giovedì 3 agosto 2006

Le calende di luglio, un giorno prima

Contrariamente alla consuetudine, oggi la canzone del giorno la scrivo all'inizio: Due cuori dei Mau Mau.
Volevo salutare tutti i miei lettori con Una lunga estate calda, dello stesso gruppo, ma con i 17 °C che ci sono qua fuori direi che non è il caso. Chi i giorni scorsi si lamentava del gran caldo cominci a sperare: se le cose andranno come l'anno scorso, l'estate è già finita.
Ma io mi auguro proprio di no, visto che domattina parto per le vacanze.
Radunando ciò che porterò con me - devo ancora decidere se portare il manuale di geometria differenziale! - ripensavo alla vigilia della partenza per le vacanze di dieci anni fa.
Perché su un evento di quella data romanzai per mesi e mesi.

Da poco avevo saputo che la ragazza che allora mi piaceva abitava in un comune a pochi chilometri da Vittorio Veneto. Avevo cercato il suo cognome sull'elenco telefonico: c'era un solo abbonato con quel cognome, nel paese, e stava in una via che, nonostante fossi passato svariate volte di lì, non avevo idea di dove fosse.
Uscii a fare un giro in bicicletta e mi diressi verso il paese. Percorrendo la strada principale, guardai tutte le traverse, nel caso quel nome mi fosse sempre sfuggito. Ma ricordavo bene: non c'era.
Tornai indietro e cercai più a fondo, nel caso si trattasse di una stradina imbucata chissà dove. Stavo per rinunciare, quando mi accorsi che l'agognata via era indicata a chiare lettere in un cartello.
Seguii la freccia. Ero in pianura, anzi, in leggera discesa, ma il cuore mi batteva forte come sul Galibier. (*) E non saprei se la sensazione fu più di timore o di liberazione quando vidi la ragazza salutarmi dal suo balcone!
Mi fermai. Lei era a fianco di sua mamma. E fu quest'ultima ad esortarla a farmi entrare, quando si accorse che la conversazione sarebbe durata più di qualche minuto.
Legai la bicicletta ed entrai. Ci sedemmo nel soggiorno; le saracinesche erano giù quasi del tutto, ci vedevamo a malapena.
Parlammo per una mezz'oretta del più e del meno: lei era già stata al mare, sei giorni (di cui tre di pioggia); quella sera si sarebbe svolta la finale degli Europei, Germania-Repubblica Ceca, che io ero certo sarebbe finita ai rigori (invece si sarebbe conclusa con il golden goal di Oliver Bierhoff, ndr); lei non seguiva lo sport; aveva appena terminato gli esami di musica; varie ed eventuali.
Le promisi che le avrei scritto una cartolina, e ci salutammo.

Avrei scritto tre volte, di questo episodio. La prima come un diario, la seconda come un racconto di fantasia e la terza in versi: un canto d'amore in ottave ariostesche, per la precisione. Essendosi svolti i fatti il 30 giugno, il primo verso fu Le calende di luglio, un giorno prima. (Ma non aspettatevi qui di trovare il resto: nemmeno la diretta interessata l'ha mai letto... e meno male, ora che è un medico potrebbe ordinarmi un TSO.)
Ecco, questa è la quarta. Volevo sintetizzarlo in poche righe, ma non ci sono riuscito nemmeno stavolta. Nonostante tra me e lei non sia mai nato nulla; nonostante io l'abbia conosciuta meglio e mi sia reso conto che ciò che me la rendeva irresistibile era solo frutto della mia immaginazione; nonostante siano quasi sette anni che lei non mi interessa più in alcun modo. (**)
Ma quella sensazione di pedalare sulle nuvole che provai tornando a casa, quel tardo pomeriggio di quel 30 giugno, non morirà mai.

(*) Oltretutto il Galibier, previsto per la 9ª tappa del Tour di quell'anno, sarebbe stato cancellato causa neve. Si sarebbe corsa solo l'ascesa finale verso Sestrières, e fu lì che Bjarne Rijs conquistò la maglia gialla.
(**) Almeno fino a due anni fa la ragazza era fidanzata con un finlandese. Ma lui saprà cantare la Ievan Polkaa bene come me?

4 commenti:

  1. come vedi sono sopravvisuta al tuo post... scherzo xD
    devo dire che è un bellissimo intervento, e per un momento hai fatto sognare anke me

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  2. Che bello questo post...Mi hai riportato indietro di 10-15 anni...

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  3. Ragazzi... e tu sei un essere appartenente al sesso maschile!!?? Adorabili quelli che ascoltano il lato più femminino. Bravo Bravo e BISS.

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  4. bella la sensazione di pedalare sulle nuvole.

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