Nel momento in cui scrivo questo post, la pagina di Facebook Un milione di fan per portare Starbucks in Italia, creato appena 10 giorni fa, conta 123.181 fans.
Io sono uno dei 123.181. Merito - lo ammetto - di anni di film e telefilm americani, nonché del Diario di Bridget Jones, dove per la prima volta sentii nominare la famosa catena di locali.
Presi il mio primo Frappuccino - e costrinsi anche la mia amica Lucia a prendersi il suo! - a Parigi, un anno e mezzo fa: lì comprai anche la tazza bianca con il logo della sirena, e da allora tè e caffellatte li bevo sempre con quella.
Lo scorso dicembre, in cinque giorni a Madrid, ci andai tre volte, e comprai anche la tazzina da caffè, rossa con le stelline, natalizia.
Ora, non è perché amo questi locali e vorrei poter bere un Caramel Macchiato o mangiare una Carrot Cake anche qui, ma non sopporto più chi non trova di meglio che iscriversi alla pagina Facebook solo per ricordarci che l'Italia è il Paese del caffè, che noi italiani non berremo mai quella brodaglia, che a noi piace Starbucks perché è una moda e che ci siamo venduti alle multinazionali.
Dirò una grossa eresia: io preferisco di gran lunga le bevande di Starbucks al caffè espresso, se devo prenderlo al bar. Per me è inconcepibile entrare, bere il caffè, dopo un minuto pagare i 90 centesimi e uscire. Soffocato, nel frattempo, da decine di persone al banco quando ho pure addosso un giaccone pesante. Colazione e merenda sono un piacere: io voglio sedermi, bere con calma la mia bevanda, mangiare con calma la mia brioche e leggere il mio giornale. La tazzina di caffè, per quanto buono, mi finisce subito: non c'è neanche gusto a restare.
Non dico che questo sia possibile solo in uno Starbucks: da tanti locali nostrani esco più che soddisfatto. Ma l'atmosfera di uno Starbucks è unica. E poi sì, sogno di andare anch'io in giro con il bicchierone come per le strade di New York: è un reato anche sognare, adesso?
Chissà se tra i luddisti facebookiani dell'espresso - dimentichi che, se mai Starbucks giungesse qui, nessuno obbligherebbe loro ad entrarci - c'è qualcuno che intasa le bacheche degli amici con decine di link piagnucolanti la mancanza di libertà in Italia. L'amore per la libertà si vede anche in un caffè, anzi, forse lì per primo.
Canzone del giorno: Arctic Monkeys - The View From The Afternoon.
bravo!
RispondiEliminaInnanzitutto, ottimo intervento :)
RispondiEliminaSono arrivato qui tramite il gruppo di facebook da te citato all'inizio del tuo post e sono assolutamente d'accordo con te. Il fatto è che comunque c'e' ancora una certa chiusura mentale nel nostro paese, anche tra i giovani, e sommata all'orgoglio il risultato è quello da te citato: chi fa delle scelte diverse (in particolar modo in questo caso) viene etichettato come venduto all'istante. C'e' anche un'altra cosa piuttosto buffa: si parla di "esperienza unica nel tipico bar Mario sotto casa" o che si "stringe un rapporto di fiducia col barista" e così via... tutte boiate. Forse questo accadeva prima ma in quasi 10 anni che vivo fuori dalla mia cittadina natale niente di tutto questo è mai successo. L'esperienza unica sono i 10 secondi del caffè bevuto in piedi tra una folla di gente al bancone che ti urla nelle orecchie e il rapporto con il barista è quando si paga, si prende lo scontrino e si saluta.
Il nostro caffè è ottimo, nessuno vuole negarlo così come nessuno vuole imporre un monopolio Starbucks in Italia, ma forse è meglio se si smettesse con questa chiusura mentale / orgoglio eccessivo e ci si aprisse ad un pò più di varietà, senza etichettare nessuno come spesso sappiamo fare bene o trovare patetiche scuse confezionate con un pò di falso attaccamento ai valori per sostenere le proprie idee.
Mi scuso per il commento lungo e scritto di getto, spero di non esser stato eccessivamente noioso :)
god burn america!
RispondiEliminaAdoro Starbucks!!
RispondiEliminapollo
RispondiEliminaIo adoro il caffè italiano, le sporadiche volte che vado all'estero è una delle cose che più mi manca..
RispondiEliminaMa al contempo adoro Starbucks, per quell'aria di America che si respira, per i suoi muffin, per l'espresso che, per avere proprio corto corto "all'italiana" devi fare il segno con pollice e indice tenuti a due cm di distanza.. ..ben venga quindi anche qui da noi la possibilità di godersi il proprio "caffè da passeggio".. :)
L'ho scritto sul post di Starbucks! Anch'io non sopporto di bere un sorso di caffè alla velocità della luce, sgomitando per zuccherarlo. Mi piace sorseggiare il caffè, ma pare che ormai sia una pratica obsoleta.... Meglio la tazzona di plastica, così me la porto al parco, su una panchina e me lo godo!!!!
RispondiEliminaBravissimo :D
RispondiEliminaa nome di tutti noi americani , grazie! Finalmente un'italiano che ama i nostri caffè... "God bless Marco!"
RispondiEliminaGreta revive da facebook.
Penso che in generale noi italiani non siamo in grado di apprezzare quel tipo di locali, abbiamo una radicata tradizione di caffè secondo determinati standard a cui non ci va di rinunciare.
RispondiEliminaConcordo sul fatto che il caffè in piedi alla svelta non è un buon modo di gustarsi un caffè.
sinceramente penso che starbucks in Italia difficilmente ci metterà piede.... anche il loro marketing (mi sembra di ricordare un articolo su un giornale) c'ha rinunciato perchè reputa il caffè italiano "unbeatable"....
RispondiEliminabeh ma ci si può anche sedere al bar!
RispondiEliminaa me questi beveroni convincono poco.. non credo che anche ci fosse ci andrei!
@Kylie: chi è legato alla tradizione continuerà ad andare al "bar sotto casa" (che poi veramente fa sempre il caffè così buono?). Vedere gente che esce dalla Bottega del Caffè Dersut (ottima catena, peraltro) con il bicchiere da asporto, ed entrare da Arnold, quando passo per Milano, mi fa pensare che la situazione sia assai cambiata, rispetto anche solo a 10 anni fa.
RispondiElimina@Fabio: secondo me quella era una scusa; il punto è che, essendo Starbucks ispirato ai bar italiani, se fallisse in Italia sarebbe un colpo durissimo alla sua immagine. Se vorrà aprire in Italia lo farà solo a botta sicura.
@Federica: non sempre ci si può sedere, e non sempre non ti rompono le scatole quando rimani seduto dopo aver finito di consumare...
@anonimi: grazie a tutti, anche a chi si augura un incendio dell'America e a chi si augura di mangiarmi allo spiedo. Ci vediamo da Starbucks!