Mettere in scena uno spettacolo ispirato alla Bibbia è forse una delle imprese più difficili: enorme è il rischio di finire nel triste calderone dello scontato, se non dello stucchevole.
I realizzatori di Kairòs sono riusciti nell'impresa nel migliore dei modi. L'atmosfera è quella delle grandi produzioni: via Asolo, per tre sere (e per ogni replica che seguirà), è una piccola Broadway.
Quando Massimo Salasnich, vicepresidente dell'associazione Piccolo Teatro, annunciò che le musiche erano state scelte tra il repertorio pop-rock cristiano australiano, subito mi vennero in mente i Virgin Black, gruppo doom-metal cristiano di Adelaide. In effetti, vista l'ambientazione, un Requiem, Kyrie come inizio non avrebbe stonato; ma forse avrebbe troppo dominato la scena, mettendo in secondo piano le toccanti scene che vedono protagonisti Maria e i discepoli di Gesù.
Di tutti costoro, in particolare, è messo in evidenza il lato umano; nonostante l'attaccamento al Maestro, tutti sono straziati dal dolore; inizialmente non nominano nemmeno la profezia della sua risurrezione, e anche quando la nominano non appaiono così convinti.
Inoltre, tali personaggi sono ben differenziati: la diversità più lampante è quella di Simone e Pietro, ma non è l'unica.
Non mancano poi, come gli intermezzi nelle opere liriche, i momenti leggeri. Già ho nominato Vinicio e Tanit: se la seconda ci regala le risate in apertura di secondo atto, il primo è in qualche modo colui che accompagna le successive conversioni.
Conversioni che anch'esse sono realisticamente rese. Se pure l'evangelista Matteo scrive: Il centurione (Longino, ndr) e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!" , è chiaro che la conversione non è un processo improvviso, ma il risultato di un cammino. E così, per esempio, è rappresentata la conversione di Longino: si può notare un debole richiamo a quella dell'Innominato manzoniano.
I pezzi più spettacolari sono sicuramente le canzoni. Cantate dal vivo, per giunta! Se le coreografie sono curate da Lucia Carnevale, le musiche originali sono tratte dalla collezione della Hillsong Church di Sydney; i ragazzi hanno composto i testi italiani. Tranne un paio di casi, in cui effettivamente l'effetto-oratorio stava per uscire, la scelta risulta un sorprendente connubio tra messaggio cristiano e sonorità rock.
L'unico appunto che mi sento di fare, in tale ambito, riguarda il brano finale: se tutti i testi erano in italiano - ad eccezione di Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum - perché Jesus all'inglese, e non, per dire, alla latina?
Ma questo è solo un dettaglio. Spero che molti verranno alle repliche del 31 gennaio e del 1º febbraio, e che lo spettacolo abbia la più ampia diffusione possibile. Sto già immaginando se mai - o meglio, come posso fare per - farlo arrivare qui a Vittorio Veneto o nei dintorni!
Jesus, vita e verità, è per tutti noi, cammineremo insieme...
ciao!! sono Giada Zanella una delle ballerine del musical..sono contenta che ti sia piaciuto!! ieri prima dello spettacolo non si è parlato d'altro che del tuo riassunto e stasera si parlerà dei tuoi commenti, per fortuna positivi! siamo tutti curiosi di sapere chi è questo ragazzo che parla così bene di noi! ah la Justine è lusingata :-) ciao! spero ci rivedremo ad una possibile replica dalle tue parti!
RispondiEliminasiamo stati anche noi a vedere questo magnifico spettacolo. Grazie al CD che abbiamo acquistato stiamo imparando già tutte le canzoni a memoria!! E' stata veramente una bella esperienza, facciamo i complimenti a tutti davanti e dietro le "quinte" un particolare saluto a PILATO in arte Andrea Munegato... sei bravissimo e ti vogliamo bene... i frassoni
RispondiElimina