"Inspirate bene... duuuuu!!!!"
Alzi la mano chi non ricorda il flauto dolce delle medie!
Ebbene, stando al nuovo programma di educazione musicale della scuola francese, questo approccio non può implicare una pratica musicale sviluppata per sé stessa e inserita nella durata del tempo scolastico. In poche parole, fuori la flûte à bec dalle aule.
Non saprei, sinceramente, cosa commentare; non mi intendo di educazione musicale. Le sue due ore settimanali erano uno dei pochissimi momenti felici, che io ricordi, della scuola media; dopo il colpo di fulmine all'ascolto dell'ouverture del Barbiere di Siviglia, divorai il libro di testo - di cui era richiesto un decimo, se non meno - e i dischi di mio papà. Con lo strumento più facile da suonare (parola di Severino Gazzelloni) ebbi a che fare dall'anno successivo, e mi ci divertii moltissimo, anche se dopo un po' quelle melodie semplificate mi stavano strette, e mi divertivo di più a strimpellare il pianoforte di casa; uno dei miei più grossi rimpianti - che spero un giorno, in questa vita, non sia più tale - è non aver mai imparato a suonare uno strumento.
E voi? Che rapporto avete avuto con il mitico aggeggio di plastica che appena ci soffi un pelo più forte pare l'allarme antincendio?
(La notizia, comparsa su Le Monde di due sabati fa, è ripresa dal Sole-24 Ore di oggi. L'articolista conclude così: speriamo solo che non si ripieghi sul clavicembalo o sulla meravigliosa armonica a bicchieri. Be', sul clavicembalo dissento energicamente ;-))
domenica 29 giugno 2008
giovedì 26 giugno 2008
Io faccio come mi pare
Questo intervento segue da una discussione con Meriggio, che nel suo penultimo post ha rilanciato un editoriale di Paola Mastrocola comparso su La Stampa tre giorni fa.
A differenza degli altri frequentatori del blog, ho trovato tali parole di una banalità disarmante; la scrittrice - non nuova a queste trovate - mescola cose che c'entrano poco o niente per giungere ai più triti luoghi comuni.
La proprietaria del blog mi invita a rileggere l'articolo con meno pregiudizi. È ciò che faccio. E non cambio idea.
L'estate è una stagione strana: gli autobus si dimezzano; gli universitari boccheggiano nelle aule studio o sui gradini esterni; impariamo geografia con il Tour de France e gli altri eventi sportivi; fino a pochi anni fa al cinema uscivano solo horror di serie B; i talk show aggiungono il nome della stagione al titolo; a ora di pranzo torna La signora in giallo. Ma soprattutto non piove ogni due per tre, le cicale friniscono, i temporali sono momenti di tregua dell'afa; c'è voglia di mare, di bagni al largo, di vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni.
Ecco: a tale spinta distensiva, la reazione può essere di due tipi. Chi reagisce nel modo A - la maggioranza - la asseconda; chi reagisce nel modo B non se ne capacita, e non vede l'ora che torni settembre.
Chi di mestiere fa l'opinionista è praticamente costretto a reagire nel modo B: mica può parlare di colline in fiore, neh? c'è pure Berlusconi al governo, non sia mai che esista qualcosa di bello. E non potendo fare l'indignato di fronte alla gazzarra di Porta a porta - molto semplicemente, perché Vespa & C. sono sostituiti (alleluja!) da film e telefilm - ecco che si trasforma in moralizzatore della spiaggia.
L'anno scorso il compito è toccato a Giorgio Bocca (Un'altra estate da cretinismo generale); quest'anno è la volta dell'autrice di Una barca nel bosco. In condizioni normali, un articolo che si intitola L'epoca del "fai come ti pare" l'avrei infilato in tempo zero sotto la voce nihil sub sole novum, ma visto che mi viene chiesto, partiamo.
Inoltre, non dimentichiamo che l'età in cui non ci si poteva presentare senza un bottone era anche l'età in cui ti guardavano male se non andavi a Messa. E questo non so se farebbe altrettanto piacere.
