi la esercita indossa una tonaca.
Nessun commento:
Posta un commento