Poco meno di un anno fa, quando uscì La versione di Barney e Andrea ancora non l'aveva visto, gli consigliai di leggere il romanzo. Lui mi rispose che raramente leggeva; e il suo collega, dietro il bancone, mi mostrò un volumetto che aveva ricevuto in regalo per Natale, precisando che non l'avrebbe mai aperto, non perché non fosse interessante o troppo lungo (erano neanche 150 pagine), ma proprio perché lui non legge mai.
Avevo già deposto l'abitudine di partire con il predicozzo sull'analfabetismo di ritorno, ma solo per un senso di inferiorità nei confronti dei miei colleghi/coetanei/familiari in procinto di trasferirsi/sposarsi/figliare. Perché io non volevo saperne di spostarmi e avevo giusto appena aperto il mio primo conto corrente. Però avevo sempre un libro in mano.
Prima che la campanella del sei grande, non hai più 20 anni suonasse, avevo sempre rimproverato anche chi affermava di non avere tempo per leggere. Ribattevo che era una scusa, che in realtà non era il tempo a mancare ma la voglia, e il resto lo sapete perché l'avete detto anche voi (vero che l'avete detto anche voi?).
Probabilmente, ancora adesso l'aria da non leggo e me ne vanto del collega di Andrea mi darebbe fastidio, nondimeno, quest'anno la mancanza di tempo - e di voglia, sì - per leggere l'ho sperimentata su di me.
Negli ultimi mesi ero costantemente in ansia per gli esami del dottorato. Finivo spesso a notte inoltrata, e quando non restavo in ufficio a lavorare, la sera ero o fuori con i miei amici, o a fare tandem, o agli incontri tra studenti italiani e stranieri, o alle prove di teatro. Da quando papà se n'è andato, voglio stare il meno possibile da solo, anche se la compagnia è solo un'eccezione alla solitudine.
Giunto a letto, avevo giusto quei 30 secondi di lucidità per mettere la sveglia. Di leggere prima di dormire - un'abitudine che credevo immutabile - non se ne parlava. In treno - che prendo molto più di rado - già a 100 m dalla partenza la palpebra è caduta: esclusi anche i mezzi pubblici. Ma soprattutto, non avevo la serenità per aprire un romanzo e dimenticarmi di tutto ciò che non gli appartiene. Preferivo accendere il televisore, ebbene sì.
Solo in queste vacanze, in cui riassaporo il piacere di svegliarmi tardi senza sensi di colpa, riscopro anche il piacere di leggere. Prima con Zia Antonia sapeva di menta, l'ultima opera di Andrea Vitali, regalatomi dagli amici della mia ragazza; poi con Mondo senza fine, il seguito dei Pilastri della terra: ahhh, che bello appassionarsi già alle prime 50 pagine sapendo che ne restano ancora più di 1000!
Ricevuta la conferma ufficiale che l'anno prossimo sarò ancora dottorando, nel 2012 avrò sicuramente meno l'acqua alla gola - quantomeno, non tutti i giorni per tre mesi. Quindi, si tornerà a leggere. Ma se dovessi nuovamente dire che il poco tempo per leggere è una scusa, vi prego: bruciatemi la lingua.
Si conclude così il 2011 anche per Senza traccia: 131 post quest'anno. Non male, considerato che a marzo, quando l'ho cambiato d'abito, il mio obiettivo era arrivare alle tre cifre.
Buon anno a tutti, amici lettori: a rileggerci a gennaio!
Canzoni di fine anno: Airborne Toxic Event - Changing; Broken Bells - The High Road; Ganglians - Sleep; The Shins - New Slang; The Naked and Famous - Bells.