Tornando seri: io quando vado in spiaggia così come a un matrimonio mi vesto trovando il giusto compromesso tra il mio modo di essere e il luogo in cui mi trovo; ma soprattutto come io mi sento bene, con me stesso e con le persone che mi stanno intorno. Non certamente come piace ad Armani o Mastrocola. Se non reco danno ad alcuno, Armani, Mastrocola, Bocca e compagnia cantante sono pregati di non rompere.
Un po' di formalità in meno, oltretutto, potrebbe anche essere utile all'ambiente, tanto caro ai moralizzatori: un abbigliamento più leggero implica la possibilità di abbassare l'aria condizionata, e meno aria condizionata implica meno riscaldamento, se non del pianeta, almeno dell'area circostante l'edificio.
Musica del giorno: Antonio Vivaldi - Concerto per liuto, 2 violini e basso continuo (RV 93).
A differenza degli altri frequentatori del blog, ho trovato tali parole di una banalità disarmante; la scrittrice - non nuova a queste trovate - mescola cose che c'entrano poco o niente per giungere ai più triti luoghi comuni.
La proprietaria del blog mi invita a rileggere l'articolo con meno pregiudizi. È ciò che faccio. E non cambio idea.
L'estate è una stagione strana: gli autobus si dimezzano; gli universitari boccheggiano nelle aule studio o sui gradini esterni; impariamo geografia con il Tour de France e gli altri eventi sportivi; fino a pochi anni fa al cinema uscivano solo horror di serie B; i talk show aggiungono il nome della stagione al titolo; a ora di pranzo torna La signora in giallo. Ma soprattutto non piove ogni due per tre, le cicale friniscono, i temporali sono momenti di tregua dell'afa; c'è voglia di mare, di bagni al largo, di vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni.
Ecco: a tale spinta distensiva, la reazione può essere di due tipi. Chi reagisce nel modo A - la maggioranza - la asseconda; chi reagisce nel modo B non se ne capacita, e non vede l'ora che torni settembre.
Chi di mestiere fa l'opinionista è praticamente costretto a reagire nel modo B: mica può parlare di colline in fiore, neh? c'è pure Berlusconi al governo, non sia mai che esista qualcosa di bello. E non potendo fare l'indignato di fronte alla gazzarra di Porta a porta - molto semplicemente, perché Vespa & C. sono sostituiti (alleluja!) da film e telefilm - ecco che si trasforma in moralizzatore della spiaggia.
L'anno scorso il compito è toccato a Giorgio Bocca (Un'altra estate da cretinismo generale); quest'anno è la volta dell'autrice di Una barca nel bosco. In condizioni normali, un articolo che si intitola L'epoca del "fai come ti pare" l'avrei infilato in tempo zero sotto la voce nihil sub sole novum, ma visto che mi viene chiesto, partiamo.
Mia madre, se mi vedeva la giacca senza un bottone, non mi faceva uscire di casa. Non ti puoi presentare da nessuna parte se ti manca un bottone, mi diceva. Oggi il grande Armani passeggia per Milano e si dice inorridito da come ci vestiamo.Pat pat per l'inorridito vip. Cara Paola, io sono cresciuto con una zia che la pensa esattamente come tua madre. Non solo andare a comprare il pane, ma pure portare fuori la spazzatura o aprire al letturista dell'Enel è vietato se non si è a posto. E sono ben felice di vivere in una decade dove nessuno mi etichetta se mi salta un bottone e non ho tempo di fare un salto a casa a ricucirlo.
Inoltre, non dimentichiamo che l'età in cui non ci si poteva presentare senza un bottone era anche l'età in cui ti guardavano male se non andavi a Messa. E questo non so se farebbe altrettanto piacere.
