Enzo Jannacci non appartiene propriamente alla mia generazione. A parte Vengo anch'io. No, tu no, lo ricordo a Sanremo del 1994 con I soliti accordi (con Paolo Rossi) e, nove anni prima, in una raccolta di canzoni dell'estate in cui figurava L'importante è esagerare. Ma già allora si trattava del bagliore residuo dopo il lampo.
Scoprii la sua canzone più famosa quando uscì, con Repubblica, la raccolta L'Italia del rock, che mio papà comprò.
... che sempre allegri bisogna stare,
ché il nostro piangere fa male al re,
fa male al ricco e al cardinale:
diventan tristi se noi piangiam!
Ah, be'!
Questa canzone mi ricorda l'infanzia, non so perché dato che Jannacci le volte che l'avrò sentito si possono contare sulla punta delle dita...
RispondiEliminaanche a me ricorda i pomeriggi in auto col Paparotto Gigiotto a canticchiare...
RispondiEliminane ricordo la versione fata in tv con cochi e renato... l'ultima frase mi ha sempre fatto impazzire.
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