Era solo questione di tempo, prima che la lingua tedesca arrivasse anche nei miei sogni.
Ero a lezione all'università, ed ero sereno: sapevo di aver già finito gli esami - e quindi che ci facevo lì?
A un certo punto la mia compagna di banco - che è stata la mia compagna di banco in prima liceo, ma che ha fatto ingegneria... e si ripresenta la domanda: che ci facev(am)o lì? - mi chiede quale grandezza indicasse una lettera di una formula scritta dal professore alla lavagna.
Io le do la risposta, lei commenta "ma di solito quella lettera rappresenta..." e io ricordo una scena simile accaduta (veramente) con il professor L., che aveva aggiunto "ma lei ha mai visto due fisici usare la stessa notazione?"
Il professore, vedendo noi chiacchierare, si interrompe e ci chiede se avessimo dubbi. Io gli riassumo la questione, e lui appena sente il nome di L. ha un moto di soggezione: "sì... ora non è perché io debba fare come il professor L., ma questa cosa succede weiter spesso." (Almeno, mi è sembrato di capire weiter. Ah, piccolo dettaglio: il professor L. è altoatesino.)
Il professore vede sconcerto negli occhi degli studenti, e prosegue: "Spero che tutti conosciate il tedesco!"
E io: "Lo studio solo da un mese e mezzo!" (Non ho avuto il coraggio di dirlo in tedesco, sebbene sia una frase che abbiamo visto a lezione, perché non so come si dica un mese e mezzo.)
Il professore mi fa un cenno di approvazione, e io continuo: "La nostra insegnante, anzi la Lehrerin..."
Lui mi interrompe: "Come l'hai pronunciato?"
Io ripeto la parola mangiandomi un po' la i in fondo.
Lui: "Si dice leirerin!"
Io: "dicevo: quando uno di noi ha finito di pronunciare una frase, per farlo proseguire dice weiter, weiter..."
Il professore cerca di correggermi anche la pronuncia di weiter ma in quel momento il sogno si interrompe.
Ho perso l'occasione di una lezione gratis. Peccato che Lehrerin l'avessi pronunciato giusto io.
Canzone del giorno: Christophe Maé - Mon p'tit gars.
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