Basta andare al mare una domenica. Vediamo uomini a torso nudo che trascinano i piedi dentro zoccoloni di plastica e zampettano al ristorante senza nemmeno pulirsi dalla sabbia; e donne fasciate alla bell’e meglio da tendaggi umidicci e stinti che chiamiamo esoticamente pareo. Prendiamo a pretesto il sole, il caldo, la vacanza; per giustificare tutti gli zoccoli e i pareo che ci pare, usiamo come armi affilate le parole: comodo, informale, pratico. In realtà è che non abbiamo più voglia di impegnarci, di fare fatica, di mettere energia nemmeno a scegliere un vestito elegante con i sandali in pelle. Abbiamo barattato l’eleganza con una pseudo libertà, che invece ci abbrutisce e ci degrada.Come direbbero i Flaminio Maphia: e sta' tranquilla... rilassate, chica, ché a sta' così tesa fai 'na doppia fatica. (Ancora mia zia: quando vedeva Diego Maradona in televisione, non faceva altro che ripetere: "Ieeeehhh! Col 'recìn!" - in italiano "con l'orecchino!")
Tornando seri: io quando vado in spiaggia così come a un matrimonio mi vesto trovando il giusto compromesso tra il mio modo di essere e il luogo in cui mi trovo; ma soprattutto come io mi sento bene, con me stesso e con le persone che mi stanno intorno. Non certamente come piace ad Armani o Mastrocola. Se non reco danno ad alcuno, Armani, Mastrocola, Bocca e compagnia cantante sono pregati di non rompere.
Un po' di formalità in meno, oltretutto, potrebbe anche essere utile all'ambiente, tanto caro ai moralizzatori: un abbigliamento più leggero implica la possibilità di abbassare l'aria condizionata, e meno aria condizionata implica meno riscaldamento, se non del pianeta, almeno dell'area circostante l'edificio.
[Un tempo] impiegavamo un tempo infinito a cuocere una statua, a pennellare un ritratto, a scrivere un libro: a volte ci mettevamo una vita e non bastava, il libro usciva postumo (ed era una gloria imperitura, ma sarebbe un altro discorso, lasciamo perdere).Bene, signora Ricolfi: perché allora non persegue tale gloria imperitura anziché sfornare un romanzo ogni due anni? Ops, non ci avevo pensato: dopo la morte, i soldi non hanno poi tutto 'sto valore...
I magistrati non fanno indagini e pedinamenti, ma preferiscono intercettare. I servizi segreti hanno difficoltà a infiltrare i gruppi terroristici, e quindi monitorano le comunicazioni internet e telefoniche.(omissis verbis, decidentibus brachiis)
Gli studiosi non vanno più in biblioteca, aprono internet e si perdono a navigare nei suoi flutti. E forse nessuno studierà più niente, perché tanto, che differenza fa? Se ti serve qualcosa, peschi in rete e fai la tua bella figura.Prof, vengo a costituirmi: le ricerche che lei mi dava da fare per casa, quando Internet non c'era, erano copiate pari pari dall'enciclopedia.
Dovremmo smetterla. Dovremmo scrivere un manifesto dell’Antisciatto. Senza tante pretese, con un’unica regola: l’umiltà di fare bene quel poco o tanto che sappiamo fare, con il pensiero però che quel nostro umile fare, almeno un po’, concorrerà a migliorare il mondo.Certo, certo. Prima, però, ci andiamo tutti e due a comprare un paio di Crocs, ok? Io li voglio arancioni.
Musica del giorno: Antonio Vivaldi - Concerto per liuto, 2 violini e basso continuo (RV 93).
mercoledì 18 giugno 2008
Maturità 2008 (3)
Il cerchio si chiude. Diffusasi a macchia d'olio, tra i maturandi e non solo, la notizia della strepitosa gaffe ministeriale, Ascuoladibugie e Antonio Vergara non hanno dubbi: l'errore è stato commesso scientemente, il ministero è omofobo. Una prece.
Ambito socio-economico: Il lavoro tra sicurezza e produttività.
Un tema sicuramente atteso, in tempi in cui le pagine di cronaca sono drammaticamente piene di "morti bianche" . Ma non so quanto fosse accessibile a degli studenti dell'ultimo anno digiuni di economia; a mio avviso i documenti aiutavano poco. Mancava una statistica sulle morti sul lavoro negli ultimi decenni, e il testo di Ricca è a dir poco arzigogolato.
Ambito socio-economico: Il lavoro tra sicurezza e produttività.
Un tema sicuramente atteso, in tempi in cui le pagine di cronaca sono drammaticamente piene di "morti bianche" . Ma non so quanto fosse accessibile a degli studenti dell'ultimo anno digiuni di economia; a mio avviso i documenti aiutavano poco. Mancava una statistica sulle morti sul lavoro negli ultimi decenni, e il testo di Ricca è a dir poco arzigogolato.
Maturità 2008 (2)
Perfetto, gente! Ora scopro che Ripenso il tuo sorriso di Montale non è affatto dedicata a una donna, ma al coreografo Boris Kniaseff, amico del poeta. E, scrive Giovanni Pacchiano sul sito del Sole-24 Ore, che il destinatario fosse un uomo si poteva intuire da quell'o lontano del quinto verso.
Detto così sembra lapalissiano; in realtà non è così scontato: senza una nota chiarificatrice, lontano potrebbe essere riferito al ricordo o, un po' forzatamente, al sorriso. È vero che non è il volto ad appartenere al sorriso, ma si tratta pur sempre di una poesia.
I candidati pertanto non temano penalizzazioni, a meno che l'opera faccia parte delle letture svolte in classe; tutto faceva credere che fosse dedicata ad una donna.
Non vale nemmeno la successiva obiezione di Pacchiano, il quale osserva come la "donna salvifica" , in Montale, sarebbe comparsa molto più in là: per tutto ci sono i prodromi.
Certo che è la seconda volta di fila che il Ministero commette un errore marchiano - l'anno scorso, nella traccia di analisi del XI canto del Paradiso, era scritto che S. Tommaso d'Aquino parla sia di S. Francesco che di S. Domenico, mentre a descrivere quest'ultimo è S. Bonaventura di Bagnoregio.
Ambito artistico-letterario: La percezione dello straniero nella letteratura e nell'arte.
Ancora un errore, a quanto pare: il galata non morì combattendo con i Romani, ma contro i soldati di Pergamo, comandati da Attalo I; la statua nella foto è copia di un'opera di età ellenistica.
In ogni caso, è sicuramente una traccia interessante; il dibattito sul rapporto tra noi e gli altri è perennemente aperto. Straniero, lo si vede dalle opere citate, non è necessariamente colui che viene da un altro Paese: in generale è il diverso. (La domanda sorge spontanea: diverso da chi?)
Ottima l'idea di citare il Deuteronomio, nonostante si tratti di un testo sacro, in particolare di uno dei libri del Pentateuco - cioè della Legge - da non trattare prettamente come un'opera letteraria, quindi.
E azzeccata è anche la poesia di Derek Walcott; in The Schooner "Flight" , sempre del poeta caraibico, si legge:
Completamente decontestualizzato trovo, al contrario, il passo di Dino Buzzati.
Lo studente cinefilo probabilmente si è agganciato anche a Chocolat di Lasse Hallström, mentre l'appassionato di musica classica ha fatto lo stesso con Samuel Goldenberg e Schmuÿle, dai Quadri di un'esposizione di Modest Mussorgsky, in cui un ebreo ricco e uno povero si contrappongono drammaticamente.
Canzone del giorno: Baustelle - Charlie fa surf.
Detto così sembra lapalissiano; in realtà non è così scontato: senza una nota chiarificatrice, lontano potrebbe essere riferito al ricordo o, un po' forzatamente, al sorriso. È vero che non è il volto ad appartenere al sorriso, ma si tratta pur sempre di una poesia.
I candidati pertanto non temano penalizzazioni, a meno che l'opera faccia parte delle letture svolte in classe; tutto faceva credere che fosse dedicata ad una donna.
Non vale nemmeno la successiva obiezione di Pacchiano, il quale osserva come la "donna salvifica" , in Montale, sarebbe comparsa molto più in là: per tutto ci sono i prodromi.
Certo che è la seconda volta di fila che il Ministero commette un errore marchiano - l'anno scorso, nella traccia di analisi del XI canto del Paradiso, era scritto che S. Tommaso d'Aquino parla sia di S. Francesco che di S. Domenico, mentre a descrivere quest'ultimo è S. Bonaventura di Bagnoregio.
Ambito artistico-letterario: La percezione dello straniero nella letteratura e nell'arte.
Ancora un errore, a quanto pare: il galata non morì combattendo con i Romani, ma contro i soldati di Pergamo, comandati da Attalo I; la statua nella foto è copia di un'opera di età ellenistica.
In ogni caso, è sicuramente una traccia interessante; il dibattito sul rapporto tra noi e gli altri è perennemente aperto. Straniero, lo si vede dalle opere citate, non è necessariamente colui che viene da un altro Paese: in generale è il diverso. (La domanda sorge spontanea: diverso da chi?)
Ottima l'idea di citare il Deuteronomio, nonostante si tratti di un testo sacro, in particolare di uno dei libri del Pentateuco - cioè della Legge - da non trattare prettamente come un'opera letteraria, quindi.
E azzeccata è anche la poesia di Derek Walcott; in The Schooner "Flight" , sempre del poeta caraibico, si legge:
I have Dutch, nigger, and English in me,Viste le dimensioni, si poteva riportare per intero il racconto Sentinella di Fredric Brown: anche se l'ultima frase ci fa chiaramente capire che le "creature troppo schifose" altri non siamo che noi, si sarebbe compreso meglio il punto di vista del protagonista.
and either I'm nobody, or I'm a nation.
Completamente decontestualizzato trovo, al contrario, il passo di Dino Buzzati.
Lo studente cinefilo probabilmente si è agganciato anche a Chocolat di Lasse Hallström, mentre l'appassionato di musica classica ha fatto lo stesso con Samuel Goldenberg e Schmuÿle, dai Quadri di un'esposizione di Modest Mussorgsky, in cui un ebreo ricco e uno povero si contrappongono drammaticamente.
Canzone del giorno: Baustelle - Charlie fa surf.
Maturità 2008 (1)
Eccomi! Il Beppe Dossena degli esami arriva prima dei commentatori del Corriere!
Non avrei avuto dubbi su quale traccia scegliere: Eugenio Montale, senza se e senza ma.
Anche il mio anno (1996/97) fu proposto il commento a un passo del poeta genovese - confrontato con un passo dalle Ricordanze di Leopardi - e scelsi quel tema ancora prima che ci consegnassero il foglio, sentendo una mia compagna esultare "Leopardi e Montale!"
La lirica scelta quest'anno - Ripenso il tuo sorriso - non la conoscevo affatto e ora sono molto felice di conoscerla. In questo momento non mi vengono in mente altre poesie di Montale in cui la donna abbia un ruolo salvifico - semmai consolatorio, v. Ho sceso, dandoti il braccio - ma di tale rappresentazione della donna la letteratura è piena.
Come il portare con sé la sofferenza per il male del mondo può essere un talismano per un'anima? D'istinto io dico che l'anima può sentirsi, per tale ragione, investita di una missione, ma potrei aver sparato la cazzata del secolo - non a caso mi autodefinisco il Dossena degli esami.
Dite che avrei perso punti scrivendo che, con una metrica più rigorosa, il messaggio sarebbe giunto in maniera ancora più efficace? Sì, eh...
A dopo per gli altri commenti!
Non avrei avuto dubbi su quale traccia scegliere: Eugenio Montale, senza se e senza ma.
Anche il mio anno (1996/97) fu proposto il commento a un passo del poeta genovese - confrontato con un passo dalle Ricordanze di Leopardi - e scelsi quel tema ancora prima che ci consegnassero il foglio, sentendo una mia compagna esultare "Leopardi e Montale!"
La lirica scelta quest'anno - Ripenso il tuo sorriso - non la conoscevo affatto e ora sono molto felice di conoscerla. In questo momento non mi vengono in mente altre poesie di Montale in cui la donna abbia un ruolo salvifico - semmai consolatorio, v. Ho sceso, dandoti il braccio - ma di tale rappresentazione della donna la letteratura è piena.
Come il portare con sé la sofferenza per il male del mondo può essere un talismano per un'anima? D'istinto io dico che l'anima può sentirsi, per tale ragione, investita di una missione, ma potrei aver sparato la cazzata del secolo - non a caso mi autodefinisco il Dossena degli esami.
Dite che avrei perso punti scrivendo che, con una metrica più rigorosa, il messaggio sarebbe giunto in maniera ancora più efficace? Sì, eh...
A dopo per gli altri commenti!
giovedì 12 giugno 2008
Proprietà dissociativa
Sto finendo di leggere Chi sono i nemici della scienza?, l'ultimo saggio di Giorgio Israel (Lindau): notandolo in libreria, mi ha attratto soprattutto il suo porsi in contrapposizione con i semplicismi di chi attribuisce la colpa della mancata diffusione di una cultura scientifica nel nostro Paese allo strapotere della cultura umanistica "chiacchierona" nonché, tanto per cambiare, alla Chiesa.
L'autore - docente di Storia della Matematica alla "Sapienza" di Roma - lunedì scorso è stato ospite a Otto e mezzo assieme al filosofo Telmo Pievani:
Dell'impostazione "filosofica" , sia della puntata di Otto e mezzo sia del volume di Israel, mi occuperò nel commento che scriverò appena avrò voltato l'ultima pagina; per ora mi limito al punto in cui Israel ha denunciato la presenza, nei libri di testo delle elementari, dell'inesistente (ma ineliminabile, perché "ormai è entrata nell'uso") proprietà dissociativa dell'addizione.
Ebbene: innanzitutto mi oppongo, e poi su quei libri pretendo almeno una citazione! Perché la proprietà dissociativa l'ho inventata io.
Alle elementari, non mi bastava mai la matematica che ci spiegava la maestra. Giocando con la calcolatrice, avevo scoperto i numeri negativi. Da mio nonno, che aveva la mania di sottoporre i nipoti a quiz scolastici («sono di più i due terzi o i tre quarti?»), avevo appreso l'esistenza di oggetti chiamati potenze; e la maestra, spiegandoci il significato dell'apice 2 per il quadrato, disse - giusto di straforo - che l'apice 3 vuol dire "moltiplicato 3 volte, alla terza potenza." Perfetto: che ci vuole? Facciamo subito i cubi, e magari anche le potenze a esponente negativo e a esponente razionale! (Scherzo, non ero così precoce: queste ultime le avrei scoperte al liceo, come i miei compagni.)
Così, mentre studiavamo le proprietà commutativa e associativa dell'addizione, non trovando qualcosa che la maestra non aveva fatto, me la inventai io. E ideai la proprietà dissociativa: sostituendo a un addendo due numeri che danno come somma tale addendo, il risultato non cambia. (*)
Non ci vuole molto a capire che è la scoperta dell'acqua calda: questa non è che la legge associativa, applicata al contrario. Non avrei mai immaginato che qualcuno mi avrebbe preso sul serio!
(*) E inventai anche una proprietà associativa per un'immaginaria sottrazione con due sottraendi... in breve, anticipai il mettere un -1 in evidenza in un'espressione algebrica.
Canzone del giorno: Augustine - Roll Commercial.
L'autore - docente di Storia della Matematica alla "Sapienza" di Roma - lunedì scorso è stato ospite a Otto e mezzo assieme al filosofo Telmo Pievani:
Dell'impostazione "filosofica" , sia della puntata di Otto e mezzo sia del volume di Israel, mi occuperò nel commento che scriverò appena avrò voltato l'ultima pagina; per ora mi limito al punto in cui Israel ha denunciato la presenza, nei libri di testo delle elementari, dell'inesistente (ma ineliminabile, perché "ormai è entrata nell'uso") proprietà dissociativa dell'addizione.
Ebbene: innanzitutto mi oppongo, e poi su quei libri pretendo almeno una citazione! Perché la proprietà dissociativa l'ho inventata io.
Alle elementari, non mi bastava mai la matematica che ci spiegava la maestra. Giocando con la calcolatrice, avevo scoperto i numeri negativi. Da mio nonno, che aveva la mania di sottoporre i nipoti a quiz scolastici («sono di più i due terzi o i tre quarti?»), avevo appreso l'esistenza di oggetti chiamati potenze; e la maestra, spiegandoci il significato dell'apice 2 per il quadrato, disse - giusto di straforo - che l'apice 3 vuol dire "moltiplicato 3 volte, alla terza potenza." Perfetto: che ci vuole? Facciamo subito i cubi, e magari anche le potenze a esponente negativo e a esponente razionale! (Scherzo, non ero così precoce: queste ultime le avrei scoperte al liceo, come i miei compagni.)
Così, mentre studiavamo le proprietà commutativa e associativa dell'addizione, non trovando qualcosa che la maestra non aveva fatto, me la inventai io. E ideai la proprietà dissociativa: sostituendo a un addendo due numeri che danno come somma tale addendo, il risultato non cambia. (*)
Non ci vuole molto a capire che è la scoperta dell'acqua calda: questa non è che la legge associativa, applicata al contrario. Non avrei mai immaginato che qualcuno mi avrebbe preso sul serio!
(*) E inventai anche una proprietà associativa per un'immaginaria sottrazione con due sottraendi... in breve, anticipai il mettere un -1 in evidenza in un'espressione algebrica.
Canzone del giorno: Augustine - Roll Commercial.
martedì 10 giugno 2008
Malagevole zona franca
Il 16 aprile scorso, assodato ormai che l'incubo era divenuto realtà, Roberto Cotroneo scrisse, sull'Unità, un accoratamente ironico decalogo - Come sopravvivere alla coppia B&B - che al punto 7 recita così:
È senza dubbio una bella visione. Ma saremo in grado, noi, di raggiungere questo luogo dell'anima, vincendo da un lato la paura delle accuse di disimpegno, dall'altro l'irresistibile voglia di dividerci in fazioni?
La sfida è aperta. (E un po' di disimpegno, in caso, non ci farà male.)
Canzone del giorno: Skye Sweetnam - Tangled Up In Me.
Allontanarsi il più possibile dalla contemporaneità. Non leggere saggi sull'Italia di oggi, darsi alla magia della letteratura.La letteratura come zona franca, dunque; dove le dispute terrene scompaiono per natura.
È senza dubbio una bella visione. Ma saremo in grado, noi, di raggiungere questo luogo dell'anima, vincendo da un lato la paura delle accuse di disimpegno, dall'altro l'irresistibile voglia di dividerci in fazioni?
La sfida è aperta. (E un po' di disimpegno, in caso, non ci farà male.)
Canzone del giorno: Skye Sweetnam - Tangled Up In Me.
domenica 8 giugno 2008
Il percorso di un fisico, in tre passaggi
- Le formule sono scritte con tutte le quantità al loro posto;
- spariscono le costanti;
- spariscono le sommatorie.
Canzone del giorno: Ligabue - Tra palco e realtà.
martedì 3 giugno 2008
Sotto la flamme rouge
Ragazzi... fatemi in bocca al lupo ché domani ho l'ultimo esame e devo ripassare ancora due paragrafi!
Canzone del giorno: Opeth - Porcelain Heart.
Canzone del giorno: Opeth - Porcelain Heart.
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